L’anosmia è l’incapacità di sentire gli odori: scopriamo tutto su questo disturbo. Cos’è, cause, sintomi, prevenzione, diagnosi e cure.
Ultimamente si è sentito parlare molto spesso di anosmia a causa del Coronavirus. Nello specifico si tratta dell’incapacità di sentire gli odori. E secondo l’Organizzazione mondiale della sanità la perdita dell’olfatto è anche uno dei sintomi del Covid-19.
Molti pazienti positivi al Sars-CoV-2 infatti hanno manifestato la mancanza dell’olfatto ma anche la perdita del gusto, che sono alcuni tra i sintomi accusati da chi è affetto da tale malattia. Addirittura si era parlato anche di un nuovo sintomo che riguarda sempre l’olfatto, ovvero la parosmia.
L’anosmia però può presentarsi non solo in seguito al Covid-19 ma anche a causa di altre motivazioni. Scopriamo tutto su questo disturbo: cos’è, la cause, i sintomi, come prevenirlo, la diagnosi, le cure e come vivere con questo problema.
Anosmia: cos’è, cause e sintomi
Pur avendone sentito parlare molto negli ultimi tempi, l’anosmia è un disturbo molto comune specie in presenza di infezioni comune come un semplice raffreddore e consiste nella perdita della capacità di sentire gli odori.
Può essere una condizione temporanea che guarisce con delle cure oppure diventare permanente, a seconda delle cause che l’hanno provocata. In ogni caso “è raro che il disturbo sia associato a un problema grave”, si legge nel sito dell’Istituto Superiore di Sanità ‘Issalute’.
Il disturbo riguarda ovviamente il naso che è l’organo deputato a sentire gli odori che poi vengono trasmessi al cervello tramite il nervo olfattivo. Ma è anche l’organo deputato all’ingresso dell’ossigeno nell’organismo.
Attraverso di esso però passano anche i microrganismi che possono generare infezioni sia al naso stesso, che alla gola e ai polmoni.
Perciò il consiglio è di tenere sempre il naso pulito e libero, senza ostruzioni. “Spesso l’anosmia è causata da un naso pieno di secrezioni oppure ostruito da formazioni dette polipi nasali”.
Tra le cause principali di anosmia figurano:
- “raffreddore o influenza
- infezione dei seni paranasali (sinusite)
- allergia, tipo febbre da fieno e rinite allergica stagionale
- crescita di formazioni nel naso (polipi nasali)”
Più raramente può dipendere da condizioni che riguardano il cervello come:
- trauma cranico
- tumori cerebrali
- demenza di Alzheimer
- morbo di Parkinson
- sclerosi multipla
- infezioni virali cerebrali e esiti di interventi neurochirurgici
Altre cause di anosmia sono da ricercare nell’uso di alcuni farmaci come:
- “interferone alfa
- diversi farmaci chemioterapici
- psicofarmaci
- uso prolungato di trattamenti locali a base di sali di argento
- abuso di sostanze stupefacenti”
Altrimenti può essere associata ad alcune malattie rare come:
- “anosmia congenita isolata
- sindrome di Kallmann, anosmia accompagnata da sviluppo incompleto degli organi genitali (ipogonadismo) con assenza dello sviluppo puberale e della maturità sessuale (pubertà) nei maschi”
Infine, altre cause possono essere:
- “uso del tabacco, per i fumatori, in particolare se diabetici
- esposizione professionale ai vapori del cadmio, come nel caso dei lavoratori addetti alla produzione di pile alcaline
- invecchiamento, a partire dai 60 anni può essere una delle cause dell’ipo/anosmia irreversibile
- esposizione a radiazioni, associata al trattamento di tumori testa-collo
- malattie psichiatriche, quali la schizofrenia”
Dopo aver visto quali sono le cause dell’anosmia, vediamo ora quali sono i sintomi che provoca.
Il principale è la perdita dell’olfatto, quindi l’incapacità di sentire gli odori, non solo quello dei cibi ma anche quelli dell’ambiente in cui si vive. Questo può diventare pericoloso perché ad esempio se c’è una perdita di gas non si accusa il pericolo, e nemmeno se sta andando a fuoco qualcosa.
Inoltre, spesso alla perdita dell’olfatto si può collegare anche quella del gusto. I sapori potrebbero infatti risultare diversi dal solito così da provocare mancanza di piacere nel mangiare. O far consumare cibi deteriorati perché non si riesce a sentire il sapore. Questo a lungo andare può provocare anche malnutrizione arrivando a generare anche forme depressive.
Tra i disturbi dell’anosmia possiamo annoverare:
- “perdita dell’odorato (anosmia)
- percezione di odori che non esistono (fantosmia)
- diminuzione del senso dell’odorato (iposmia)
- percezione di odori diversi dal normale (parosmia)”
Inoltre, possono essere:
- “transitori, durano per un tempo breve e dopo la cura rientrano nella normalità
- cronici, persistono anche dopo le cure”
Prevenzione, diagnosi e cure dell’anosmia
Diagnosticare l’anosmia non è molto semplice perché spesso chi ne soffre non si accorge del disturbo o comunque non lo giudica così grave da andare dal medico. Ecco perché non esiste una stima ufficiale di quante persone sono affette da questa malattia. Se comunque il senso dell’olfatto entro qualche settimana non torna è bene farsi visitare.
Il medico cercherà di capire qual è il motivo del disturbo e in caso prescriverà una visita dallo specialista, l’otorinolaringoiatra.
L’anosmia in genere si presenta dopo un raffreddore infettivo. Se il disturbo si dovesse verificare senza una causa apparente o s si è avuto da poco un trauma cranico è meglio consultare uno specialista.
Le terapie per l’anosmia dipendono dalle cause che l’hanno determinata. Se è presente un’infezione dei seni paranasali come la sinusite o un’allergia può essere utile fare dei lavaggi nasali con una soluzione salina.
Alle volte potrebbero non bastare solo questi ma servirà anche assumere antibiotici o cortisonici.
Se invece è presente un’ostruzione occorrerà correggerla con “terapie mediche o chirurgiche che consentiranno di recuperare la capacità di sentire gli odori”.
Inoltre, “se la causa della anosmia è un tumore, la terapia consiste nella sua asportazione chirurgica e nella radioterapia. In questo caso è improbabile che l’olfatto possa essere recuperato”.
Infine, scrivono sul sito dell’Iss salute che: “in certi casi, potrebbe essere di aiuto anche un trattamento di rieducazione (training) al riconoscimento degli odori”.
(Fonte: Istituto superiore di sanità)