La Roma, grazie a Totti, batte la Lazio 2-0, ma Francesco pensa a….
Ieri, come il 10 Marzo di 9 anni fa, il Pupone e Co. fanno battere il cuore di tutti (noi) romanisti, infilando gol ai cugini della Lazio (non me ne vogliate).
L’emozione nel vedere il nostro capitano a riprendere in mano la sua carriera non ha limiti, come limiti non deve avere l’amore che Francesco ha per la sua Ilary.
Proprio nel Derby di 9 anni fa (per la cronaca finito con un 5 a 1 sempre per la Roma), Francesco preso dall’euforia della vittoria si tirò sù la maglia giallo-rossa, e sotto una dedica, senza destinatario: ‘6 unica’.
All’inizio i tifosi, non sapendo della ‘simpatia’ che stava nascendo tra il Pupone e la Velina Ilary (ora sua moglie), credettero ad un messaggio del capitano per la sua Roma.
Ma ben presto la vera identità del suo messaggio fu svelata, era un modo (bellissimo a dir di noi tifose) per far breccia nel cuore di quella piccola e biondina ragazza romana, seduta lì tra gli spalti, intenta a seguire la partita.
Ieri, dopo il secondo gol messo a segno a pochi minuti dalla fine della partita, Francesco ripete la scena, ma stavolta sulla maglietta c’è scritto ‘6 sempre unica’….che dire! Chi di noi donne non pagherebbe per avere una dedica d’amore fatta davanti milioni di persone tra pubblico e telespettatori??
Vi riproponiamo qui di seguito uno scorcio tratto dalla biografia non autorizzata, ‘Una grande giocosa storia d’amore’, scritta da Salvatore Taverna:
10 marzo 2002, stadio Olimpico, derby. Il campione giallorosso infila una cucchiaiata spettacolare al portiere della Lazio Angelo Peruzzi. Vittoria della Roma 5-1. In tribuna, tra la folla in adorazione, le tre sorelline Silvia, Ilary e Melory. Il Capitano, il combattente perpetuo, alza con un gesto veloce la maglietta giallorossa e sotto, su quella bianca della salute, c’è scritto «6 unica». La folla va in delirio ed esplodono cori, ola e applausi. Popolo romanista alla riscossa: «Totti ha dedicato er gol der quasi cappotto alla maja della Roma. È veramente unico». Ma i giallorossi si illudono… c’è un malinteso. Lassù, tra le sorelline, qualcuno sa e informa l’interessata. A quel punto, la futura Regina di Roma diventa rossa come un peperone. Ilary, di padre, madre e sorelle laziali, prova un piacere infinito perché il tributo di Francesco, del Gladiatore che ha sconfitto l’avversario stracittadino, è tutto per lei! Da lì Francesco, cotto e stracotto allo spiedo, inizia a tempestarla di messaggini: «Come te non c’è nessuna». Oppure: «Sei grande grande grande». Ilary risponde: «Ma come sei carino» e «Sei proprio dolce». Macho e giocherellone lui, tenera e zuccherosa lei. Il fuocherello sta per diventare incendio. Il primo incontro, in un disco-pub. La nostra bella era nervosissima, gli avevano “solato”, come dicono nella Città Eterna, il telefonino. Poi, tra una carezza e un sorriso, è arrivato il momento del primo bacio… Mentre Francesco guida allegramente, Ilary gli fa: «Se vai pianino ti do un bacio». A Tottigò gli si annebbia la vista. Rallenta di botto, col rischio di essere tamponato. «France’, stai attento!», cinguetta lei, «per poco non ci schiacciano». Francesco si affida alla sua spontaneità: «Me so’ emozionato». Pochi metri, lui accosta e parte il primo lungo, infinito bacio. Signore e signori, ragazze e ragazzi, è il trionfo dell’amore vero. In sintesi: botto evitato per miracolo. Una scena che passerà alla storia. L’unione vera, sensuale, tra i due? Quattro giorni dopo a casa dell’ottavo re di Roma. «Ho fatto la tripletta», racconta lui a Luca e Paolo de Le Iene, «e che tripletta, me pareva d’impazzi’ de felicità». Ilary manda subito un chiaro messaggio al Capitano: «Non sono abituata alle avventurette. Io sono una ragazza perbene. E se tu non fai sul serio chiudiamo la storia qui». Francesco, secondo il racconto dei pettegoloni, in un batter d’occhio si trasforma in Fantozzi: «Ma voi scherza’, pure io so’ ’n ragazzo serio». L’euforia è a mille e l’incendio non si spegne più, anzi, quasi ogni notte… fuochi d’artificio! Che passione! Loro col sesso? Tradizionali, per divertirsi non s’infilano al buio nei portoni, nemmeno lo fanno bloccando l’ascensore. Non cercano emozioni strane, gli bastano il lettone, il bagno e il divano. Sul tavolo della cucina? Qui mi cogliete impreparato, non so rispondervi…