Soffri di ernia iatale? Scopri sintomi, cause ed eventuali cure

L’ernia iatale è un disturbo molto fastidioso e diffuso: se soffri di questa patologia scopri sintomi, cause ed eventuali cure.

ernia iatale
Foto da Pixabay

L’ernia iatale è una patologia che consiste nella risalita di una parte dello stomaco nel torace attraverso un’apertura che si trova nel diaframma.

Si tratta di un disturbo piuttosto diffuso che colpisce che colpisce il 15% della popolazione italiana e provoca fastidiosi sintomi tra cui bruciore di stomaco dopo i pasti, rigurgito, alito cattivo, nausea (già vi avevamo parlato di quella che viene dopo mangiato).

Scopriamo allora le cause, i sintomi ed eventuali cure dell’ernia iatale.

Cos’è l’ernia iatale, cause e sintomi

gastrite nervosa
(Istock)

Un disturbo subdolo che può colpire anche senza avvertire nessun sintomo e in tal caso non è necessario intervenire chirurgicamente o iniziare una terapia farmacologica. Stiamo parlando dell’ernia iatale, ovvero la risalita nell’esofago di una parte dello stomaco che può anche non provocare nessun disturbo evidente.

Molte persone ne soffrono e principalmente colpisce persone oltre i cinquant’anni, quelle sovrappeso e le donne incinte. Nello specifico si tratta di un’ernia, ovvero un fenomeno che si verifica quando un organo o un tessuto fuoriesce dalla cavità corporea dove solitamente risiede.

In questo caso lo stomaco risale nel torace attraverso il diaframma che è un muscolo che separa proprio il torace dall’addome. Attraverso lo iato diaframmatico lo stomaco finisce nel torace.

Esistono vari tipi di ernia iatale, si legge sul sito Issalute.it:

  • “da scivolamento, ed è la più comune. Non è permanente ed è più frequente nelle persone obese
  • paraesofagea, in cui la parte superiore dello stomaco resta intrappolata nella cavità toracica, di lato all’esofago.
  • ernia mista, presenza contemporanea di ernia da scivolamento ed ernia paraesofagea”.

Quali sono le cause dell’ernia iatale? Non sono ancora chiare. Può dipendere da componenti genetiche e ci possono essere alcuni fattori che la favoriscono come, si legge sul sito Issalute:

  • “cambiamenti del diaframma, legati all’età avanzata
  • traumi addominali
  • apertura del diaframma (iato diaframmatico) più larga del normale, presente fin dalla nascita (congenito)
  • pressione, esercitata dalla contrazione dei muscoli addominali, causata dalla tosse, dal vomito, dagli sforzi durante l’evacuazione, dal sollevamento di pesi
  • gravidanza, per il conseguente aumento della pressione addominale”

Oltre ai già citati sintomi chi soffre di ernia iatale in genere soffre di reflusso gastroesofageo e accusa in particolare:

  • “bruciore allo stomaco, soprattutto dopo i pasti
  • rigurgito acido
  • alito cattivo (alitosi)
  • eruttazioni frequenti e senso di gonfiore
  • nausea
  • difficoltà o dolore nella deglutizione (disfagia)”

Se ci sono alcune conseguenze come:

  • “dimagrimento non intenzionale
  • peggioramento delle difficoltà nel deglutire
  • vomito frequente
  • tracce di sangue nel vomito
  • dolori nella parte alta dell’addome”

È bene rivolgersi subito a un medico per fare degli accertamenti.

In tal caso il medico procederà attraverso esami strumentali facendo una radiografia con il mezzo di contrasto o una duodenoscopia ovvero la gastroscopia.

Come si cura l’ernia iatale?

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Pixabay

Innanzitutto è bene controllare le proprie abitudini e quindi consumare pasti piccoli e frequenti. Poi è consigliato evitare di fumare e se si è in sovrappeso occorre dimagrire. Tra i cibi da evitare ci sono: caffè, cioccolato, alimenti ricchi di grassi, piccanti o speziati. Inoltre, è meglio non stendersi subito dopo i pasti.

Tra i farmaci ci sono i classici antiacidi da banco e gli alginati. Se con le abitudini alimentari e i farmaci da banco il problema non si risolve il medico potrà prescrivere dei farmaci usati anche per il reflusso gastroesofageo.

Se però i sintomi continuano ad essere intensi potrebbe rendersi necessario l’intervento chirurgico effettuato in laparoscopia e in anestesia generale. Nonostante ciò i disturbi non scompaiono subito ma alcuni sintomi come gonfiore, meteorismo, eruttazione e difficoltà ad ingoiare possono persistere per alcuni mesi. Un caso su 100 è costretto a ripetere l’intervento.

(Fonte: Issalute.it)

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