Per il ministro agli Affari Regionali le restrizioni anti-Covid, nella seconda ondata, hanno evitato il lockdown nazionale. L’esponente del Pd guarda al futuro con ottimismo e chiede di vaccinare subito gli over 80
L’emergenza sanitaria da Covid-19 non è conclusa. L’Italia s’affanna per rientrare nei tempi previsti per la campagna vaccinale. Per gli esperti, entro il 2021, non si raggiungerà la tanto sospirata immunità di gregge. Inoltre, il commissario straordinario all’emergenza Domenico Arcuri ha detto chiaramente che l’Italia, per i vaccini contro il Covid, riceverà un numero complessivo di dosi sufficiente a coprire soltanto il 50% della popolazione.
A tutto questo, s’aggiunga pure il fatto che, la campagna vaccinale, procede a ritmo diverso nelle varie regioni. La Campania è quella più virtuosa, con il più alto numero di somministrazioni effettuate in rapporto alla quantità di dosi ricevute. Ha già terminato la prima tranche ed è in attesa di un nuovo lotto. Inoltre il suo governatore, Vincenzo De Luca, ha persino promesso una “tessera per i vaccinati”. La Sardegna, invece, si colloca agli ultimi posti.
Divieti e restrizioni accompagneranno gli italiani ancora per alcuni mesi. Proprio in queste ore trapelano indiscrezioni sulla nuova stretta del governo, con altre limitazioni da introdurre a partire dal prossimo 16 gennaio. Tra le misure dovrebbe esserci anche la “zona bianca”, caldeggiata dal ministro Dario Franceschini, una sorta di “osai felice” con restrizioni quasi del tutto azzerate. Resterebbe soltanto l’obbligo di indossare la mascherina. La nuova fascia, che s’aggiungerebbe alle altre tre già in uso (rossa, gialla e arancione) scatterebbe soltanto nelle regioni con indice di contagio (Rt) molto basso.
Il governo si gioca tutte le carte per portare il paese fuori dalla crisi. Sull’efficacia dei provvedimenti adottati fino ad oggi le opinioni sono discordanti, anche tra gli esperti della comunità scientifica. L’infettivologo Matteo Bassetti invita alla cautela nell’estensione della zona rossa, per evitare conseguenze economiche ancora più drammatiche. Tra i rigoristi, invece, c’è il ministro Francesco Boccia.
Sull’andamento dell’epidemia, con riferimento alle misure restrittive fino ad oggi adottate, ha fatto il punto della situazione Francesco Boccia. Il ministro agli Affari Regionali sottolinea l’importanza del sistema delle restrizioni e degli interventi territoriali. Per l’esponente del Pd, questa organizzazione, durante la seconda ondata, “ci ha salvato ben due volte da un nuovo lockdown nazionale e generalizzato, una misura estrema che sono stati costretti a prendere molti Paesi europei e che l’Italia, invece, ha evitato”.
Boccia invita gli italiani alla prudenza. “Il rigore e la responsabilità collettiva devono caratterizzare – ha detto il ministro – anche le prossime settimane per abbassare la pressione sulle reti sanitarie e aiutare tutti gli operatori sanitari nella campagna di vaccinazione”. Il politico dem ripone grandi speranza nel vaccino. A partire da oggi, sono in distribuzione in Italia anche le dosi del vaccino prodotto da Moderna.
Al momento non c’è alcun obbligo per il vaccino contro il Coronavirus. I cittadini potranno scegliere, liberamente, se farlo e meno. Tuttavia il governo punta, da un lato, a sensibilizzare una fetta consistente della popolazione e, dall’altro, a dare la priorità ai soggetti delle “categorie a rischio”. I più fragili devono avere una corsia preferenziale. Su questo punto concorda anche Boccia, che lancia un messaggio di speranza per il futuro. “Sono convinto – ha scritto su Facebook il ministro – che nei prossimi giorni, con l’implementazione delle dosi in tutti i territori, potremo scrivere una pagina definitiva importante che ci porta verso l’uscita da questo tunnel. Questa non è una competizione a squadre ma una partita che l’Italia gioca insieme, con un unico spirito nazionale e di squadra”.
Per il ministro “dal tunnel ne usciremo insieme e presto” perché “tutte le Regioni hanno accelerato sulle vaccinazioni e il governo è pronto a sostenere ulteriori sforzi”. Inoltre, per Boccia, non serve una “pagella ma uno sforzo comune per il bene di tutti. Come si diceva poc’anzi, l’esponente dem ha le idee chiare su quali soggetti debbano avere un accesso prioritario al vaccino. Al primo posto, per lui, ci sono anziani e operatori sanitari.
“Dopo aver vaccinato, nelle prossime settimane, gli oltre 4,4 milioni di italiani over 80 e tutti gli operatori sanitari avremo messo immediatamente al sicuro e difeso tutti i più fragili e chi è in prima linea. Caleranno immediatamente – ha detto Boccia – gran parte dei ricoveri in area medica e nelle terapie intensive e, finalmente, si vedrà la luce che porta all’uscita di questo lungo e sofferto tunnel”.