Secondo il Presidente dell’Istituto Superiore della Sanità Silvio Brusaferro il Coronavirus in Italia sta rallentando la sua diffusione: ora cosa succederà?
Il governo sta aggiornando la divisione delle regioni in zone dove sono attive misure di sicurezza più o meno restrittive: nelle ultime ore, mentre la Campania rimane zona gialla, cinque regioni sono diventate arancioni a causa del peggioramento dei dati dei contagi.
Secondo Silvio Brusaferro, però, i dati sono incoraggianti e bisogna continuare l’operazione di mitigazione che il governo ha messo in atto nelle ultime settimane e che continuerà a portare avanti fino a che il tasso di contagio non scenderà sotto l’1%.
“L’indice Rt sta crescendo più lentamente. Quasi tutte le Regioni sono a rischio alto o moderato” ha dichiarato oggi Silvio Brusaferro, che ha quindi sottolineato come il virus si stia diffondendo più lentamente rispetto alla scorsa settimana in virtù delle restrizioni messe in atto dal governo.
Tali limitazioni alla mobilità dei cittadini hanno diminuito gli assembramenti e hanno cominciato a contenere l’indice di contagio.
Quest’ultimo però rimane molto alto in tutta Italia. La media della penisola è di 1.7, con picchi pericolosamente vicini al 2% in alcune regioni. Per quanto si cominci a tenere la diffusione del virus un po’ più sotto controllo, la situazione è comunque ancora molto grave, con un numero altissimo di nuovi casi positivi registrati in Lombardia nelle scorse 24 ore.
“In tutto il paese la crescita del contagio è molto significativa. La battaglia per interrompere la circolazione del virus e riportare i numeri ad una dimensione sostenibile per i nostri servizi sanitari passa soprattutto attraverso le scelte e i comportamenti quotidiani di ognuno di noi” ha sottolineato il Presidente.
Nonostante le ottime notizie che arrivano dal fronte dei vaccini, secondo Brusaferro le armi più importanti contro il Coronavirus sono ancora le stesse di sette mesi fa: mascherina, distanziamento, corretto e frequente lavaggio delle mani.
L’obiettivo finale della fase di mitigazione che andrà portata avanti nelle prossime settimane è quello di alleggerire la pressione sul sistema sanitario nazionale, che attualmente è pericolosamente vicino al collasso.
Secondo i dati diffusi da Silvio Brusaferro in alcuni casi la soglia del 30% – 40% dei posti letto occupati è stata superata.
Nonostante il fatto che la situazione sia attualmente preoccupante dal governo arrivano forti rassicurazioni in merito al fatto che l’opzione lockdown non è attualmente presa in considerazione. Questo non significa però che non si possa arrivare ad applicare misure molto simili a quelle dello scorso lockdown se l’indice dei contagi non dovesse rallentare, in particolar modo nelle zone attualmente classificate come rosse.
C’è da dire però che misure più severe, cioè l’applicazione di una gigantesca zona rossa in tutta Italia, sono state più volte invocate dai medici della Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale, attualmente presi letteralmente d’assalto dai pazienti. Il Presidente della Federazione, Silvestro Scotti ha definito la divisione in zone applicata dal governo come “la barzelletta del puzzle”.
Tra l’altro lo stesso Istituto Superiore della Sanità ha indicato quattro regioni per cui sarebbe ragionevole anticipare misure più restrittive senza attendere che passi altro tempo. Si tratta di Emilia Romagna, Campania, Friuli Venezia Giulia e Veneto.