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Crisi di Governo, Conte si dimette e sale al Colle. I passaggi istituzionali

Crisi di governo, è ufficiale: Giuseppe Conte si dimette. A meno di un anno e mezzo si conclude l’esperienza del Conte Bis. Tutti i possibili scenari

(Getty Images)

Sono ore difficili per la politica italiana. Dopo la crisi di governo innescata con il ritiro della delegazione dei ministri di Italia Viva e il voto di fiducia prima alla Camera e poi al Senato, arriva ora un nuovo importante sviluppo. Giuseppe Conte lascia l’incarico e comunicherà la sua decisione nel Consiglio dei ministri convocato per oggi alle 9. Seguirà poi l’incontro con il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, per formalizzare le dimissioni. Dopo meno di un anno e mezzo si archivia, quindi, l’esperienza del Conte Bis. Ora è attesa per gli sviluppi possibili. Al momento, l‘ipotesi più accreditata sembra essere quella di un nuovo incarico per il premier, che dovrebbe poi formare un altro esecutivo. Spingono in questa direzione Pd, Leu e Movimento Cinque Stelle, favorevoli ad un Conte Ter.

Salendo al Colle, Giuseppe Conte darà inizio alla crisi di Governo. Dal Quirinale verranno poi avviati una serie di passaggi istituzionali per garantire la nascita, in tempi brevi, di un nuovo esecutivo. Una volta ricevute le dimissioni di Conte, il Capo dello Stato darà il via alle consultazioni dei gruppi parlamentari. Tutto questo, però, non prima di domani, per la necessità di dover preparare e sanificare adeguatamente gli ambienti, in considerazione dell’emergenza sanitaria. Ad ogni modo, dopo le consultazioni, se non si dovesse riuscire a trovare la quadra, Mattarella potrebbe decidere di conferire un mandato esplorativo ad una personalità di alto profilo istituzionale. Nel 2018, per esempio, il Presidente della Repubblica incaricò i presidenti di Camera e Senato.

Quella appena descritta, però, non è l’unica possibilità. Mattarella, infatti, potrebbe anche decidere di dare mandato pieno o esplorativo al premier uscente. In un’ipotesi simile, Giuseppe Conte accetterebbe con riserva. C’è poi un altro scenario in base al quale il Colle potrebbe optare per l’avvio di consultazioni proprie con i presidenti delle Camere, i rappresentanti dei gruppi parlamentari di Camera e Senato e il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano. Le consultazioni potrebbero concludersi con importanti decisioni sulla nomina di un nuovo presidente del consiglio. In caso contrario, si potrebbe procedere ad un un altro mandato esplorativo.

Crisi di governo: centrodestra contrario ad un Conte Ter

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Se dovesse risultare impossibile formare un nuovo esecutivo allora, come ultima carta da giocare, resterebbe quella di sciogliere le Camere e andare al voto. Questa prospettiva incontra il favore del centrodestra, che spinge compatto per nuove elezioni. Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia sono contrari ad un Conte Ter. E’ particolarmente agguerrita Giorgia Meloni che, su Twitter, conferma la sua sfiducia al premier uscente. La leader di Fratelli d’Italia pubblica un ‘elenco’ di alcune questioni spinose dell’ultima ora, tra le quali la possibile esclusione dell’Italia dalle Olimpiadi di Tokyo 2021.

Il CIO è pronto ad escludere l’Italia dai giochi olimpici. Una via d’uscita, però, c’è: serve subito un decreto che restituisca l’autonomia al Coni, persa con la riforma dello sport varata dal governo Lega-M5S e non sanata dalla controriforma Spadafora in tempi più recenti. Nel Consiglio dei ministri di oggi, a quanto pare, dovrebbe essere affrontata anche questa questione.

Quella di oggi sarà una giornata a dir poco frenetica per il premier uscente Giuseppe Conte. Se è vero che il centrodestra gli rema contro e altrettanto vero, però, che c’è un discreto gruppo che lo sostiene. Per il Movimento Cinque Stelle un Conte Ter sembra essere l’unico sbocco. Il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, è favorevole ad un nuovo esecutivo ma sempre con Giuseppe Conte. Pieno sostegno al premier uscente arriva anche da Leu.

Ad ogni modo la scelta di Giuseppe Conte di dimettersi arriva dopo il tentativo naufragato di allargare la maggioranza con l’Udc e Forza Italia, che si sono chiamate fuori da ogni ipotesi di sostegno al Conte Bis. Il no di Silvio Berlusconi è stato categorico. Per il fondatore di Forza Italia la strada maestra è una sola: rimettere alla saggezza politica e all’autorevolezza istituzionale del capo dello Stato di indicare la soluzione della crisi, attraverso un nuovo governo che rappresenti l’unità sostanziale del Paese in un momento di emergenza oppure restituire la parola agli italiani. Qualunque altra soluzione -conclude la nota – significa prolungare una paralisi che il Paese non si può permettere e che quindi ovviamente non ci vede disponibili”. Per Berlusconi le opzioni sono due: o governo di unità nazionale oppure nuove elezioni.

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Le dimissioni di Conte hanno fatto slittare il voto al Senato sulla relazione del Guardasigilli Alfonso Bonafede, inizialmente previsto per giovedì prossimo. Una votazione quasi certamente con esito negativo. Le prossime ore saranno decisive per capire in che direzione andrà la politica italiana.

 

 

 

 

 

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