Chiara Appendino condannata in primo grado a 18 mesi per la tragedia di piazza San Carlo nella quale sono morte tre persone. Le reazioni
La sindaca di Torino, Chiara Appendino, è stata condannata oggi in primo grado a 18 mesi nel processo per i fatti di piazza San Carlo risalenti al giugno del 2017. altri imputati, anche lei aveva scelto il rito abbreviato e adesso, una volta che usciranno le motivazioni della sentenza, andrà in Appello.
Tutto era cominciato la sera del 3 giugno 2017, quella della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid a Cardiff. In centro a Torino erano stati montati due maxi schermi per i tifosi bianconeri. Ma dopo una tentata rapina plurima accompagnato dallo spruzzo di spray urticante, in piazza era stato panico puro.
Nella calca erano state ferite mortalmente due donne: Erika Pioletti, deceduta in ospedale qualche giorno dopo. E, Marisa Amato, rimasta subito tetraplegica e morta nel 2019. Un altro uomo Anthony Bucci, è morto il 31 gennaio 2020 dopo oltre due anni di sofferenze e l’amputazione di un piede
Egualmente condannati a 18 mesi anche l’ex capo di gabinetto del Comune, Paolo Giordana e l’allora questore Angelo Sanna. Con loro anche l’ex presidente di Turismo Torino, cioè l’agenzia che aveva organizzato l’evento, Maurizio Montagnese ed Enrico Bertoletti, professionista che aveva seguito parte della progettazione. Le accuse per tutti erano di omicidio, lesioni e disastro colposi.
Il procuratore aggiunto Vincenzo Pacileo per la sindaca aveva chiesto una condanna a un anno e 8 mesi, due anni per Giordana, un anno e sette mesi per Montagnese e 3 anni e sei mesi per Bertoletti. Secondo l’accusa la manifestazione fu organizzata male e in maniera frettolosa. Per le difese invece quanto successo quella sera non poteva essere previsto, a cominciare dal panico collettivo.
Tragedia di piazza San Carlo, la ricostruzione dei fatti e le prime reazioni
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Quel 3 giugno 2017, Chiara Appendino era a Cardiff, invitata dalla Juventus ad assistere alla finale di Champions League e quindi aveva seguito a distanza quanto successo. Le indagini hanno accertato che durante lo svolgimento della partita il caso era stato generato da alcuni malviventi che avevano spruzzato spray urticante. Volevano così farsi largo dopo aver rubato una serie di oggetti di valore tra il pubblico.
La loro responsabilità è stata giudicata a parte e sono arrivate le condanne a 10 anni (anche in Appello) per omicidio preterintenzionale. Ma intanto quei fatti avevano provocato tre morti e più di 1500 feriti, oltre a centinaia di richieste di risarcimenti per una ferita che ancora oggi fatica a rimarginarsi.
Appresa la notizia della condanna, Chiara Appendino ha pubblicato un lungo post sui social: “È una decisione che accetto e rispetto, anche per il ruolo che rivesto. La tesi dell’accusa, oggi validata in primo grado dalla Giudice, è che avrei dovuto prevedere quanto poi accaduto e, di conseguenza, annullare la proiezione della partita in piazza. È una tesi dalla quale mi sono difesa in primo grado e che, dopo aver letto le motivazioni della sentenza con i miei legali, cercherò di ribaltare in Appello. Perché è evidente che, se avessi avuto gli elementi necessari per prevedere ciò che sarebbe successo, l’avrei fatto”.