Il corretto smaltimento dei rifiuti riciclabili è una responsabilità di tutti i cittadini del mondo, ma a volte anche con le migliori intenzioni si incappa in errori molto comuni: ecco quali sono.
Dal peso delle cannucce al modo di schiacciare le bottiglie: le insidie che si nascondono nel lungo e complesso processo di riciclaggio dei rifiuti sono molte.
Sono inoltre molto diffuse convinzioni sbagliate che, su larga scala, finiscono per rendere estremamente inefficaci i processi di smistamento e smaltimento dei rifiuti da riciclare. Molte volte non si tratta nemmeno di cattiva volontà da parte di chi “amministra” i rifiuti i casa: molte persone sono convinte di fare il meglio per l’ambiente ma finiscono inevitabilmente nelle “trappole” della cattiva informazione in merito al riciclo.
Come si fa a evitare una situazione del genere? La risposta è soltanto una: informandosi con attenzione.
I consigli che seguono partono dall’idea che si sappia perfettamente come riciclare i propri rifiuti e che si sia informati sulle pratiche in vigore nel proprio comune.
Il processo di gestione dei rifiuti riciclabili è infatti diverso a seconda del comune di residenza. In alcuni comuni, ad esempio, il tetrapak va conferito insieme al cartone, mentre in alcuni comuni come a Palermo è destinato al segmento dei rifiuti indifferenziati.
Le bottiglie di plastica destinate a contenere acqua, succhi e bevande, costituiscono una parte enorme del volume di rifiuti che ogni giorno viene prodotta nelle nostre case. Per ottimizzare lo spazio moltissime persone hanno l’abitudine di accartocciare le bottiglie su se stesse facendo pressione sul collo verso il fondo.
Per quanto sia efficace nel salvare spazio, questa tecnica rende più difficile lo smaltimento automatico delle bottiglie attraverso macchinari che “riconoscono” automaticamente gli oggetti da riciclare. Molto meglio schiacciare le bottiglie “a sottiletta” cioè appiattendole su tutta la loro lunghezza e lasciando pressoché intatta la loro forma.
Se l’etichetta è di carta dovrebbe essere rimossa prima di gettare la bottiglia ma quest’operazione non è strettamente necessaria. Appiattendo la bottiglia “a sottiletta” però si facilità anche l’esecuzione di quest’operazione da parte dei macchinari.
Le cannucce di plastica così come le posate monouso sono state messe al bando dall’Unione Europea dal 2018. Esistono però in circolazione ancora vecchi lotti di questi prodotti, messi in vendita quando ancora era legale la loro produzione e la loro commercializzazione.
Questi prodotti di plastica estremamente leggeri andrebbero teoricamente smaltiti nel contenitore dei rifiuti di plastica, ma in realtà non verranno riciclati. Il motivo è che il loro peso insignificante e le loro dimensioni ridotte rendono pressoché impossibile la loro individuazione da parte dei macchinari per lo smistamento su larga scala. Come se non bastasse, la plastica con cui questi oggetti venivano realizzati è di scarsissima qualità, molto difficile e soprattutto molto sconveniente da riciclare.
Ne deriva quindi che cannucce, posate e piccoli oggetti di plastica non vanno assolutamente smaltiti nei contenitori per la plastica, ma in quelli per l’indifferenziata.
Questo principio non vale solo per cannucce e posate, ma anche per tutti gli oggetti e i frammenti di plastica piccoli e leggeri.
Molte persone tendono a lavare ogni oggetto destinato alla raccolta differenziata, anche quelli che contenevano saponi e detersivi. Si tratta di un eccesso di zelo che in realtà ha come unico effetto quello di sprecare grandi quantità d’acqua.
Gli unici oggetti riciclabili da lavare sono i contenitori di cibo: è fondamentale eliminare ogni residuo di alimenti per facilitare il riciclo dei contenitori ma anche per evitare cattivi odori nei bidoncini casalinghi per la raccolta dei rifiuti.
Molte persone sono convinte che sia possibile utilizzare a cuor leggero sacchetti di plastica biodegradabile o compostabile perché credono che il loro smaltimento sia perfettamente ecocompatibile e soprattutto estremamente veloce.
Per quanto entrambe queste convinzioni siano vere, è importante sapere che un sacchetto biodegradabile impiega circa 6 mesi a scomparire quasi al 90% in un ambiente ricco di anidride carbonica. Un sacchetto compostabile è in vece in grado di dissolversi al 90% in meno di 3 mesi a patto che sia a contatto con composti organici.
Bisogna sottolineare che questi tempi di “dissoluzione” valgono soltanto in condizioni ambientali particolari. Se raggiungono il mare i sacchetti compostabili si dissolvono in meno di tre mesi, ma se vengono sotterrati nel suolo impiegano la bellezza di più di due anni a sparire del tutto.
I sacchetti biodegradabili invece, nonostante il nome, non vanno assolutamente dispersi nell’ambiente (per esempio lasciati nei boschi in attesa che si “smaltiscano” da sé) per il semplice fatto che non c’è in natura la concentrazione di anidride carbonica necessaria a farli dissolvere.
Non è assolutamente consigliabile quindi consumare grandi quantità di sacchetti biodegradabili o compostabili, dal momento che, comunque, impiegano moltissimo tempo a sparire del tutto dall’ambiente.
Nel tentativo di prestare attenzione alle esigenze dell’ambiente, salvaguardare l’ecosistema e comunque riuscire a portare a casa la spesa, moltissime persone hanno deciso di utilizzare le borse di cotone per trasportare le merci acquistate dagli esercizi commerciali fino a casa.
Per quanto questa possa sembrare la scelta più responsabile in assoluto, nel 2006 è stato condotto uno studio dall’Agenzia Britannica per l’Ambiente che ha messo in luce una situazione piuttosto complessa.
Per essere davvero eco – friendly, prima di essere gettata una borsa in cotone per la spesa dovrebbe essere riutilizzata almeno 6.000 volte. Questo numero cresce ancora di più se si utilizzano borse di cotone ecologico, che necessitano di una maggior quantità di risorse idriche.
Ne deriva quindi che acquistare borse di cotone in quantità industriali per utilizzarle al posto dei sacchetti è una buona idea ma comunque non scevra di costi per l’ambiente. Molto meglio acquistarne un numero limitato ma di buona qualità e utilizzarle il più a lungo possibile.