Eleonora Carisi è una delle sei imprenditrici digitali sulla cover di Grazia di questa settimana. Chi è la torinese che, dal fare la commessa e consegnare volantini, ha conquistato il mondo del web e non solo.
Dopo aver conseguito la laurea in marketing e comunicazione all’Istituto Europeo di Design di Milano ha fondato l’agenzia di comunicazione Grumble Creative. Dal blog Jou Jou Villeroy ha fatto molta strada ed è sempre richiesta dalle firme più prestigiose. Vediamo cosa fa oggi Eleonora Carisi.
Eleonora Carisi ha 660mila seguaci su Instagram
Si era sposata a Varese nel 2016 con l’hair stylist Paolo Soffiatti (lui in Dsquared2, lei con il primo abito da sposa realizzato dallo stilista libanese Elie Saab), ma oggi è felice in una nuova fase della vita e più concentrata che mai sulla sua società leader nello sviluppo di strategie digital, campagne, produzione di contenuti personalizzati, gestione di canali social e digital pr.
Eleonora sfoggia spesso look con colori della Terra. Per vedere queste gradazioni sui maglioni in stile norvegese guardate qui.
La sua vita però non è sempre stata così meravigliosa. Per essere una fashion blogger ed influencer tra le più ammirate – ed invidiate – ha prima svolto un’infinità di lavori occasionali e poi ha deciso di capitalizzare la sua forte passione per la moda aprendo nel 2006 una boutique a Torino dal nome “You You Store“. Per il titolo del suo blog si è ispirata proprio al suo primo negozio (situato in una delle piazze più grandi d’Europa, piazza Vittorio) dove con molta cura venivano selezionati pezzi di stilisti anche emergenti provenienti da ogni parte del mondo.
Amante della fotografia e dei viaggi, Eleonora ha ammesso di soffrire molto per le limitazioni dovute alla situazione sanitaria mondiale. Anche per questo ha espresso tutto il suo entusiasmo per la copertina scelta da Silvia Grilli, tra le prime direttrici ad aver creduto in lei. Chissà come sarà vestita nel giorno più magico dell’anno. Per avere alcune dritte potete guardare la nostra guida ai look natalizi 2020.
Silvia Zanchi