L’acquisizione della competenza di regolazione emotiva nel bambino si configura come un importante fattore di protezione rispetto a diverse problematiche psicopatologiche, migliorando la qualità di vita dei bambini. Lo stato emotivo determina, in modo sostanziale, lo stato di benessere o malessere delle persone e ne influenza le azioni. Ad esempio, alcuni comportamenti disfunzionali come abbuffate, agiti aggressivi, abuso di sostanze, promiscuità, autolesionismo e disturbi internalizzanti come ansia e depressione, sono generati da un’inefficiente regolazione delle emozioni. Per questo motivo, per i genitori risulta fondamentale aiutare i propri figli ad acquisire abilità di competenza emotiva efficaci, che incidano positivamente sul loro stato di benessere fisico e psicologico. L’acquisizione di utili modalità di gestione dei propri stati emotivi in età evolutiva, si configura come un importante fattore di protezione rispetto a diverse problematiche psicopatologiche, migliorando decisamente la qualità della vita dei bambini. Ma i genitori sanno davvero come si sviluppa la competenza emozionale dei bambini? E, cosa importante, sanno come aiutare i propri figli nell’auto-regolamentazione di queste emozioni? E’ altresì fondamentale avere coscienza che i sentimenti nei bambini, anche piccolissimi, sono presenti, sempre! Adottare uno stile genitoriale adeguato a tale apprendimento mira al miglioramento evolutivo del bambino e a crescere, così, un figlio sereno. Ma partiamo dal principio e capiamo cosa sono le emozioni e come si sviluppa la competenza di queste nel bambino in età evolutiva.
Potrebbe interessarti anche: Come spiegare il concetto di morte ai bambini e a che età farlo
L’emozione è una reazione soggettiva ad un evento saliente (cioè un evento scatenante specifico per ogni emozione), caratterizzata da cambiamenti fisiologici (come il battito accelerato, sudorazione eccessiva, ecc.) esperienziali e comportamentali (espressioni facciali, gesti, voce e postura). Le emozioni e la loro espressione sono frutto della selezione naturale: sono rimaste nel nostro patrimonio genetico perché in passato, utili alla sopravvivenza. Hanno da sempre una duplice funzione, quella di comunicare con specifici messaggi il proprio stato interiore e quella di preparare l’individuo all’azione. Ecco perché le emozioni assumono un ruolo centrale nella vita delle persone e dei bambini, in modo particolare. Non è possibile decidere che emozioni sperimentare, ma possiamo insegnare ai nostri figli come gestirle, guidandoli verso una modalità di auto- regolazione emotiva, in modo tale che queste non vengano vissute come pericolose, in quanto al di fuori della sfera del controllo. Sperimentare le emozioni in maniera adattiva incide positivamente su uno sviluppo sano del senso del sé, sulla salute mentale e sul benessere sociale.
Potrebbe interessarti anche: Aggressività nei bambini piccoli: fattori di influenza e comportamenti
Potrebbe interessarti anche: Paure dei bambini: diverse per età evolutiva. Da dove nascono le paure?
La competenza emotiva implica tutte quelle abilità necessarie per essere e sentirsi auto-efficace negli scambi relazionali che elicitano emozioni. Ciò comporta conoscere le proprie e le altrui emozioni e saper utilizzare tali conoscenze per adattarsi efficacemente al contesto socioculturale in cui si agisce. Si fa riferimento a vere e proprie abilità necessarie per essere, o diventare, emotivamente competenti. Essere emotivamente competenti vuol dire quindi saper utilizzare le emozioni come strumenti di adattamento sociale. Implica conoscenza, padronanza, efficienza e organizzazione di tutte le parti del processo emotivo. Se ne sono occupati diversi studiosi prendendone in considerazione le diverse componenti. In generale, la competenza emotiva fa riferimento a tre ambiti particolari, quali:
Potrebbe interessarti anche: Perché per i bambini giocare è così importante? Le fasi del gioco 0-11 anni
Per quanto riguarda l’espressione, saper esprime l’emozione vuol dire anche manifestare i propri stati d’animo in maniera coerente con il contesto e comprensibile per chi ci circonda. Questo implica saper utilizzare canali sia verbali che non verbali. I bambini diventano sempre più competenti nell’utilizzo di diversi canali per esprimere le emozioni. In particolare le regole di espressione sono le norme culturali che regolano la manifestazione delle emozioni (sia il tipo di emozione da esternare, sia le circostanze più adeguate).
Prima fase evolutiva (0-2 mesi). Il bambino in questa prima fase ha delle risposte riflesse regolate da processi biologici. Sorriso endogeno, interesse e attenzione precoce coatta, trasalimenti, sconforto. Pianto reattivo “empatico”.
Seconda fase evolutiva (2-12 mesi circa) Inizia e si sviluppa l’intersoggettività. I comportamenti espressivi diventano da non intenzionali a intenzionali. Vi è l’importanza dello scambio madre-bambino: l’affinamento delle capacità espressive e di riconoscimento e dunque la risposta appropriata alle manifestazioni emotive dell’altro. Sorriso sociale, sorpresa, rabbia e tristezza, gioia, paura ed empatia egocentrica.
Terza fase evolutiva (12-36 mesi circa) Compare e si sviluppa l’espressione delle emozioni sociali, queste nascono dalla comprensione nelle norme sociali. Vergogna, imbarazzo, colpa, emozioni miste, timidezza ed esperienze empatiche accompagnate da condotte pro-sociali. In età prescolare e oltre vi è invece l’apprendimento delle regole di esibizione delle emozioni
Potrebbe interessarti anche: Rapporto padre-figlio, le tappe evolutive per essere un buon papà
Sapere comprendere le emozioni per i bambini vuol dire dare un significato agli eventi interni e alle manifestazioni proprie ed altrui, comprenderne la natura, le possibili cause e la possibilità di regolarle nonché la costruzione di una “teoria della mente emotiva”, fondamentale per interpretare le situazioni e agire di conseguenza. Lo sviluppo della comprensione emotiva nel bambino attraversa, così come l’espressione vista in precedenza, delle fasi evolutive. Tra queste vediamo:
Una prima fase evolutiva (0-14 mesi). In questa prima fase di comprensione il bambino prova: Interesse, piacere e disagio espressi e compresi in risposta allo sguardo dell’altro prima su di sé, poi sugli oggetti ed infine sulle azioni compiute con e sugli oggetti.
Nella seconda fase evolutiva (2-5/6 anni circa) il bambino ha comprensione di eventi esterni ed osservabili come cause principali delle emozioni, che vengono riconosciute soprattutto sulla base di indizi espressivi facciali. Uso del lessico psicologico e comprensione del ruolo dei ricordi.
Nella terza fase evolutiva (5/6-8 anni circa) vi è una comprensione delle emozioni complesse e del ruolo di desideri e credenze come cause emotigene, cioè fattori mentali, non osservabili possono far nascere emozioni. Vi è una distinzione tra emozione espressa ed emozione provata.
Nell’ultima fase, la quarta fase evolutiva (8-11/12 anni circa) il bambino ha la capacità di riflettere sugli eventi emotivi. Comprende l’impatto delle norme morali sulle emozioni, comprende le emozioni miste e la possibilità di controllare le emozioni.
Potebbe interessarti anche: Dislessia e DSA nei bambini, come riconoscerle e come intervenire
Saper regolare l’emozione nel bambino è un’attività psichica complessa e articolata ed è fondamentale per un buon adattamento sociale. Questa, così come le ultime due citate, espressione e comprensione, ha un suo sviluppo ben preciso nel bambino. Infatti troviamo le diverse tappe di sviluppo nella vita di un bimbo che sono 3:
Prima fase evolutiva (0-12 mesi) L’adulto dà significato alle esperienze del bambino. Prime strategie autoregolatorie: ri-orientamento attenzione; autoconsolazione; ricerca attiva dell’adulto; uso di oggetti transizionali.
Seconda fase evolutiva (1-3 anni circa) Ruolo dell’adulto ancora importante come sostegno in situazioni emotive intense: riferimento sociale; attaccamento. Strategie di evitamento fisico; importanza del gioco simbolico e di finzione per rielaborare e dar senso alle esperienze emotive.
Terza fase evolutiva (3-6/7 anni circa) Controllo verbale, atteggiamenti consolatori. Utilizzo sempre maggiore di strategie mentalistiche e flessibilità. Distanziamento cognitivo.
Alcune ricerche in campo psicologico hanno evidenziato come i bambini in grado di autoregolare le proprie emozioni hanno più successo nel rapporto con i coetanei. Mentre i bambini che sanno esprimere con chiarezza i propri stati emotivi sono più apprezzati dai coetanei. I bambini con un vocabolario emozionale adeguato sono più popolari e colore che si esprimono in termini più positivi hanno relazioni più soddisfacenti. Così come i bambini che sanno meglio interpretare i messaggi emotivi degli altri hanno una maggiore approvazione sociale. In ultimo, quei bambini che gestiscono la collera in maniera meno aggressiva hanno una maggiore competenza sociale e più successo come leader.
Potebbe interessarti anche: Le tappe dello sviluppo motorio del bimbo nel primo anno
L’acquisizione di utili modalità di gestione dei propri stati emotivi in età evolutiva, si configura come un importante fattore di protezione rispetto a diverse problematiche psicopatologiche, migliorando decisamente la qualità della vita dei bambini. Per il genitore è importante fare esperienza con la propria competenza emotiva: il contatto con il bambino fa emergere anche le nostre emozioni ed è altresì importante essere coerenti. I messaggi che mandiamo ai bambini circa le loro emozioni riflettono il nostro pensiero riguardo ad esse, la nostra filosofia emotiva, spesso inconsapevole.
Ecco alcuni suggerimenti utili ai genitori per aiutare il proprio figlio nella consapevolezza e regolazione della competenza emotiva:
Potrebbe interessarti anche: Il carattere di un bambino è innato? Le 4 tipologie e l’importanza del No
Se vuoi restare aggiornata su tutto ciò che riguarda la gravidanza, la maternità, la psicologia, la burocrazia come cresce e si sviluppa il tuo bambino CLICCA QUI!
Certamente aiutare il proprio bambino nello sviluppare in modo adeguato la propria competenza emotiva non è facile, il lavoro richiede tanta pazienza e comprensione, cosa che, spesso, noi genitori non abbiamo, purtroppo. Ecco che quindi commettiamo degli errori comportamentali con i nostri figli senza neanche accorgercene. Di seguito una breve lista di errori da evitare e comportamenti giusti da adottare con il proprio bambino.
Potrebbe interessarti anche: Sonno e bambini: quanto devono dormire ? Le linee guida da seguire
Il genitore deve essere consapevole e accettare le emozioni del bambino, aiutandolo a dare un nome alla propria esperienza emotiva in un determinato momento (per esempio se è arrabbiato o particolarmente triste); Insegnare al bambino come affrontare le emozioni intense, confortarlo in caso di emozioni ad alta intensità. Il genitore deve avere la capacità di tollerare di trascorrere il tempo con il bambino anche e soprattuto se triste, arrabbiato o impaurito senza diventare nervoso o impaziente.
Potrebbe interessarti anche: Complesso di Edipo e Complesso di Elettra nei bimbi: come affrontarli
Uno di questi comportamenti implica timore di non saper controllare la situazione, e la scarsa conoscenza di modalità per incanalare le emozioni negative del bambino. La tendenza ad ignorare o respingere tali emozioni, così come una scarsa tolleranza. Minimizzare e/o svalutare l’esperienza emotiva del bimbo, come alcune rassicurazioni del tipo: “non è niente, piangi per così poco” e magari ridere dell’accaduto. Il genitore normalmente, pensa che così facendo i sentimenti negativi che il bambino prova in quel momento passeranno velocemente e senza lasciare effetti. Sbagliato!
(Fonte: StateofMind.it)