Fare interagire i bambini affetti da autismo con i gatti è un metodo migliore rispetto ai cani, perché hanno un approccio diverso. Lo dimostrano gli studi
Se la pet teraphy può aiutare anche i bambini affetti da autismo, non ci sono dubbi sull’animale migliore da scegliere: è il gatto anche più del cane, perché con lui è possibile instaurare un rapporto più diretto e profondo
L’ultima conferma arriva da uno studio condotto alla Missouri University e pubblicato di recente sul ‘Journal of Pediatric Nursing‘. Sono state prese in considerazione dodici famiglie con bambini affetti da autismo: una metà delle quali aveva già adottato un gatto e l’altra no.
Le famiglie senza gatto sono state osservate prima per quattro mesi e mezzo nella loro vita normale e poi anche loro hanno accolto l’animale in casa. Altri quattro mesi e mezzo di studio per verificare se fosse cambiato qualcosa nella loro vita e in quella del bambini, verificando i suoi comportamenti sociali e l’interazione con l’animale.
Il risultato finale è stata una conferma. Con un gatto vicino, i bambini hanno migliorato la loro capacità di interagire socialmente, aumentando anche la loro empatia. Inoltre hanno ridotto la loro iperattività e hanno accusato meno l’ansia da abbandono che è una delle manifestazioni tipiche dell’autismo.
Ma c’è un vantaggio in più: il gatto non abbaia e quindi non produce rumori forti. Anche per questo motivo è più adatto per la vita con un bambino autistico che è più sensibile ai rumori eccessivi. In pratica il felino ha su di loro un forte potere calmante proprio perché il gatto fa una vita indipendente e quindi invade meno il loro spazio vitale.
Bambini con autismo e gatti, i motivi della loro affinità
Quest’ultimo studio americano è giunto dopo una serie di conferme già arrivate negli anni passati. I bambini affetti da autismo fanno più attenzione ai gatti rispetto ai cani perché un contatto visivo prolungato può essere snervante per tutti quelli che hanno problemi ad interpretare i segnali di interazione.
I felini riescono ad essere presenti nella vita del bambino senza stressarli quando vogliono attirare l’attenzione. Si prestano alle coccole quando è ora ma non le ricercano a tutti i costi come fanno invece i cani e non hanno problemi anche quando rimangono da soli. Quindi il bambini non deve subito mostrarsi attaccato ma può farlo poco alla volta. Tutto questo produce un effetto benefico in entrambi che possono entrare in contatto poco alla volta.
In più il modo di agire che hanno i gatti, più compassato e rilassato, aiuta i bambini autistici ad acquisire sicurezza nelle loro azioni quotidiane. Il cane ha sempre bisogno di cercare una conferma delle sue azioni nello sguardo dei padroni, il gatto no perché gli sembra un atteggiamento aggressivo.
Per questo i bambini autistici si identificano meglio con i gatti e cercano di comportarsi come loro. Quindi puntare su un gatto è la mossa vincente anche se non sostituisce in alcun modo la terapia tradizionale.