Un dramma famigliare, scaturito da una crisi depressiva e una tragedia scongiurata. E’ quanto emerge da una vicenda accaduta ieri all’ora di pranzo a Prato dove una donna in stato di gravidanza ha minacciato di buttarsi dalla finestra assieme alla sua bambina.
Fortunatamente, sul posto erano presenti sia il padre della donna che il marito che sono riusciti a bloccare la donna e a chiamare il 118 per un primo soccorso.
Con il personale medico ospedaliero è intervenuta anche una pattuglia delle forze dell’ordine. La donna è stata ricoverata all’ospedale della città ed è ora sotto osservazione. La bambina invece è stata affidata al nonno.
Secondo le indiscrezioni, vi sarebbero dei lati oscuri sulla vicenda, in quanto le forze dell’ordine hanno riferito di essere intervenute per una lite in famiglia e che la donna ha negato di aver tentato il suicidio. Tesi sostenuta invece dal padre della ragazza che ha riferito al personale medico le intenzioni della figlia. In base alla ricostruzione dei fatti, il marito sarebbe riuscito a bloccare la moglie prima che potesse lanciarsi dalla finestra. I medici dell’ambulanza sono riusciti a calmare la donna e a convincerla di recarsi in ospedale.
Il caso è stato preso in carico dai servizi sociali che dovranno anche provvedere alla tutela del minore. Tra le ipotesi anche quella di una crisi depressiva che possa aver spinto la donna a voler compiere quel gesto estremo.
La depressione in stato di gravidanza e post parto è molto comune e porta a sentimenti di tristezza, ansia e ad una sensazione di “vuoto” che s’insinuano nella vita quotidiana. Secondo alcuni dati, almeno il 16% delle donne in gravidanza soffrirebbero di questa condizione che si palesa maggiormente nelle donne che hanno avuto in famiglia parenti con problemi mentali. Tra gli fattori che potrebbero provocare uno stato depressivo che viene enfatizzato in gravidanza, vi possono essere eventi stressanti come la perdita di una persona cara, episodi di violenza oppure problemi economici.
Ma vi sono anche fattori strettamente collegati agli ormoni che interagiscono sui processi chimici cerebrali che controllano le emozioni e l’umore. Molto spesso, lo scombussolamento ormonale influisce nella fase post parto.
Lo scorso anno, la dottoressa Alessandra Bramante del Centro Psiche Donna del Dipartimento di Neuroscienze dell’Ospedale Fatebenefratelli di Milano ha rilasciato una intervista all’Osservatorio nazionale di salute delle donne riferendo che il suicidio rappresenta il 13% della morti materne, di cui il 44% avviene nella fase post-partum, l’11% in gravidanza e il restante 45% in seguito ad una interruzione di gravidanza, volontaria o spontanea.
La Bramane ha spiegato che il suicidio pur essendo un evento raro “si presenta con una frequenza preoccupante“, per cui le donne con una storia di disturbo mentale dovrebbero essere seguite da uno psichiatria fin dalla gravidanza. La dottoressa ha invitato a non sottovalutare la depressione post parto, spesso e volentieri, impiegata per qualsiasi problema. Per cui si rivela necessario una maggiore formazione del personale medico, ma anche una informazione più mirata alle donne e alle famiglie che per senso di “omertà”, limitano i comportamenti individuali. Infine la Bramante ha palesato l’esigenza di “istituire anche in Italia un sistema di sorveglianza per monitorare il problema e le cause che lo determinano”.