Moda | Basta sfilate per Gucci: la rivoluzione di Alessandro Michele

Le sfilate di Gucci sono finite, almeno nel senso classico del termine. Alessandro Michele ha spiegato cosa vuol dire “Gucci goes seasonless”.

Alessandro Michele
Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci (Fonte: Instagram)

Si chiama Alessandro Michele, è uno degli stilisti più giovani, creativi e potenti del panorama del fashion mondiale e dal 2015 è il direttore creativo di Gucci.

Come tutti gli artisti del suo calibro, Alessandro Michele prova della profonda insofferenza rispetto alle leggi del mercato e soprattutto rispetto ai suoi ritmi frenetici, che impongono un ritmo di produzione in grado, nel giro di brevissimo tempo, di esaurire la vena creativa di chi produce arte o moda (che per molte maison sono sinonimi).

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Proprio per sottrarsi agli schemi e ai ritmi forsennati del mercato, Alessandro Michele ha annunciato che Gucci non sfilerà più nel senso classico del termine e che, da oggi, sarà la creatività a dettare i tempi al mercato, e non viceversa.

Le sfilate di Gucci si fermano: l’annuncio di Alessandro Michele

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Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci (Fonte: Instagram)

Mentre il mondo si fermava per la pandemia di Coronavirus, Alessandro Michele faceva uno degli annunci più importanti della storia della maison Gucci. A partire dal 29 Marzo, infatti, sull’account Instagram del brand Gucci sono stati pubblicati una serie di post intitolati Appunti dal Silenzio in cui la Maison ha spiegato cosa accadrà nel suo prossimo futuro.

“Sto realizzando che la possibilità di raccontare non può essere costretta dalla tirannia della velocità. […] In questa rinnovata consapevolezza sento l’esigenza di un tempo mio, svincolato da scadenze etero – imposte che rischiano di mortificare la creatività”.

A parte gli annunci roboanti e piuttosto filosofici, quale sarà a livello concreto il futuro della casa di moda Gucci? La Maison presenterà al pubblico le proprie creazioni nel corso di due appuntamenti annuali senza scadenza precisa.

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Ne deriva che Gucci non parteciperà a molti degli eventi che scandiscono il calendario del fashion mondiale, rinunciando probabilmente anche a una certa quantità di introiti, ma sembra che il guadagno non sia la preoccupazione maggiore di Alessandro Michele.

Probabilmente i capi della maison diventeranno ancora più esclusivi, più ricercati, più preziosi: non si potrà infatti stabilire quando uscirà la prossima collezione firmata Gucci. Non si potrà programmare l’acquisto di questo o quel capo e non si potrà prevedere cosa proporrà la collezione successiva.

Alessandro Michele promette di mescolare regole e generi, e rinuncerà a quello che definisce “un armamentario di sigle” che hanno colonizzato il mondo del fashion. “Cruise, pre-fall, spring-summer, fall-winter” non etichetteranno più la produzione artistica della maison, che quindi procederà a creare secondo i propri ritmi.

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E proprio all’idea del ritmo si ispireranno i prossimi eventi di Gucci: “battezzeremo i nostri nuovi appuntamenti […] con il linguaggio della musica classica. Saranno quindi […] sinfonie, rapsodie, madrigali, notturni, ouverture, concerti e minuetti a costellare il mio percorso creativo”.

L’obiettivo dichiarato di Alessandro Michele è quello di reinventare il potenziale comunicativo della moda per far sì che il fashion trovi una nuova aderenza alla realtà e, più precisamente, alla sua realtà creativa.

Non è la prima volta che le grandi case di moda puntano il dito contro la velocità del mercato. Saint Laurent ha annunciato che non parteciperà agli appuntamenti più importanti dell’anno della moda, mentre Giorgio Armani ha affermato che “il lusso non può e non deve essere veloce perché ha bisogno di tempo per essere raggiunto e per essere apprezzato”.

 

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Quindi, quando uscirà la prossima collezione Gucci? Quando sarà pronta. Cosa proporrà? Quello che l’ispirazione ha portato con sé.

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