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Caso Yara, nuove rivelazioni: 79 numeri telefonici segreti nella Sim della tredicenne

Spuntano nuove rivelazioni alla vigilia della data della prima udienza del processo, fissata al prossimo 27 aprile, che vede come imputato il muratore di Mapello, Massimo Giuseppe Bossetti, in carcere dal 16 giugno del 2014, per l’omicidio della tredicenne Yara Gambirasio, scomparsa il 26 novembre 2010 da Brembate Sopra, e trovata morta tre mesi dopo in un campo a Chignolo d’Isola.

Secondo alcune rivelazioni, in esclusiva del settimanale “Oggi”, dalle indagini emergono nuove piste e alcuni lati oscuri. Tra le nuove indiscrezioni vi sarebbero ben 79 utenze che sono state trovate nella Sim del cellulare, che era in una tasca del giubbotto di Yara assieme alla batteria del suo telefono e che erano protette da un codice di accesso, di cui i genitori non erano al corrente. Gli inquirenti hanno pertanto interrogato i proprietari di quei numeri di telefono, tra i quali un giovane ragazzo di 13 anni, che sostiene di non aver mai conosciuto Yara né tantomeno di averci mai parlato.
Eppure in base ai tabulati sono stati riscontrati nel mese di gennaio 2010 ben 109 contatti tra il cellulare di Yara e quello del ragazzo: “Non me lo so spiegare… Non ricordo di aver mai avuto il numero di Yara… A volte mi capita di prestare il mio telefono ad alcuni amici… È un mistero come sia potuto accadere…”, ha dichiarato il giovane adolescente.

Al momento gli inquirenti stanno tentando di stabilire se quei numeri erano stati memorizzati da chi aveva prima in uso quel cellulare ma secondo i difensori di Bossetti, “resta il fatto che si potevano approfondire le indagini anche sul traffico telefonico e non è stato fatto”.

I passaggi del furgone e le tracce di Dna sconosciuto mai analizzate

Tra gli altri elementi ancora da chiarire vi sarebbero anche quelli che riguardano le riprese delle telecamere di sorveglianza che riprendono i passaggi ripetuti del furgone di Bossetti nei pressi della palestra di Brembate, dove si allenava Yara. “In realtà sono quattro furgoni diversi”, ha sostenuto la difesa basandosi sui video.

Inoltre, la difesa ricorda che vi è una contraddizione nelle affermazioni dell’insegnante di ginnastica di Yara che prima dice di avere visto la ragazza la sera della scomparsa e poi lo nega. Ma vi è anche il mistero della collocazione del corpo nel campo di Chignolo d’Isola che secondo l’accusa sarebbe avvenuta fin dal delitto, ovvero che la ragazza sia stata stuprata e uccisa in quel campo: “Anche il giardiniere che si occupava di quel campo ci si era addentrato a piedi senza scorgere il cadavere, per noi è stato portato lì poco prima del ritrovamento”, sostiene pertanto la difesa.

In questo nuovo scenario, spunta anche un altro elemento importante che riguarda le tracce genetiche per cui secondo la difesa di Bossetti, grazie ad un consulente genetista di Torino, Sara Gino, nei documenti dell’inchiesta, vi sarebbero anche “svariate tracce” di Dna sconosciuto rilevate sugli indumenti di Yara che non sono state chiarite e che sarebbero in realtà di rilevanza in quanto anche tutta la costruzione dell’accusa si basa proprio sul suo codice genetico trovato sugli slip e i leggings di Yara.

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