Il cellulare non è un giocattolo per bambini. Occorre un uso consapevole a un’età che sia consona e in cui il suo utilizzo sia giustificato.
Il nostro mondo è, senza alcun dubbio, sempre più digitalizzato. Per questo motivo, è davvero difficile cercare di capire come limitare l’uso della tecnologia, soprattutto nei bambini. Certamente, è necessario impartire un’educazione anche in tal senso, per far comprendere l’uso corretto dei dispositivi elettronici. I rischi che i più piccoli corrono sono diversi e bisogna prestare molta attenzione.
Occorre cercare di comprendere se si tratta di una reale necessità o più di una voglia dei figli o dei genitori. A che età dare il cellulare ai bambini, quindi? Scopriamo i danni causati e cosa fare.
Come detto, l’uso dello smartphone non è scontato o innocuo: ci sono, infatti, danni causati dal cellulare sui bambini che vanno considerati. Un uso precoce dei dispositivi digitali – soprattutto, quando si parla di bimbi molto piccoli quando il cervello si sta sviluppando – può provocare ritardi cognitivi, deficit dell’attenzione, scatti d’ira, disturbi dell’apprendimento, una riduzione dell’attività fisica che normalmente un bimbo piccolo svolge, ansia e depressione, tra gli altri sintomi.
Ovviamente, sono da considerare anche un maggiore rischio di obesità, sovrappeso, diabete e disturbi del sonno, oltre a un rendimento scolastico peggiore. Teniamo in considerazione, inoltre – nell’età dell’adolescenza – i pericoli inerenti il cyberbullismo ai quali è bene preparare i figli, oltre ai rischi derivanti da una dipendenza.
A quanti anni si può avere il telefono, quindi? Si può dare il cellulare ai bambini di 2 anni, 8 anni, 10 anni, 11 anni, 12 anni? L’ideale – secondo diversi studi – è un utilizzo dello smartphone a partire dai 13-14 anni di età, tenendo presente che è l’età dell’adolescenza in cui inizia a esserci una propria indipendenza, le prime uscite da soli, relazioni sociali e situazioni quindi, per cui l’uso di un dispositivo del genere può, effettivamente, essere giustificato. È importante che i genitori guidino i figli a un uso responsabile della tecnologia, spiegando il significato di sicurezza e privacy oltre che dei pericoli della rete.
È necessario far comprendere che non si tratta di un giocattolo e che è un oggetto di un certo valore economico: a questo proposito, può essere utile far partecipare alla spesa con la paghetta. Altrettanto necessario è parlare dei tempi di utilizzo e delle app che possono o meno essere installate. Per concludere, quindi, il cellulare non va visto come una babysitter per far stare buoni i più piccoli, ma va dato quando ci può essere un reale bisogno: durante l’adolescenza. Al massimo, prima è consentito l’utilizzo di tablet dai contenuti didattici mirati all’età del bambino, sempre sotto il controllo degli adulti.