Mentre lei era ricoverata il corriere veniva a casa un giorno sì e un giorno no per consegnare pacchi. Li scartavo e dentro trovavo vestiti per tutte le età, libri, bambole, giochi didattici. “Chi è che ce li manda, Elisa?”, le avevo chiesto. Lei allora mi ha spiegato che erano i suoi regali per nostra figlia, e che io avevo il compito di impacchettarli e darglieli al momento giusto
A parlare è Alessio Vicenzotto, il marito di Elisa, colui che la donna avrebbe dovuto sposare a settembre ma del quale invece era divenuta moglie il 12 agosto, anticipando la data per ingannare quel tempo che entrambi sapevano non bastare più.
Già perchè Elisa lo sapeva oramai da mesi, da quando il giorno più bello della sua vita si era trasformato in un giorno di paura: per lei tempo non ce ne era più. Quando le si sono rotte le acque, quando è diventata madre, Elisa ha infatti scoperto di quel tumore che la stava portando via. Da donna positiva e battagliera non ha perso tempo (quel tempo che iniziava a scarseggiare): subito le terapie, l’intervento, il tutto unito alla necessità di trasformare Alessio in un padre autosufficente, subito esperto in bagnetti, pannolini e in tutto ciò che normalmente un uomo non credo di dover fare da solo.
Ho imparato a dare io il latte ad Anna, a farla addormentare, a cambiarla e a lavarla. Elisa mi incoraggiava, io facevo un po’ la sua parte, e lei intanto pensava a tutto quello che avremmo dovuto insegnarle
Già perché giocare d’anticipo sul tempo tiranno era divenuta per Elisa una priorità dato che gli altri tentativi oramai erano falliti.
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Quando a quasi un’anno dalla nascita di Anna a Elisa è stato comunicato di avere davanti a sè appena un paio di mesi, lei aveva già sistemato quasi tutto: aveva trasformato Alessio in un padre modello, aveva scattato l’ultimo selfie con al figlia per ricordarle di sorridere sempre, aveva pianificato per lei i passi di un’educazione impeccabile.
Ha pensato a tutto, ha pianificato ogni cosa, per sua figlia, per me, per i suoi genitori. Non è riuscita soltanto a fare l’inserimento della bambina all’asilo, ma la porterò io la prossima settimana, lei mi ha spianato la strada
Mancava solo una cosa: un dono, un simbolo che ricordasse ad Anna quanto la sua mamma l’amasse, quanto, anche se in modo un po’ misterioso, sarebbe stata sempre al suo fianco. Elisa così ha voluoto ingannare il tempo un’ultima volta: se quest’ultimo aveva deciso di privarla della gioia di condividere anno dopo anno la crescita della sua piccola lei ha aggirato l’stacolo e, in appena due mesi, ha festeggiato ben 18 compleanni della sua Anna.
Un puzzle, una barbie, qualche vestito, un mappamondo: diciotto regali sono stati acquistati da Elisa per Anna, ad Alessio il compito di consegnarli a tempo debito. Uno per ciascun compleanno, fino alla maggiore età, fino a quando Anna non sarà una donna a sua volta e potrà capire quanto grande fosse l’amore di sua madre, un amore capace di ingannare il tempo che sembrava non bastare mai.
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Elisa Girotti si è spenta giovedì pomeriggio alle 17.40 nella Casa dei Gelsi di Treviso, l’hospice dove ha trascorso l’ultimo periodo della sua vita, quello in cui i medici cercavano di non farla soffrire e lei cercava di non far soffrire coloro che l’amavano. L’ultimo saluto con Alessio, l’ultimo pensiero per Anna e poi tre giorni di incoscenza prima di arrendersi a quel tempo che, in fondo, ci pare non aver avuto mai la meglio su questa straordinaria donna.