Le favole con animali sono uno strumento potente per impartire preziosi insegnamenti ai bambini. Possono essere raccontate prima di dormire.
Da sempre, le favole con gli animali protagonisti sono un elemento chiave nella letteratura per l’infanzia. Sono, infatti, capaci di catturare l’attenzione dei piccoli trasmettendo, al tempo stesso, insegnamenti preziosi in modo più che coinvolgente. I racconti possono offrire un vero mondo di avventure e scoperte, consentendo ai bambini di esplorare e scoprire valori importanti come il coraggio, l’amicizia, la solidarietà e – molto importante – il rispetto per la natura.
Strumento educativo irrinunciabile, ciascuna storia è un viaggio che stimola la creatività. Scopriamo insieme alcune delle più belle favole con animali per bambini piccoli, ovvero quelle fiabe con morale da raccontare prima di dormire.
Favole sugli animali inventate e con morale: La Volpe e l’Uva, La Stella Marina Valentina e Il Cagnolino Marco
Gli animali sono i protagonisti più apprezzati delle storie, che possono impartire importanti lezioni da trasmettere ai più piccoli in modo divertente. Un classico è, ad esempio, il racconto de La Volpe e l’Uva che mira a insegnare come non bisogni disprezzare qualcosa soltanto perché non la si può ottenere:
- Un giorno, una volpe affamata venne a passare accanto a una vigna e scorse alcuni bellissimi grappoli d’uva che pendevano da un pergolato. I dolci acini le fecero venire l’acquolina in bocca, ma non poteva arrivarci perché erano posti troppo in alto. La volpe, allora, se ne andò con aria dignitosa dicendo: “Sono troppo verdi: la frutta acerba fa male…”.
La fiaba de La Stella Marina Valentina di Mister Gufetto ci porta, invece, in un incantato mondo per insegnare l’importanza della protezione del mare e di chi ci abita.
- C’era una volta una stella di mare di nome Valentina, che viveva in un mare cristallino. Era una stella di mare di un meraviglioso colore arancione vivace, che aveva una voce davvero incantevole. A Valentina piaceva giocare con i suoi amici pesci e conchiglie, anche se era un po’ più lenta degli altri.
Un giorno, mentre nuotava, notò che il mare non era più pulito come prima. C’erano tanti rifiuti e il mare era diventato molto scuro. “Che brutto!”, pensò Valentina preoccupata. “Come possiamo risolvere questo problema?”.
Valentina parlò con i suoi amici pesci e insieme decisero di organizzare una grande manifestazione, per sensibilizzare le persone a non sporcare il mare. “Ma come possiamo farlo?”, chiese la piccola stella di mare. “Possiamo parlare con tutti gli abitanti della Terra e spiegare loro quanto sia importante mantenere il nostro mare pulito e sicuro per tutti noi”, rispose il granchio.
Così Valentina decise di diventare portavoce del gruppo. Grazie al suo canto dolce e melodioso, riuscì a convincere molte persone ad adottare comportamenti più ecosostenibili. “Dobbiamo gettare i nostri rifiuti nella spazzatura e non in mare! Dobbiamo ridurre l’utilizzo della plastica!”, cantò Valentina.
La manifestazione ebbe un grandissimo successo. Con il tempo il mare ricominciò ad essere sempre più pulito e le creature marine tornarono a vivere serenamente. “Wow, che meraviglia!”, disse Valentina felice. “Ce l’abbiamo fatta! Grazie a tutti voi!”.
E tutti gli animali del mare si abbracciarono felici e, da quel giorno, Valentina continuò a lavorare per la salvaguardia delle creature marine e del mare stesso. “Non bisogna mai arrendersi”, diceva sempre. “Ognuno di noi, anche se piccolo, può fare la differenza e contribuire a rendere il mondo un posto migliore. Bisogna solo avere il coraggio di parlare e agire per ciò in cui si crede”.
Tra i brevi racconti di animali, sempre Mister Gufetto ci racconta una dolcissima storia di gentilezza e coraggio perché, con questi, è possibile risolvere qualunque problema: Il Cagnolino Marco.
- C’era una volta un cagnolino di nome Marco, che viveva in un piccolo paese in mezzo alla campagna. Marco era un cane molto speciale, perché aveva un dono che gli permetteva di parlare con gli animali della foresta.
Un giorno, mentre passeggiava nei boschi, Marco incontrò un coniglietto che piangeva disperato. “Cosa ti succede?”, gli chiese Marco. “Il mio fratellino è stato rapito dal malvagio lupo che vive nella tana sulla collina”, rispose il coniglietto tra i singhiozzi.
Marco decise subito di aiutare il coniglietto e partì alla volta della tana del lupo. Arrivato alla tana, Marco trovò il fratellino del coniglietto imprigionato in una gabbia. Si avvicinò per provare a liberarlo ma, all’improvviso, comparve il grosso lupo.
Il piccolo Marco non poteva certo affrontare il lupo, perché era molto più grande e forte di lui, però decise coraggiosamente di non scappare. Il cagnolino, infatti, aveva avuto un’idea: voleva utilizzare la sua arma speciale, ovvero la gentilezza.
Senza esitare, Marco guardò negli occhi il lupo e, grazie alla sua abilità di parlare con gli animali, riuscì a convincerlo a liberare il fratellino del coniglietto. Il lupo capì che Marco aveva ragione e si comportò in modo molto gentile, liberando il coniglietto e augurando ai due un buon ritorno.
Marco tornò al paese e i due fratellini coniglietti poterono, finalmente, riabbracciarsi. Tutti gli animali della foresta acclamarono il cagnolino come un eroe. Da quel giorno in poi, Marco divenne il protettore della foresta e il migliore amico di tutti gli animali che vivevano lì.
Favole sugli animali della foresta e non: Il Capibara Alessandro e il Canto della Foresta e La Gatta Sofia
Tra le storie di animali da non perdere, c’è quella de Il Capibara Alessandro e il Canto della Foresta. Anche questa fiaba è firmata da Mister Gufetto e ha come morale l’importanza del rispetto della natura per aiutare il mondo a crescere sano.
- In una foresta meravigliosa, dove gli alberi facevano il solletico al cielo, viveva un capibara morbido e tenero di nome Alessandro. La sua pelliccia era come il miele caldo al sole e i suoi occhioni erano dolci come due grossi chicchi di cioccolato.
Un giorno, mentre Alessandro mordicchiava tranquillamente un’insalata di erbe fresche, sentì un rumore! BRUM! BRUM! Era forte e spaventoso, come un drago che russa. Gli uccellini volarono via e i coniglietti, spaventatissimi, corsero da lui: “Alessandro, che succede? Che succede?”.
Alessandro sollevò il nasino e annusò l’aria. “Qualcosa non va”, disse. “Vado a vedere. Aspettatemi qui” e si avventurò verso il rumore, mentre il suo cuoricino batteva come un tamburino. Nella parte della foresta dove di solito regnava il silenzio, c’erano grandi mostri di metallo! Brontolavano e masticavano gli alberi. CRAC! CRUNCH! Lasciando dietro di loro un mucchietto di tristezza.
“STOP!”, gridò Alessandro. “Perché siete così cattivi con gli alberi? Gli alberi sono i nostri amici!”. Gli uomini sui mostri di metallo si fermarono e guardarono quel capibara coraggioso. “Siamo qui per portare via gli alberi”, dissero. “È il nostro lavoro”.
Ma Alessandro scosse la testolina. “No, no, no! Questo non è giusto! Gli alberi ci regalano l’aria per respirare e sono la casa di uccellini e scoiattoli. Senza gli alberi, dove andranno a giocare i coniglietti e le farfalle?”. Uno dei mostri di metallo si avvicinò minaccioso. VRRM! VRRM! Alessandro saltò su un sasso e disse: “Se dovete lavorare, lavorate con noi, non contro di noi! Possiamo far crescere la foresta insieme!”.
Il capo degli uomini, che si chiamava Severino, scese dal mostro di metallo e si avvicinò ad Alessandro: “E come pensi di fare, piccolo capibara?”.
Alessandro pensò con la sua testolina da capibara saggio e poi disse con voce chiara e forte: “Insegnateci a usare queste vostre cose brontolone senza far piangere gli alberi e noi vi mostreremo come la foresta può cantare!”. Severino si grattò la testa, incuriosito dalla sfida. “Bene, Alessandro, dimmi il tuo piano”, disse Severino piegandosi per essere all’altezza del piccolo capibara.
“Primo”, esclamò Alessandro, “Dobbiamo piantare nuovi alberi ogni volta che ne tagliate uno. Così la foresta non smetterà mai di crescere!”. Severino annuì: “Giusto, piantiamo alberi nuovi. E poi?”. “Secondo”, continuò Alessandro, “Dobbiamo pulire il fiume! L’acqua deve cantare pulita, senza schiuma o olio che fa scivolare via i pesciolini”.
“E come faremo?”, chiese Severino ora genuinamente interessato. “Con magie speciali!”, esclamò un coro di ranocchie, saltando fuori. “Useremo piante che amano l’acqua per succhiare via la bruttura e filtrare il fiume!”.
Severino rise. “Magie speciali, eh? Le piante purificatrici! Bene, accettiamo l’aiuto delle vostre magie”. “E terzo”, concluse Alessandro, “Dobbiamo ascoltare la foresta. Lei ci dirà se stiamo facendo bene!”.
Severino si alzò: “Capibara, accetto il tuo patto. Mi hai insegnato a vedere la foresta con occhi diversi e io insegnerò ai miei uomini a lavorare con rispetto”.
Nei giorni successivi, la foresta si trasformò in un cantiere di gioia. Gli uomini piantavano alberi nuovi e le ranocchie dirigevano la pulizia del fiume, mentre gli uccellini e le farfalle sorvegliavano i lavori, cantando canzoni di approvazione.
Una mattina, mentre Alessandro e Severino piantavano l’ultimo albero, il Sole lanciò raggi d’oro tra le foglie e il fiume mormorò un grazie che solo il cuore poteva sentire. “La foresta sta cantando!”, esclamò Severino. “Hai ragione, Alessandro, lavorando insieme possiamo fare magie”.
E così, con ogni nuovo albero e ogni goccia d’acqua pulita, la foresta ringraziò con il suo canto più dolce. E Alessandro, il capibara saggio, sapeva che aveva fatto giustizia. Ora la foresta cantava anche grazie agli uomini, che si unirono agli animali in un unico grande coro di felicità.
Infine, la favola de La Gatta Sofia di Mister Gufetto ci insegna come la felicità possa essere trovata proprio nel vivere in armonia con gli animali e con la natura.
- C’era una volta una gatta di nome Sofia. Sofia era una gatta molto intelligente, ma un po’ triste e solitaria che viveva in una grande casa accanto a un bellissimo giardino. Adorava andare a zonzo e scoprire posti nuovi.
Un giorno, mentre passeggiava, Sofia vide una farfalla gialla e blu che volava nel cielo. La farfalla sembrava così libera e felice che Sofia decise di chiederle il suo segreto per essere così felice. “Come fai a essere così felice?”, chiese Sofia alla farfalla.
“Volo libera nel cielo e guardo tutto ciò che mi circonda. Non mi preoccupo del passato o del futuro, ma vedo tutta la bellezza che c’è nel mondo proprio nel momento presente. Questo mi rende felice”, rispose la farfalla.
Sofia pensò a quello che la farfalla aveva detto e decise di provare a vivere nel presente, proprio come lei. Iniziò a giocare e ad esplorare il giardino, divertendosi e godendosi ogni momento. Mentre giocava, Sofia incontrò un topolino che si era fatto male alla zampa. Il topolino piangeva e chiedeva aiuto. Sofia, essendo molto gentile, decise di aiutare il topolino.
“Non preoccuparti, ti aiuterò a guarire la zampa”, disse Sofia al topolino. La gatta lo portò nella sua casa e lo curò finché non guarì. Il topolino era così grato che decise di portare Sofia in un luogo segreto nel giardino, dove c’era un bellissimo albero di ciliegio.
“Questo è il mio posto segreto, dove mi piace venire a rilassarmi. Ti piacerebbe unirti a me?”, chiese il topolino. Sofia accettò l’invito e, insieme, si sdraiarono sotto l’albero di ciliegio, guardando le nuvole e le farfalle che volavano sopra di loro. Sofia si rese conto che aveva finalmente trovato la felicità, vivendo nel presente e aiutando gli altri.
Da quel giorno in poi, Sofia visse felice e contenta, esplorando il giardino e aiutando gli altri animali. Ogni volta che vedeva una farfalla volare nel cielo, sorrideva felice, sapendo che aveva imparato il segreto della felicità.
Siete pronti a raccontare queste dolcissime storie ai vostri bimbi, utili anche per combattere la noia a casa? Ricordatevi che è importante parlare ai bambini sin da piccoli.