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La fase dei no: ecco come affrontare il momento in cui il bambino diventa oppositivo

Arriva un momento in cui il bambino inizia ad essere oppositivo: benvenuti nella cosiddetta fase del no. Scopriamo di cosa si tratta e come affrontarla. 

Foto di Joëlle Moreau da Pixabay

Andare a tavola, lavarsi, vestirsi, uscire di casa per andare a scuola. Ogni momento della vita quotidiana rischia di trasformarsi ogni volta in tragedia. Il motivo? Perché il bambino dice sempre di no.

Qualsiasi cosa si debba fare la sua risposta è sempre oppositiva e consiste sempre in un no. Un vero e proprio incubo per i genitori che molto spesso si trovano costretti anche a fare i conti con la fretta e che escono seriamente provati da questa serie di comportamenti snervanti da parte dei figli.

Come fare allora ad arginare la cosiddetta fase dei no del bambino? In cosa consiste questo momento e quando si presenta? Scopriamo qualcosa di più.

Cos’è la fase dei no e quando si presenta nei bambini

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Se avete un bambino tra i 2 e i 3 anni vi troverete nella famosa “fase dei no“. Se fino a qualche mese fa vostro figlio era un pezzo di pane e pendeva dalle vostre labbra, ora all’improvviso ha cambiato atteggiamento e non fa altro che opporsi a tutto ciò che gli proponete di fare.

Purtroppo si tratta di una fase del tutto normale e che investe, chi prima chi dopo, tutti i bimbi. E se per i genitori si apre una fase in cui i nervi dovranno essere ben saldi, per i bambini si tratta di un momento del tutto fisiologico.

Non vuole essere una sfida e non sempre si tratta di capricci. Anche se vi avevamo parlato già di cosa sono i capricci, in questo caso si tratta di una ricerca di autonomia nei confronti dei genitori.

Intorno ai 2 anni, infatti, i piccoli ampliano le loro capacità cognitive, iniziano a comprendere che non sono più un tutt’uno con la mamma ma un essere a se stante. Questo li porta inevitabilmente a sviluppare una propria coscienza di se stessi e ad un voler far presenti le loro opinioni. 

E per farlo il sistema più veloce e immediato è quello di opporsi a ciò che dicono mamma e papà. Ecco che allora alle domande: “Ci pettiniamo?” “No”, “Metti la giacca” “No”, “Andiamo a scuola” “No”.

Il no diventa una delle parole più usate a quest’età. I bambini dicono no non solo quando sono arrabbiati, ma spesso anche se hanno sonno e sono stanchi o addirittura solo per abitudine. Come fare allora?

Ecco come affrontare la fase del no

Foto Adobe Stock

Se siete genitori di bambini dai 2 ai 3 anni di età dovrete affrontare la cosiddetta fase dei no dei bambini. Un momento del tutto normale ma che può generare non pochi malumori in famiglia. Vediamo come affrontarlo.

1) Mantenere la calma. Sembrerà scontato ribadirlo ma non lo è. Trattandosi di una fase fisiologica non possiamo evitarla ma arginarla al meglio. Questo non prevede quindi di perdere le staffe.

2) Evitiamo anche noi di dire sempre no. I bambini vanno molto per imitazione e se ad ogni cosa che fanno il genitori starà sempre lì pronto a dirgli di no è ovvio che anche lui sarà ancora più portato a pronunciarlo.

3) Offriamo delle alternative. Anziché dire: “Non puoi giocare a palla”. Diciamo “Non puoi giocare a palla in casa” ma “Quando andiamo al parco potrai giocare a palla, ora facciamo un altro gioco”. Se il bambino non vuole indossare le scarpe diamogli la possibilità di scegliere fra due tipi diversi. Il poter fare una scelta li aiuterà a non dire sempre di no.

4) Evitiamo divieti drastici. Le punizioni spesso sortiscono l’effetto contrario. Meglio parlare con autorevolezza al bambino e spiegare le motivazioni per cui non si sta comportando bene. A volte un atteggiamento troppo repressivo comporta una reazione ancora più esasperata.

5) Infine, ricordiamo che la fase del no passerà. Come tutte le altre fasi della vita, anche questa finirà e quello che rimarrà ai vostri bambini è come li avrete educati a gestire le loro opinioni e i loro pensieri. 

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