COMANDANTE SCHETTINO E LA BIONDA DEL MISTERO – Tanti, troppi, misteri si cellano dietro il naufragio della Costa Concordia, che, per ora, ha costato vita 11 persone. Mentre le ricerche dei dispersi, mancano all’appello 25 persone ancora, sono state sospese per il cattivo tempo, proseguono le indagini degli inquirenti.
Ieri era spuntata una ragazza bionda, di origini moldave, che quella maledetta sera era al fianco del capitano Schettino nei momenti prima dell’incidente. La ragazza, Domnica Cermotan, lavorava da cinque anni per la compagnia Costa Crociere, però questa volta si trovava a bordo a titolo di passeggero. Il suo nome, come risulta dalle indagini, non figura sulla lista dei presenti sulla nave. Come mai era lì, in plancia del comando poi, proprio nel momento in cui Schettino faceva quella manovra pericolosa, intento a fare quell’inchino per un comandante che nemmeno si trovava sull’isola?
La ragazza – sostiene la Costa – era regolarmente registrata a bordo e “risulta aver acquistato un biglietto del quale è possibile esibire la matrice”. Sua madre, intervistata dalla tv moldava, ha detto che suo fratello le aveva regalato quella crociera. Se cosi lo fosse, alla ragazza sarebbe stata assegnata una cabina, come agli altri passeggieri ‘regolari’. Dove dormiva, molti si sono chiesti, e con chi? Quella maledetta sera, la ragazza aveva cenato insieme a Schettino, e quanto risulta dalle testimonianze dei presenti nel ristorante esclusivo della Concordia, il capitano avrebbe bevuto un po’ troppo. Forse per mostrare alla ragazza le sue abilità che ha deciso di fare quella manovra?
Intanto, alla lista misteri si è aggiunto anche il fatto del computer personale, che Schettino aveva portato con sé lasciando la nave. È stato lo stesso Schettino a dire all’albergatore che in una busta colorata di plastica aveva il proprio computer, così prezioso da essere riuscito a portarlo in salvo nei concitati attimi di evacuzione della Concordia. Quel computer però, usato sabato mattina dal comandante, è ora scomparso. Conteneva sicuramente file importanti su cui magistrati vorebbero avere chiarezza. Poi c’è il giallo degli abiti che indossava il comandante. Lui sostiene di essere stato in divisa. Perchè allora nell’intervista rilasciata prima del fermo, alle ore 14 indossava un giaccone scuro che non aveva nulla a che vedere con la divisa della Costa? Un tentativo di camuffamento, di sottrarsi a chi stava cercando aiuto, o solo il vestirsi con la prima cosa che aveva trovato entrando in cabina? Troppe domande a cui, si spera presto, le indagini daranno una risposta.
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