Può capitare di ritrovarci con un ematoma dopo aver preso una botta o a volte senza nemmeno accorgercene. Scopriamo cos’è, le cause, i sintomi, le cure e quando è bene rivolgersi al medico.
Quante volte vi sarà capitato di prendere una botta e poi di ritrovarvi con un bel livido detto anche più tecnicamente ematoma? Altre volte invece ve lo siete ritrovato senza nemmeno sapere come avete fatto a procurarvelo.
Un ematoma può arrivare se si svolge attività fisica, ad esempio dopo una caduta, o se si pratica uno sport da contatto, basti pensare ai pugili. Ma può capitare di procurarselo anche durante un incidente domestico, magari sbattendo in un spigolo di casa o inciampando in qualcosa.
Scopriamo allora cos’è un ematoma, quali sono le cause, i sintomi le cure e quando è bene rivolgersi al medico.
Cos’è l’ematoma: cause e sintomi
L’ematoma può verificarsi in diverse parti del corpo e si tratta di un versamento di sangue all’esterno del circolo sanguigno. Provocato generalmente dalla rottura della parete di un’arteria, di una vena o di un capillare a causa di un trauma.
In genere, l’organismo quando si verificano questi episodi provvede a riparare le lesioni attivando la coagulazione del sangue. Un meccanismo che porta alla formazione di un tappo detto ‘emostatico’ che arresta l’emorragia, ovvero la fuoriuscita del sangue.
Se la lesione è molto estesa però o la coagulazione del sangue presenta dei difetti l’emorragia non si arresterà e questo farà sì che il sangue si riverserà nei tessuti circostanti, dove coagulerà rapidamente, provocando l’ematoma.
In genere l’ematoma si manifesta nelle zone dove è avvenuto il trauma, in pratica nel punto dove abbiamo preso la botta, ma può capitare che si sposti, questo per effetto della gravità. Quando ad esempio ci si frattura la base del cranio l’ematoma si manifesta sulle palpebre degli occhi.
Gli ematomi possono svilupparsi a tutta la popolazione indistintamente per sesso o età ma sono più frequenti nelle persone anziane perché hanno la pelle più sottile o nei bambini che tendono a farsi più male quando giocano.
Gli ematomi possono essere di più tipologie e possono formarsi sotto la pelle, vicino a un muscolo, sotto ad un unghia, o nel cervello. Ma anche in qualsiasi altra parte del corpo.
In caso di danni profondi saranno meno evidenti. Quelli sottocutanei, visibili ad occhio nudo invece, in base alla loro grandezza si suddividono in:
- petecchie, piccolissime macchie di color rosso vivo, grandi quanto la capocchia di uno spillo
- porpora, macchioline di grandezza compresa tra 3 millimetri e 1 centimetro, dalla tipica colorazione violacea, cui devono il nome
- ecchimosi, comunemente dette lividi, della dimensione di 1 o 2 centimetri
- ematomi propriamente detti, di dimensione superiore a 2 centimetri
La gravità di un ematoma si stabilisce in base ad alcuni fattori:
- entità dell’evento che lo ha provocato
- dimensioni del vaso sanguigno danneggiato
- caratteristiche del tessuto interessato
- capacità di coagulazione del sangue
Secondo quanto si apprende dal sito dell’Istituto superiore di sanità “gli ematomi più pericolosi sono quelli che si formano nella scatola cranica perché il sangue che si accumula al suo interno aumenta la pressione intracranica, con possibili danni cerebrali, anche mortali”. In tal caso il consiglio è quello di avere la rapida valutazione di un medico.
Come facilmente si può evincere le cause principali degli ematomi dipendono da un evento traumatico. Una caduta, una frattura, un incidente, un colpo ricevuto. Più grave sarà il trauma più grande sarà l’ematoma.
Ma a volte può capitare che un ematoma si formi anche a causa di altri fattori:
- uso di farmaci antiaggreganti o anticoagulanti, come l’aspirina a basse dosi (aspirinetta), che, ritardando la capacità di coagulazione del sangue.
- emofilia, una malattia genetica che provoca sanguinamenti spontanei o eccessivi in seguito alla carenza parziale, o totale, di alcuni fattori della coagulazione
- riduzione del numero delle piastrine indispensabili per la coagulazione. Tra le molteplici cause si annoverano la leucemia, il lupus eritematoso sistemico e diversi tipi di infezioni virali quali, epatite C e la mononucleosi
- interventi chirurgici
I sintomi più comuni quando si forma un ematoma sono:
- dolore più o meno forte
- gonfiore nella zona del colpo a causa dell’accumulo di liquidi. Ci sarà anche una sensazione di tensione e calore locale
Tuttavia l’entità dei disturbi dipende da quanto è grande l’ematoma e dalla zona dove si è sviluppato.
“In genere l’ematoma scompare dopo circa 2 settimane e la pelle riacquista la sua normale colorazione. Il colore dell’ematoma è, quindi, un chiaro segnale del suo stadio di evoluzione, che permette di risalire al momento della sua formazione e stabilirne l’ulteriore durata nel tempo”.
All’inizio infatti appare rossastro, poi dopo un paio di giorni tende a diventare bluastro-violaceo tendente al nero, e dopo 5-10 giorni assume un colorito giallognolo tendente al verde fino a diventare giallo o marroncino.
L’ematoma diventa più serio quando si sviluppa nell’area celebrale e questo può determinare seri sintomi neurologici tra cui:
- forte mal di testa
- confusione
- visione offuscata
- difficoltà di parola
- svenimento
- vomito
“In presenza di questi sintomi o manifestazioni cliniche bisogna recarsi immediatamente al pronto soccorso più vicino”.
Come curare un ematoma e quando è bene rivolgersi al medico
Per curare un ematoma occorre valutare la dimensione e l’estensione dello stesso, ma anche il punto del corpo dove appare e i disturbi legati ad esso. Alcuni ematomi non richiedono nessun trattamento e tendono a scomparire da soli nell’arco di pochi giorni. La maggior parte si risolvono spontaneamente nell’arco di 2 o più settimane. Ecco quello che si può fare in caso di contusione. Per altri invece c’è la necessità di un intervento medico immediato.
Per accelerare la guarigione potremo utilizzare del ghiaccio che aiuta a combattere il gonfiore riducendo anche il dolore grazie al suo effetto anestetico. Il riposo aiuterà il processo di guarigione, ma anche il bendaggio applicato nella zona colpita. Infine, possiamo sollevare la zona interessata. In questo modo il sangue non affluirà nella parte colpita dall’ematoma.
Inoltre, per alleviare il dolore si possono usare creme, pomate, gel o cerotti a base di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), come il diclofenac e l’ibuprofene. Tali farmaci combattono l’infiammazione e svolgono un’azione antidolorifica.
Gli ematomi interni, più complessi devono esser monitorati con ecografie, tac o radiografie da ripetersi nel tempo. Alcuni poi richiedono l’intervento di drenaggio sotto guida ecografica.
Nei casi di ematomi cerebrali è indispensabile un intervento chirurgico per eliminare l’ematoma e riparare il vaso lesionato.
Se come abbiamo finora detto la maggior parte degli ematomi tende a risolversi in maniera spontanea ci sono dei casi in cui è bene rivolgersi al medico.
Nel caso di traumi gravi alla testa, torace o addome bisogna recarsi in pronto soccorso e sottoporsi ad accertamenti. Questo perché l’ematoma potrebbe interessare organi interni e provocare danni gravi.
Inoltre, l’Iss consiglia di rivolgersi al medico nei seguenti casi:
- ematoma che non accenna a scomparire nell’arco di 2 settimane circa. Potrebbe servire un drenaggio chirurgico
- ematoma che aumenta di dimensioni nel tempo
- dolore e gonfiore che non diminuiscono, peggiorano o compare febbre, segno di un’infezione in atto
- comparsa di ematomi improvvisi, in assenza di trauma. Potrebbero dipendere da una malattia sottostante sulla quale indagare
- occhio nero. Il cosiddetto occhio nero non deve mai essere sottovalutato perché potrebbe essere associato a una lesione dell’occhio, con conseguenze anche gravi per la vista
- perdita di sensibilità o formicolio della zona colpita dall’ematoma, accompagnati da una forte sensazione di dolore e di pressione. Si tratta della sindrome compartimentale, un’emergenza medica che richiede l’immediata rimozione dell’ematoma questo per far circolare il sangue nei tessuti vicini.
(Fonte: Istituto Superiore di Sanità)