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Reality Show

E’ sempre mezzogiorno, Gian Piero Fava: “Antonella Clerici? Le devo tanto” (INTERVISTA)

Lo Chef di E’ sempre mezzogiorno, Gian Piero Fava, si è raccontato ai nostri microfoni, mostrando al pubblico un lato inedito di sé.

Gian Piero Fava è lo Chef che ha incantato il pubblico del piccolo schermo. Per anni è stato una delle colonne portanti de La Prova del Cuoco e ora fa parte del cast fisso di E’ sempre mezzogiorno con Antonella Clerici, dove è stato chiamato per rappresentare e riscoprire la tradizione culinaria della sua città, Roma.

Ai nostri microfoni, Gian Piero ci ha raccontato della sua esperienza sul piccolo schermo degli italiani e del suo rapporto con la padrona di casa, che definisce estremamente professionale e alla mano, e la produzione dell’intero show televisivo.

Gian Piero Fava di E’ sempre mezzogiorno: “E’ la conoscenza a fare la differenza”

Gian Piero, tu fai parte della grande famiglia di Antonella Clerici: com’è lavorare con lei?

Lavorare con Antonella dopo tanti anni è una delle cose più belle e naturali che esistano. Lei è una maestra, attenta ma nello stesso tempo premurosa ed esigente. Lei riesce a farti lavorare nel migliore dei modi. Riesce a metterti a tuo agio e a fare uscire fuori la persona che sei. Io sono estremamente semplice e lei durante il corso degli anni mi ha insegnato tantissimo a prendermi un po’ meno sul serio. Io vengo da una scuola rigida, fatta in cucina. Questo mi ha aiutato molto anche nel lavoro, le devo davvero tanto. Abbiamo un bel rapporto, di rispetto e se posso permettermi di amicizia.

foto di Michela Fabretti

Ormai sei sul piccolo schermo da tanti anni. C’è qualche piatto che ti è rimasto nel cuore?

Io ho preparato tantissimi piatti e alcuni nemmeno li ricordo (ride). Negli ultimi tempi però ho il compito di rappresentare la mia città, Roma, e questo mi ha riempito di gioia perché ho avuto a che fare con tradizioni che spesso sono state dimenticate. Sono del parere che le cose che ti colpiscono di più in questo lavoro, sono quelle semplici. Quando presentiamo dei piatti più semplici, ma non per questo meno importanti, sono quelli che poi creano un maggiore interesse da parte del pubblico perché sono quelli che possono replicare tutti.

Tempo fa sei stato ospite di Elisa Isoardi a La Prova del cuoco e ti sei emozionato parlando della tua famiglia, c’è un piatto che i tuoi figli ti chiedono di preparargli?

Loro vanno pazzi per la pasta al forno, la parmigiana di melanzane. Poi i bambini cambiano, da piccoli mangiano delle cose poi si entusiasmano per altre. Sono molto attento ai loro desideri.

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Sei uno Chef nella tv, ma anche nella vita vera: come cambia il lavoro di fronte alle telecamere?

Inizialmente ho provato un po’ di difficoltà davanti alle telecamere, anche se l’emozione c’è ancora. Fare il cuoco è qualcosa di completamente diverso rispetto a stare di fronte alla telecamera. Con un po’ di esperienza riesci a superare quelle problematiche. Da quello che ho capito dalla mia esperienza, il successo in tv è se mostri quello che sei. Io dovrei ringraziare un numero infinito di persone che mi hanno aiutato per la televisione. Come i registi che ci sono ora, Gioia e Dimitri a cui ci terrei a fare un ringraziamento in particolare. Ci danno una mano e ci aiutano a mettere in piedi il programma. Loro sono una grande spalla. Lavoriamo bene insieme ed in tranquillità.

foto di Michela Fabretti

Agli inizi della tua carriera, hai fatto un’esperienza all’estero, lavorando a Sidney per un anno, quanto ti ha cambiato il periodo trascorso lì?

Io anche uscendo da Roma, lavorando a Milano, ho avuto un cambiamento. Viaggiare ti arricchisce tantissimo, soprattutto per quanto riguarda il mio lavoro. Ti fa crescere tanto, ti fa capire le tue potenzialità. Il mio consiglio ai ragazzi giovani è quello di viaggiare molto. E’ la conoscenza a fare la differenza con gli altri.

C’è qualche piatto della tradizione australiana che ti ha particolarmente colpito?

Quando sono andato lì, ero sorpreso più che da piatti da ingredienti che non conoscevo come frutti o vegetali, spezie. Che ho voluto portare con me per poterli usare nei miei piatti. Avere la capacità di poter utilizzare più materie prime che prima magari non si conoscevano.

Per concludere la nostra domanda di rito: che cosa diresti al Gian Piero da piccolo e che cosa al gian piero del futuro?

Al bambino direi di fare un percorso più “piacevole”, di prendersi un po’ più alla leggera perché se vuoi i tuoi obiettivi riesci a realizzarli. A quello del futuro direi di vivere la vita senza troppe ansie, provando a viverla nel migliore dei modi perché il buon comportamento porta sempre dei buoni risultati.

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