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Femminicidio nel Bresciano: trovato e arrestato il marito in fuga

E’ stato trovato e arrestato l’uomo che lunedì scorso ha ucciso la moglie, Angela Mura di 54 anni, trovata morta dal figlio 15 enne, nella camera da letto della sua abitazione, a Castenedolo, in provincia di Brescia. Si tratta del secondo caso di femminicidio a pochi giorni di distanza, con fuga dell’omicida, come nel caso dell’omicidio a Perigine Valsugana, in Trentino.

Dopo l’omicidio, l’uomo, un operaio di 50 anni, è scappato a bordo della sua auto, un Opel Astra grigia. Stando a quanto si apprende,  dopo una fuga di 32 ore, un agente in borghese della Polizia di Stato ha riconosciuto e individuato Alessandro Musini e mentre lo seguiva ha chiamato la Volante che, intervenuta sul posto ha fermato l’uomo nel centro città di Brescia, traferendolo al Comando provinciale dei carabinieri. Dopo la cattura, si sono rivelate necessarie delle cure mediche per delle ferite di cui ancora non si hanno certezze di come l’uomo se le sia procurate. Forse nella colluttazione con la vittima. Durante l’interrogatorio che è durato oltre cinque ore, Musini ha raccontato la sua versione dei fatti, ma non ha ammesso l’omicidio della moglie. L’uomo è stato fermato con l’accusa di omicidio volontario aggravato e portato al  carcere Canton Mombello di Brescia.

“È una fase delicatissima”, ha commentato il legale di Musini, l’avvocato Ennio Buffoli.

Secondo le indiscrezioni la coppia era in procinto di separarsi e negli ultimi tempi stava attraversando delle difficoltà economiche. Gli inquirenti sono riusciti a ritrovare l’arma del delitto: l’oggetto che sarebbe stato impiegato per uccidere la donna,  è stato visto per caso da alcuni coetanei del figlio della vittima in un cespuglio del Parco Pisa, a poca distanza da Via Carducci e dalla sede dei Carabinieri di Castenedolo, per cui hanno chiamato i carabinieri. Le forze dell’ordine, giunte sul posto hanno provveduto a recuperare l’oggetto che sarebbe un “pezzo” di ascia, con il quale Musini avrebbe colpito la moglie.

Adesso la Sezione Investigativa Scientifica dell’Arma dovrà individuare eventuali tracce di sangue e di Dna sulla presunta arma, mentre si attende i risultati dell’autopsia disposta dal pm della Procura di Brescia, Francesco Piantoni, che potrà stabilire con certezza la natura dell’oggetto usato per uccidere la donna.

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