Crisi di Governo formalizzata: Nicola Zingaretti punta il dito contro Matteo Renzi parlando di “grave errore”. Italia Viva è passata dalle parole ai fatti ritirando la delegazione dei suoi ministri. Piovono critiche da più parti
Sono ore calde per la politica italiana. La crisi di governo è stata formalizzata. Il partito di Matteo Renzi, Italia Viva, è passato dalla parole ai fatti, ritirando la delegazione dei suoi ministri. Hanno dato le dimissioni Teresa Bellanova, Elena Bonetti e il sottosegretario Ivan Scalfarotto. In che direzione andrà la politica italiana? Quali sono i possibili scenari? Sono queste le domande più ricorrenti. Lo strappo in maggioranza arriva in un momento molto delicato per il Paese, che vive una crisi economica-sanitaria senza precedenti.
Tra le cinque ipotesi possibili, quella del ritorno alle urne è la più remota. Ne sono certi gli analisti della politica italiana. Lo stesso Matteo Renzi, nella conferenza stampa di ieri che ha dato il via alla crisi governo, si è detto contrario al ritorno alle urne. “Non ci credo al voto – ha detto il senatore – perché il Parlamento non ha le condizioni per andare al voto, si andrà nel 2023“. La pensa in modo molto diverso il centrodestra che, invece, chiede il ritorno alle urne. Fratelli d’Italia vuole le dimissioni di Conte, subito. Giorgia Meloni le chiede via social. A farle da eco c’è anche Matteo Salvini che scrive: “Conte, Renzi, Di Maio, Zingaretti. Litigio infinito, italiani in ostaggio”
Il leader della Lega, su Twitter, pubblica una lista di nazioni in cui si andrà a votare, nonostante la pandemia, fra la primavera e l’estate 2021. In Italia, invece, anche gli esperti della comunità scientifica fanno muro per evitare le elezioni. Dicono che è troppo rischioso a causa della pandemia.
Nicola Zingaretti è molto duro con Matteo Renzi. Non le manda a dire e non ci gira intorno. “Da parte di Renzi e Italia Viva c’è stato un atto gravissimo contro l’Italia. Noi avremmo bisogno di nuovi investimenti, di sanità, non abbiamo bisogno di una crisi di governo. E’ un atto contro questo nostro Paese”. Così il segretario Pd in un’intervista al Tg1.
Quindi Nicola Zingaretti blinda Giuseppe Conte e non è l’unico. Sono tanti gli esponenti politici che, in queste ore, stanno esprimendo solidarietà al premier. Anche Andrea Orlando è dalla parte di Conte ed ha espresso il suo pensiero in un post su Twitter. “Andare oltre Conte – ha detto il vicesegretario del Pd – significa andare oltre il perimetro di questa maggioranza. No a maggioranze raccogliticce. Crediamo che agli italiani sia difficile spiegare perché dovremmo abbandonare Conte. E’ un salto nel vuoto che non ha nessun tipo di giustificazione”.
Sostegno al presidente del Consiglio arriva anche da buona parte del Movimento Cinque Stelle. Il ministro Alfonso Bonafede ha scritto su Twitter “Avanti con Giuseppe Conte”. Per Dario Franceschini invece: “Chi attacca il Presidente del Consiglio attacca l’intero governo. Giuseppe Conte sta servendo con passione e dedizione il proprio Paese nel momento più difficile della storia repubblicana”.
Il presidente del Consiglio, dal canto suo, ha detto di averle provate tutte per scongiurare la crisi. Nel corso del Consiglio dei ministri, iniziato ieri sera intorno alle 22, il premier ha spiegato le sue ragioni. “Ho provato fino all’ultimo minuto utile a evitare questo scenario. Non ci siamo mai sottratti a un tavolo di confronto anche se oggettivamente diventa complicato un confronto quando il terreno è disseminato continuamente di mine difficilmente superabili”. Il consiglio dei ministri di ieri, i cui lavori sono stati “turbati” dalla crisi aperta da Italia Viva, ha approvato il nuovo decreto contente le misure di contrasto all’epidemia di Coronavirus. Inoltre, lo stato d’emergenza è stato approvato fino al 30 aprile.
Stando alle indiscrezioni dell’ultima ora, questa mattina dovrebbe riunirsi l’ufficio politico del Pd. Alla riunione parteciperanno il segretario Nicola Zingaretti, il vicesegretario, il capodelegazione, il capogruppo e i ministri. Il vertice dovrà servire a fare il punto sulla crisi di governo innescata dalle dimissioni della delegazione di Italia Viva.
Quale sarà il futuro prossimo dell’Italia? E’ possibile ricucire lo strappo in maggioranza? Sono queste le domande più ricorrenti. Nelle prossime ore Giuseppe Conte potrebbe risalire al Colle, ma non si sa ancora se per rassegnare o meno le dimissioni.