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Acido muriatico sul viso di Miss Cucutà.

Sfigurata in viso da un uomo scappato via.

E’ di questi giorni la notizia sconvolgente della reginetta sfigurata in volto da un uomo che, la notte prima della finale del concorso di Miss Cucutà, le ha gettato sul volto dell’acido muriatico.

Il viso, il collo e il busto della giovane, Maria Fernanda Nùnez 22 anni, sono stati completamente corrosi dall’acido e l’uomo sconosciuto, dopo il folle gesto, è volato via sulla moto guidata da un complice.

Tutto questo ci lascia senza parole. Nel 2010 ancor di più.

Immaginare cosa abbia potuto spingere un individuo a compiere un gesto del genere, compromettendo la salute fisica, ma soprattutto mentale di una donna, è un mistero.

Questa notizia di cronaca mi fa venire in mente un servizio mandato in onda a Gennaio da ‘Le Iene’. 

Luigi Pelazza denunciava una pratica come questa, che purtroppo però non risulta un caso sporadico, bensì una vera e propria ‘punizione’ che gli uomini di alcuni paesi (nel servizio delle Iene si citavano Pakistan, Bangladesh e India), infliggevano alle malcapitate donne che ‘declinavano’ il loro corteggiamento.

Non è storia di altri tempi. Nel servizio infatti Pelazza intervista sia le ‘vittime’ di questi gesti, che persone fondatrici di associazioni a sostegno delle vittime. Al momento del servizio si denunciava che l’ultimo ‘sopruso’ dichiarato risaliva al 2009.

Storie di ragazzine 15enni che non corrispondevano l’amore del compagno di scuola, bambine 11enni che non volevano sposare il loro cugino, piuttosto che mogli devote che scoprivano il tradimento del proprio marito e chiedendo il divorzio suscitavano la sua ira tanto da dover essere per questo punite a vita, portando cicatrici che non rimarranno solo sul loro volto, ma stenderanno un velo a vita sulla loro dignità di donne.

Nel maggiore dei casi denunciati, la sevizia accade di notte, mentre l’ignara donna dorme. L’uomo si intrufola come un ladro nella sua abitazione, e quando lei si sveglia, ormai è troppo tardi. Il suo viso è già pieno di acido che le sta divorando pelle, muscoli, tessuti e addirittura le ossa. Nei casi peggiori le donne perdono anche la vista, oltre al volto che diventa irriconoscibile alle stesse vittime.

Storie strazianti di donne oggi col sorriso. Ma quello che si vede sulle loro labbra è un sorriso di chi si è arreso ad un nemico imbattibile, un nemico che le hanno tolto quello a cui la donna tiene di più. Il loro aspetto. Ma non si fa un discorso puramente estetico. Senza il loro volto sono donne emarginate, donne allontanate, donne che più nessun uomo vorrà al proprio fianco. Con questo gesto si vedono togliere tutto quello che una donna sogna per la sua vita. L’essere mogli, mamme, amanti…in una sola parola essere DONNE. La loro vita (anche a detta delle vittime intervistate) sarà rovinata per sempre. I loro sogni, i loro progetti, sfumeranno come i loro volti.

Le vittime di questi abusi di ‘potere’ hanno età comprese tra i 16 e i 40 anni. Il medico di un centro specializzato per le ustioni del paese, racconta che le donne appena arrivano lì chiedono quanto i medici potranno aiutarle con la chirurgia. Purtroppo la corrosione è talmente elevata, che riparare il danno è quasi impossibile anche con la chirurgia estetica. Sempre il professionista dichiara di aver curato dal 1967 (anno in cui si verificò il primo caso denunciato), circa 500 donne.

Ma la cura che le ragazze ustionate dovranno ricevere non sarà soltanto quella fisica, ma anche (e soprattutto), la mentale. Esiste così un centro anche per l’affiancamento psicologico delle vittime che dovranno essere spronate e motivate ad accettarsi con i loro nuovi volti e la loro nuova vita.

Nel servizio Pelazza chiede come mai gli uomini attuino questa tortura alle donne. La risposta è semplice. ‘Perchè così nessun altro uomo le vorrà, e loro rimarranno sole a vita’…Già, sole a vita, con la solo colpa di aver ascoltato il loro cuore. 

 

Silvia Cini

Classe 1982, giornalista pubblicista dal 2020, divento ‘mamma’ di CheDonna, ideato in concerto con la proprietà, nel lontano 2009. Fu la mia prima esperienza giornalistica e dal primo ‘pubblica’ su WordPress capii che questa era la mia vera passione. Dirigo questa testata da allora, gestendo un gruppo di persone appassionate e professionali che negli anni sono diventate la mia famiglia. Nel 2019 divento mamma di Sara, e grazie a lei do vita ad altri progetti legati al mondo delle mamme e del settore food sempre per la Web365. Oggi dirigo 4 giornali e la mia passione per questo lavoro cresce ogni giorno di più.

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