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Amanda Knox: “Lavorerò per dare voce agli innocenti condannati ingiustamente”

A distanza di una settimana dall’assoluzione delle Cassazione per l’omicidio di Meredith Kercher, la studentessa americana Amanda Knox ha scritto una lettera pubblicata dal quotidiano Seattle Times e dal settimanale Oggi , intitolata “Andando avanti, con gratitudine”, nella quale Knox esprime la sua gratitudine per le persone che l’hanno sostenuta e annuncia di voler impegnarsi per le persone condannate ingiustamente.

La lettera scritta in italiano è scritta in italiano inizia con il ringraziamento per le “persone che mi hanno aiutato a sopravvivere quando ero più vulnerabile e mi sentivo quasi del tutto persa”.
Amanda rivolge anche un pensiero alla sua famiglia che si è sacrificata per lei e agli amici che “hanno messo a disposizione le loro risorse, perché i miei avvocati hanno lavorato senza posa per portare l’attenzione sulle prove che mi scagionavano”.

Poi la giovane americana prosegue dicendosi “sollevata e grata per la decisione della Corte di Cassazione di scagionarmi dall’accusa di aver ucciso Meredith Kercher”. Nella lettera, non manca anche un pensiero a Raffaele Sollecito.

La Knox evidenzia inoltre che  è ben consapevole che “questa storia non ha un lieto fine. A differenza di una condanna ingiusta, che può essere ribaltata, nulla potrà mai restituire Meredith alla sua famiglia e ai suoi cari”.
Amanda conclude spiegando di volere mettere a frutto la sua esperienza, impegnandosi per per tutti coloro che sono vittime di condanne ingiuste, in quanto, sottolinea “so come una condanna ingiusta possa distruggere la vita di una persona”: “Farò tutto quel che posso per dare un seguito alle buone azioni di tutti- scrive la Knox. Sono anche assolutamente consapevole di quanto sia stata fortunata ad aver ricevuto tutto questo sostegno. Così come sono consapevole che ci sono innumerevoli altre vittime di ingiustizia che non hanno avuto la stessa fortuna, lo stesso sostegno. Lavorerò per dare voce a tutte loro. Lo farò perché so bene come un errore giudiziario possa distruggere una vita e perché il modo migliore per onorare la vittima di un crimine è consegnare alla giustizia i veri autori di quel crimine”.

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