Forse alcuni se la ricordano ancora non solo per la straordinaria colonna sonora ma anche per la storia del film “Dottor specialista e creare in miracoli”, di Ivan Passer, con Peter O’Toole , uscito nel 1985. Una storia commuovente, nella quale lui, il dottor “creatore”, tentava di riportare alla luce la moglie scomparsa Lucy.
La formula dell’amore ricorrente lungo la trama del film, potrebbe essere rimasta nella mente di molte persone. E così, nel XXI secolo, siamo arrivati ad un punto in cui la fecondazione in vitro con ovuli di persone scomparse, non è più un tabù, né tantomeno, qualcosa di irrealizzabile.
Ma in Gran Bretagna, suscita non poche perplessità, la richiesta di una donna di 59 anni che ha intrapreso una disperata azione per ottenere l’autorizzazione a farsi impiantare gli ovuli della figlia morta e dare alla luce i suoi nipoti.
Come riportano i media, si tratta del primo caso al mondo. Secondo le indiscrezioni la figlia appena ventenne, prima di morire per un cancro all’intestino, aveva fatto congelare le sue uova nella speranza di guarire e dare alla luce un figlio. Un ultimo desiderio che la madre sta tentando di realizzare a tutti i costi.
Tuttavia, nel Regno Unito, nessun ospedale ha accettato la richiesta della donna che però avrebbe trovato una clinica privata a New York disposta ad eseguire questo trattamento che può arrivare a costare fino ad 80mila dollari.
Ma la Human Fertility and Embryology Authority (Hfea) ha negato il permesso all’esportazione degli ovuli negli Stati Uniti in assenza di un consenso scritto della figlia. Per questo la madre e il padre della ragazza stanno ora portando il caso davanti all’Alta Corte.
Se da una parte si pensa che per fecondare gli ovuli sarà usato lo sperma di un donatore dall’altra la speranza del successo è molto bassa, in quanto vi sarebbero molti rischi per la salute del feto e della donna, già entrata in menopausa.