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Anaffettivo, psicopatico o solo manipolatore? Quando gli uomini non provano emozioni

Nel corso della propria vita una persona può imbattersi in persone apparentemente prive di sentimenti: se “anaffettivo” è una parola ormai comune, non va usata con leggerezza.

(Pexels)

Ci sono persone che provano moltissime emozioni e amano manifestarle, ma esistono al mondo anche persone molto diverse dal punto di vista caratteriale, che appaiono estremamente distaccate e addirittura disinteressate rispetto a qualsiasi cosa riguardi il sentimento amoroso ma, più in generale, rispetto a qualsiasi cosa riguardi la sfera emotiva.

Quest’ultimo tipo di persona utilizza la razionalità come unico codice per comprendere il mondo e interagire con esso da vari punti di vista. Non hanno alcun moto istintivo a guidare le proprie azioni, non sanno agire o decidere “di pancia”. Talvolta fanno addirittura fatica a comprendere a fondo le emozioni altrui, mentre nella peggiore delle ipotesi le capiscono perfettamente dal punto di vista razionale e sanno anche come manipolarle quando si presentano negli altri individui.

In determinati casi si parla di anaffettività, in altri casi si può parlare di alessitimia mentre, nel peggiore dei casi appena delineati è necessario parlare di psicopatologia o di narcisismo.

Anaffettivo, analfabeta delle emozioni, narcisista: perché è (quasi) sempre un uomo?

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Prima di procedere con l’analisi di tutti i modi con cui si può inquadrare un “difetto di emozioni” in una persona, è bene specificare che questi disturbi comportamentali si individuano più spesso negli uomini che nelle donne.

Il motivo per cui questo accade è di tipo esclusivamente culturale. Gli uomini non “nascono” con un difetto emozionale. Al contrario vengono educati dalla società a reprimere o almeno controllare le proprie emozioni al fine di dimostrarsi forti, distaccati, potenti.

Lasciarsi andare alle emozioni, infatti, è considerata in moltissime culture una debolezza che agli uomini non dovrebbe mai essere concessa. Al contrario, alle donne è concesso provare emozioni ed esternarle. Al contrario, una donna che non provi emozioni sufficientemente intense spesso viene affibbiata l’etichetta di “frigida”.

In moltissimi casi le persone che sviluppano un controllo totale delle proprie emozioni, fino a sfiorare la loro soppressione, lo fanno come meccanismo di difesa, al fine di evitare la sofferenza che le emozioni implicano inevitabilmente.

Le donne accettano di essere più vulnerabili alle emozioni e si lasciano andare più facilmente ad esse semplicemente perché se lo fanno non vengono bollate in maniera negativa, quindi possono “concedersi il lusso” di provare sentimenti forti.

Questo non vuol dire naturalmente che tutte le persone anaffettive siano uomini: le donne narcisiste, per esempio, si incontrano piuttosto di frequente e sono particolarmente pericolose.

Perché gli uomini senza emozioni piacciono tanto alle donne?

La naturale conseguenza del fatto che la società abbia costruito nelle nostre menti l’equazione uomo forte = uomo senza sentimenti è che le donne abbiano cominciato a essere attratta dall’uomo senza emozioni perché vedono questa caratteristica una caratteristica molto virile.

È questo il motivo per cui, tipicamente, un uomo freddo e distaccato, in grado di manipolare le persone che lo circondano, finisce necessariamente per avere uno stuolo di ammiratrici tra le quali potrebbe scegliere semplicemente schioccando le dita.

A essere attratte dall’uomo con queste caratteristiche sono generalmente due specie di donna: la classica crocerossina, certa che con il suo amore “guarirà” l’anaffettivo, e la donna con dipendenza affettiva, che ha disperatamente bisogno di qualcuno che eserciti su di lei un ruolo forte a cui sottomettersi.

Alessitimico e Narcisista: anaffettivo “innocente” e “colpevole”

Una persona alessitimica in realtà è in grado di provare molte emozioni ma, semplicemente, non è in grado di comunicarle attraverso le parole, i gesti e il linguaggio corporeo involontario.

L’alessitimia pertanto non è una vera e propria forma di anaffettività, anche se molto spesso le due problematiche vengono confuse l’una con l’altra.

L’alessitimico è quindi un “anaffettivo innocente” in due sensi: innanzitutto perché non è davvero anaffettivo, in seconda istanza perché non ha intenti manipolatori nei confronti delle altre persone.

Il narcisista invece imposta tutta la sua vita sulla manipolazione delle emozioni altrui al fine di ottenere vantaggi di ogni tipo, spesso anche sessuali e per questo può essere definito “colpevole”.

Un narcisista non manca completamente di emozioni: conosce perfettamente la rabbia e il risentimento (spesso è molto permaloso) e di certo ama se stesso. Quel che manca completamente al narcisista maligno e manipolatore è l’empatia necessaria a comprendere quanto danno possano fare le sue azioni al benessere psicologico altrui.

Definizione di Anaffettivo: che non prova emozioni

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Un individuo anaffettivo non è in grado di provare emozioni né di comprendere l’intensità delle emozioni quando le vede manifestarsi negli altri.

Molto spesso questo blocco affettivo si genera a partire da esperienze traumatiche vissute nella prima parte della vita di una persona che, per un qualsiasi motivo, finisce per credere di non meritare affetto o che tutto ciò che riguarda le emozioni porta con sé troppo dolore e non vale la pena spendere energie in ambito emotivo.

Tra le varie cause del comportamento anaffettivo c’è anche il non aver ricevuto abbastanza manifestazioni d’affetto durante l’infanzia e l’adolescenza.

Purtroppo, oltre a non provare emozioni e a non saper esprimere nulla che riguardi le emozioni se non “per sentito dire”, le persone anaffettive finiscono con l’imparare a usare il proprio vantaggio per manipolare gli altri.

Far leva sulle emozioni forti (come l’amore, certo, ma anche come la rabbia, l’odio e la frustrazione), è estremamente efficace per manipolare le persone che provano tali emozioni spingendole a fare quello che il manipolatore vuole che facciano.

Si tratta di un meccanismo estremamente utilizzato in politica: si aizzano le emozioni forti di una massa per renderla più ricettiva alle indicazioni di una figura carismatica che da quelle emozioni in realtà non si lascia condizionare o, almeno, non si lascia condizionare fino in fondo rimanendo aggrappato alla sua razionalità.

I seguaci di Trump durante l’assalto del Campidoglio americano (Instagram)

I segnali più comuni di anaffettività

L’anaffettività patologica in realtà spesso fa parte di un quadro patologico più ampio di cui l’anaffettività è soltanto una parte. Un soggetto evitante sviluppa l’anaffettività come comportamento funzionale a “tenersi al sicuro” dal pericolo costituito dalla relazione con il mondo e dalla relazione con gli altri.

I segnali di comportamento anaffettivo sono molto semplici da individuare:

  • tendenza all’isolamento
  • estrema razionalità e capacità analitica
  • incapacità di provare emozioni coerenti con la situazione (non sentire gioia nell’incontrare un vecchio amico, non riuscire a innamorarsi, non riuscire a odiare una persona che ha commesso un grave torto e così via)
  • marcato egocentrismo
  • disinteresse verso la sessualità

Proprio l’egocentrismo, cioè la tendenza a riferire tutto a se stesso e a porsi sempre al centro dell’attenzione è una tendenza tipica delle persone anaffettive, che non possiedono l’intelligenza emotiva necessaria a interpretare e comprendere lo stato d’animo altrui.

L’evitamento di ogni contatto con le altre persone, sia fisico sia emotivo, conduce necessariamente alla mancanza di interesse da parte di un anaffettivo per tutto ciò che riguarda la vita sessuale. Anche se dovesse tentare di avere un rapporto sessuale con ogni probabilità affronterebbe dei seri problemi di erezione, poiché non sarebbe in grado di raggiungere lo stato di eccitazione mentale ed emotiva necessaria all’erezione.

Come comportarsi con un anaffettivo?

Purtroppo, non c’è molto che si possa fare per migliorare le condizioni psicologiche di una persona anaffettiva, a meno che la persona stessa, rendendosi conto del proprio problema, accetti liberamente di cominciare un percorso psicologico di cura.

Le persone legate alle persone anaffettive devono quindi limitarsi a parlare del problema senza però costringere il soggetto anaffettivo a prendere decisioni che in realtà non è il momento di prendere.

Si dovrebbe anche tentare di non far sentire inadeguata la persona anaffettiva, dal momento che (anche se non lo ammetterà mai) dentro di sé l’anaffettivo si sente mancante, “difettoso”, indegno di amore.

Purtroppo le persone legate a una persona anaffettiva (che si tratti di un fratello, di un amico o del partner) finiscono per colpevolizzarsi perché non riescono a generare nell’altra persona una manifestazione di emotività. Nella peggiore delle ipotesi potrebbero anche arrivare alla depressione.

Si tratta di un comportamento esagerato, dal momento che la mancanza di sentimenti da parte dell’anaffettivo è correlata a tutte le persone con cui interagisce, non soltanto a una o a un piccolo gruppo.

Vuoi saperne di più sull’emotività e su come gestirla? Leggi gli approfondimenti di Chedonna sulle Emozioni!

Tra l’altro la distanza emotiva tra i partner è una delle principali cause per cui una relazione d’amore termina, quindi si tratta di un problema da non sottovalutare assolutamente.

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