Pandemia Covid-19, c’è una nuova variante giapponese. L’annuncio arriva dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Per il ministero della Salute nipponico: “Servono ulteriori verifiche”
Pandemia da Covid-19, non c’è pace per il mondo. Dopo quella spagnola, quella inglese e quella sudafricana, spunta ora una nuova variante giapponese. Ad annunciarlo è l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Come è noto, i virus si trasformano continuamente e, questo, vale anche per il SARS-Cov-2. Tuttavia, non tutte le mutazioni sono meritevoli di essere prese in considerazione. L’orientamento scientifico comune, a livello internazionale, è quello di analizzare soltanto le varianti principali, proprio perché le mutazioni possono essere migliaia ed è praticamente impossibile seguirle tutte.
Comunque, dopo la variante britannica, che tiene ancora in scacco il Regno Unito e che ha fatto registrare anche qualche caso in Italia, e quella sudafricana, altrettanto contagiosa, ora c’è anche la mutazione giapponese per la quale è allerta massima. Per il ministero della Salute nipponico sono necessarie ulteriori verifiche, al fine di individuare le caratteristiche principali del nuovo SARS-Cov-2. Stando ai primi dati raccolti dagli esperti, la mutazione sarebbe in parte simile ad alcune varianti segnalate per la prima volta in Inghilterra e Sudafrica. La nuova mutazione giapponese è stata osservata in quattro persone infette arrivate dal Brasile. Al momento la “versione nipponica” del Covid non sembra essere particolarmente contagiosa. L’attenzione degli scienziati si concentra sulla necessità di verificare se possa essere o meno più mortale e, soprattutto, se possa compromettere l’efficacia dei vaccini già in distribuzione.
Stando a quanto riferito dall’Oms, la mutazione nipponica non sembra mostrare un aggravamento della malattia. Nel contesto della pandemia da Covid, il numero di mutazioni principali da osservare, potrebbe crescere nei prossimi mesi. Ne è convinta l’Oms. “La trasmissibilità di alcune varianti del virus sembra aumentare” – ha commentato il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus, sottolineando però che “al momento le varianti non sembrano mostrare una maggiore gravità della malattia”.
Il Giappone trema per la nuova mutazione del SARS-CoV-2. Si teme, in particolare, per l’impatto che potrebbe avere sulla campagna vaccinale. Sarà resistente agli antidoti messi a punto contro il Covid? Al momento, in base ai primi dati raccolti, questo rischio sembra essere scongiurato. Tuttavia, le autorità sanitarie, stanno conducendo ulteriori verifiche. Anche in Italia si discute molto sulle possibili conseguenze che le mutazioni, almeno quelle principali fino ad ora isolate, potrebbero avere sui vaccini.
Esperti autorevoli hanno già rassicurato al riguardo. E’ il caso di Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e di Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss). Anche Massimo Galli è dello stesso avviso. All’indomani della notizia sulla mutazione inglese l’epidemiologo aveva subito commentato: “Non credo che le nuova variante del Covid sia in grado di rendere i vaccini inutili, non mi fascerei la testa”.
La comunità scientifica propende per un cauto ottimismo. Intanto, buoni riscontri arrivano dalle ricerche internazionali. Da uno studio condotto sul vaccino Pfizer-BioNTech dalla stessa azienda, in collaborazione con l’università del Texas, l’antidoto sembra essere efficace contro 16 diverse mutazioni del virus, compresa una presente sia nella variante inglese che in quella sudafricana. Alle stesse conclusioni è giunta anche una ricerca italiana, condotta dall’Istituto zooprofilattico di Puglia e Basilicata. Insomma, almeno per il momento, in relazione alle principali mutazioni isolate fino ad oggi, non ci sarebbe nulla da temere per l’efficacia dei vaccini contro il Coronavirus.
La campagna vaccinale procede spedita in tutto il mondo. Tra i paesi membri dell’Unione europea l’Italia è al primo posto per il numero di dosi fino ad ora somministrate. La popolazione sta rispondendo bene agli appelli lanciati da esperti, politici e volti noti dello spettacolo. Si corre veloce per avere la tanto sospirata immunità di gregge. Al riguardo, però, l’Oms ha avvisato che sarà impossibile raggiungerla entro il 2021, in Italia come nel resto del mondo. Una prospettiva che, probabilmente, indurrà i governi a mantenere ancora per alcuni mesi divieti e restrizioni.
L’Italia, sembra andare proprio in questa direzione. Il 15 gennaio scadrà il dpcm attualmente in vigore e, l’esecutivo, sembra essere pronto ad introdurre nuove limitazioni. Si valuta addirittura l’ipotesi di prorogare lo stato d’emergenza fino al 31 aprile 2021. Stando alle indiscrezioni dell’ultima ora, il premier Giuseppe Conte non sarebbe però intenzionato ad andare oltre questa data, nonostante il comitato tecnico-scientifico chieda la proroga fino a fine luglio. Insomma è braccio di ferro. Le prossime ore saranno decisive anche per la tenuta dell’governo, sul quale grava la minaccia di una imminente crisi.
Al di là dei giochi di palazzo della politica, nostrana e non, i cittadini di tutto il mondo si augurano di poter uscire definitivamente da questo incubo, che dura ormai da quasi un anno.