Bisogna dire che da parte del Presidente degli Stati Uniti d’America, ormai uscente, Donald Trump ci si poteva aspettare di tutto il giorno della fine.
Stiamo parlando del Presidente più chiacchierato degli ultimi decenni. Donald J. Trump, l’imprenditore statunitense per eccellenza, oggi pone fine al proprio mandato e lascia il posto al vincitore delle elezioni Joe Biden.
Al termine delle elezioni, come ormai sanno in tutto il mondo, non sono mancate polemiche e proteste da parte dello stesso ormai quasi ex Presidente. Il tutto ha spinto orde di estremisti di destra a riversarsi per le strade e poi nella stessa Capitol HIll. Ormai iconico resta il personaggio dello sciamano vestito da vichingo.
Oggi però si insedia Joe Biden e Donald Trump ha deciso le sue ultime mosse concedendo la grazia a ben 73 persone.
Donald Trump concede la grazia a 73 persone: spunta anche un italiano
Il Presidente uscente degli Stati Uniti d’America, Donald J. Trump ha concesso la grazia a 73 persone, tra cui il suo ex consigliere Steve Bannon, questo secondo quanto riportato ai microfoni dell’ansa.
Il comunicato ufficiale è stato emanato dalla Casa Bianca ed è l’ultima mossa dell’ormai quasi ex Presidente degli USA. Secondo infatti quanto reso noto dalla sua amministrazione, la quale si appresta a concludere il proprio incarico proprio oggi, poco prima di lasciare il suo incarico, “il Presidente Donald J. Trump ha concesso la grazia a 73 persone ed inoltre ha anche commutato le condanne di altre 70“.
Tra le persone cui il Presidente uscente dell’ala repubblicana ha concesso la piena grazia c’è anche un cittadino italiano. Stiamo parlando dell’imprenditore fiorentino Tommaso Buti. Il suo nome compare nel registro diffuso dalla Casa Bianca, dove è stato evidenziato che l’imprenditore Buti “non è stato condannato negli Stati Uniti”.
Tramite l’ufficio legale, l’avvocatessa Valeria Calafiore Healy, in una nota diffusa l’uomo d’affari ha poi anche ringraziato il Presidente uscente Trump.
L’avvocato Healy ha poi spiegato i motivi del provvedimento del Presidente americano che riguarderebbe “ipotizzati reati contro il patrimonio occorsi più di 20 anni fa e per i quali l’imprenditore italiano fu già processato in Italia ed alla fine anche prosciolto dalla Corte di Appello nel lontano 2007″, quasi quattordici anni fa.
“La grazia che gli è stata concessa lo libera dalle catene dell’ingiustizia che avrebbe continuato a patire se fosse stato costretto a subire un processo una seconda volta sugli stessi fatti per cui era già stato giudicato” conclude l’avvocato dell’imprenditore.
Questo il rush finale di Donald J. Trump