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Come combattere la pigrizia, una delle cause principali di mortalità

La pigrizia è un fenomeno che coinvolge circa 24 milioni di italiani portando l’Italia ad essere inclusa fra i 20 paesi più sedentari al mondo. Tuttavia, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) la mancanza di esercizio fisico si rivela essere una delle cause principali di mortalità e l’essere sedentario viene associato ad una maggior probabilità di malattie cardiovascolari, diabete  tumori.

Una situazione che ha portato gli esperti dell’Academy of Medical Royal Colleges, l’accademia medica inglese a coniare la sindrome della morte da sedentarietà mentre la Federazione Medico Sportiva Italiana aveva proposto di considerare la pigrizia una vera patologia.

Secondo l’Oms sarebbero necessari 150 minuti di allenamento settimanali per restare in forma.  Ma per molti due ore e mezzo di sport settimanali è una sfida impossibile. Pertanto gli esperti stanno tentando di invitare a rivedere una media per spronare la popolazione più pigra tanto che alcune ricerche indicano che anche con un’ora di attività moderata o vigorosa a settimana si ha una minima riduzione della mortalità: “Non proponiamo una marcia indietro dalla quantità di moto raccomandata, ma per chi non ci arriva possiamo tentare traguardi intermedi”, viene indicato nel British medical journal.

Come riporta il Corriere della Sera Gianfranco Beltrami, docente del corso di laurea in Scienze motorie dell’Università di Parma e membro del consiglio direttivo della Federazione Medico Sportiva Italiana (FMSI) ha sottolineato che l’obiettivo è quello che lo sport sia preso come una medicina: “Come un farmaco, però, se ne prendiamo troppo poco non fa effetto- spiega Beltrami- Camminare per dieci minuti di quando in quando non serve granché: certo è sempre meglio di niente, soprattutto in presenza di patologie, ma non crogioliamoci nell’idea che sudare sia inutile per ottenere benefici consistenti sulla salute e la forma fisica”.
Insomma per i più pigri non c’è via d’uscita: l’attività fisica deve avere una certa durata e un determinato tipo di intensità e dovrebbe essere svolta per 45-60 minuti a giorni alterni.

“Il primo passo di chi decide di fare movimento è valutare con una prova da sforzo la propria reale frequenza cardiaca massima e il consumo massimo di ossigeno: poi è possibile determinare durata, frequenza e intensità dell’allenamento, da scegliere in modo che sia completo”, sottolinea Beltrami che ha poi ricordato che “non va bene, puntare solo su un’attività aerobica e ad esempio dedicarsi soltanto alla corsa: vanno sempre associati esercizi anaerobici di potenziamento e lo stretching, perché per essere davvero in salute contano anche forza muscolare, flessibilità, equilibrio. Inoltre, la dose di movimento cambia man mano che passano i mesi, perché con l’allenamento si fanno progressi e l’intensità degli sforzi può crescere”.

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