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Deficit di attenzione e iperattività (ADHD) : cosa è, come si manifesta

La sindrome da Deficit di attenzione e iperattività (ADHD)  è un disturbo dell’eta evolutiva. Cosa è, come si manifesta, come si effettua la diagnosi e quale è la cura.

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La sindrome di Deficit di attenzione e iperattività conosciuta con la sigla ADHD, è un disordine dell’età evolutiva caratterizzato da un’impulsività comportamentale e verbale da parte del bambino. Questa patologia si riscontra di solito prima dei 12 anni.

Scopriamone la descrizione, la sintomatologia, come si effettua la diagnosi e anche le possibili cure consigliate dagli esperti dell‘Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, istituto scientifico sempre all’avanguardia dove recentemente è stata scoperta una sindrome neurologica rarissima riscontrata in soli 7 casi al mondo. 

ADHD, deficit di attenzione e iperattività, cosa è

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La ADHD, deficit di attenzione e iperattività è un disordine dell’età evolutiva caratterizzato da iperattività, in particolare attività motoria eccessiva persistente, da deficit di attenzione e da impulsività sia a livello verbale che comportamentale.

L’attenzione è un concetto fondamentale che permette alla mente umana, in questo caso del bambino, di “selezionare degli stimoli più importanti, scartandone altri, e permette di eseguire compiti routinari o nuovi”.

I bambini che soffrono di ADHD ( Attention Deficit Hyperactivity Disorder) quindi Deficit di attenzione e iperattività, manifestano problemi di attenzione soprattutto in alcuni compiti che comportano dei processi molto controllati ed in particolare,  in quei compiti che prevedono un certo grado di attenzione mantenuta nel tempo che necessitano di ” una discreta dose di flessibilità cognitiva e l’uso di strategie”.

ADHD, come si manifesta la sindrome da deficit di attenzione e iperattività

Come descritto nel sito ufficiale dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, la ADHD:

“Secondo il nuovo Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5; APA, 2013) la sintomatologia deve essere presente prima dei 12 anni”

Nell’età prescolare, quella compresa tra i 3 e i 6 anni, si riscontra la massima attività motoria. Il bambino manifesta frequenti crisi di rabbia, i giochi che fa si presentano piuttosto semplici e ridotti e il piccolo manifesta litigiosità, atteggiamenti provocatori, un’assenza importante della paura e del senso del pericolo e può essere vittima di incidenti frequenti, comportamenti aggressivi e anche disturbi legati al sonno.

In età scolare, dai 6 ai 12 anni, i bambini affetti da ADHD, manifestano molta irrequietezza, disattenzione e impulsività. Nell’attività scolastica presentano difficoltà e solitamente rifiutano i compiti cognitivi. Vengono inoltre rifiutati dai compagni e nutrono un basso livello di autostima.

ADHD, deficit di attenzione e iperattività, come si effettua la diagnosi

La diagnosi dell’ADHD deve essere di tipo clinico e deve essere fatta osservando e raccogliendo quante più notizie sullo sviluppo, accertandosi che non vi siano cause di tipo medico nello sviluppo della sindrome.

Le presentazioni cliniche che si manifestano sono essenzialmente di tre tipologie:

  • predominanza della disattenzione
  • predominanza della iperattività e dell’impulsività
  • presenza di entrambe le manifestazioni

Per poter effettuare una diagnosi è necessario un esame clinico molto attento e un’osservazione altrettanto scrupolosa del comportamento del bambino, sottoponendo ad una consulenza i genitori, gli insegnanti e tutti coloro si occupano del bambino.

Per redarre una diagnosi di ADHSD come è espresso chiaramente nel sito dell’Ospedale Bambino Gesù:

” è necessario, che i comportamenti di iperattività/impulsività e/o disattenzione siano presenti in più contesti e causino una compromissione significativa del attività globale del bambino.
Solo l’osservazione dei sintomi caratteristici permette di confermare o meno il sospetto, per cui la diagnosi, soprattutto nei casi più complessi o in cui sono presenti sintomi in associazione (comorbilità), deve essere convalidata da una diagnostica di test più approfondita”

Ma quali sono i test a cui si sottopongono i bambini al fine di diagnosticare una ADHD? Sono test di intelligenza, interviste cliniche di tipo psicopatologico e test neuropsicologici. La diagnosi si può avere in età precoce ma essere confermata soltanto in età scolare, quando le richieste verso il bambino aumentano di grado e importanza.

ADHD, quali sono le possibili cure

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Secondo gli esperti, l’approccio terapeutico verso i bambini affetti da deficit di attenzione e iperattività, si diversifica per l’età prescolare e per l’età scolare.

In età prescolare si impronta tutto sulla formazione dei genitori (Parent Training) mentre in età scolare la terapia si articola secondo il grado della patologia. Se l’ADHD è di grado lieve si procede con una terapia cognitivo comportamentale specifica. Se la patologia è di grado moderato o grave si procede con la prescrizione di farmaci specifici e con la terapia cognitivo comportamentale.

Quale è il comportamento più adatto da tenere nei confronti di bambini affetti da deficit di attenzione e iperattività? Ecco cosa viene consigliato dagli esperti dell’Ospedale Bambino Gesù:

“I bambini con ADHD presentano problemi di condotta che possono inficiare la relazione con i pari oppure causare un basso rendimento scolastico fino ad arrivare ad un disturbo di apprendimento. Il trattamento di questi problemi risulta cruciale sia in ambito domestico che scolastico.
È molto utile pertanto adottare interventi specifici come il parent-training e il teacher-training che hanno lo scopo, non solo di informare genitori e insegnanti sulla sintomatologia e sui comportamenti tipici dei bambini ADHD, ma anche di fornire strategie di intervento specifiche.
Con bambini in età scolare è risultato molto utile l’aiuto dei compagni in classe, mentre a casa è auspicabile avvalersi della figura del tutor accademico e dell’utilizzo di schede di report giornaliere, in modo da identificare gli antecedenti dei comportamenti disfunzionali.
Spesso il comportamento dei bambini ADHD ha l’obiettivo di evitare compiti impegnativi, ottenere l’attenzione dei compagni o dell’insegnante (seppur in modo inadeguato) e ottenere regali e ricompense dai genitori”

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Osservare i propri figli è importantissimo come è importante ascoltare le considerazione che molto spesso gli insegnanti dei bambini molto spesso palesano al genitore. Rivolgersi al proprio medico pediatra, sarà il primo passo che aprirà le porte ad una valutazione specifica da parte degli esperti. Giocare con i bambini è molto importante, non solo al fine di osservarli ma per il loro sviluppo psicofisico. 

Fonte: ospedalebambinogesu.it

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