Il figlio di Renato Carosone oggi ha superato gli 80 anni e ha alle spalle una storia avventurosa e simbolo di un’Italia ormai dimenticata.
La storia della giovinezza di Renato Carosone potrebbe essere degna di un film, ed è esattamente un film ad aver riacceso l’interesse dei media nazionali sulla vita e sull’opera del celebre pianista napoletano a cui va il merito di aver completamente rivoluzionato la musica italiana.
Come sempre accade, naturalmente, anche i familiari di Carosone hanno suscitato la curiosità degli italiani. La meravigliosa storia d’amore con sua moglie Lita e la nascita dell’amatissimo figlio Pino sono stati due dei momenti più belli e significativi della vita di Renato.
Il figlio di Renato Carosone: la sua è una storia d’amore
Renato Carosone e Italia Levidi si incontrarono in Africa, nelle allora popolatissime colonie italiane.
Carosone si trovava in Africa perché era stato scritturato da una compagnia musicale che, dopo aver completato un lungo tour si era sciolta e molti musicisti avevano lasciato l’Africa per far ritorno in Italia. Tra coloro che scelsero invece di rimanere nel continente africano c’era Renato Carosone, il quale decise di trovare un altro impiego come pianista per continuare a lavorare nelle colonie.
L’artista raggiunse Asmara, dove cominciò a suonare il pianoforte nell’Orchestra del maestro Gigi Ferracioli. L’orchestra si esibiva regolarmente in un locale chiamato Circolo Italia, che poteva contare anche su un nutrito corpo di ballo oltre che su un’orchestra che suonava dal vivo.
Tra le ballerine di punta del corpo di ballo del Circolo Italia c’era Italia Levidi, detta Lita. Bellissima, dotata di una grande bellezza e di molto talento, colpì il pianista dritto al cuore. Fortunatamente l’amore del giovane era ricambiato e i due cominciarono a frequentarsi.
Nel giro di pochissimo tempo decisero di sposarsi a Massaua. Era il 2 Gennaio 1938. Un anno e mezzo dopo nacque il figlio Giuseppe, al quale fin dall’infanzia venne dato il nomignolo di Pino. Era il 28 Maggio 1939.
Oggi Pino ha quasi 82 anni e continua a mantenere vivo il ricordo di suo padre, con il quale ha sempre condiviso un grande interesse per l’arte figurativa.
Da adolescente, infatti, Pino venne iscritto all’Accademia di belle Arti di Brera a Milano e Renato, che lo accompagnò a un corso di disegno, nel 1968 (quindi in età già avanzata) decise a sua volta di iscriversi all’Accademia per prendere lezioni di arti figurative.
Non sono in molti a saperlo, ma le diverse opere pittoriche di Renato Carosone, anche piuttosto apprezzate dai critici e oggi oggetti da collezionisti, nacquero proprio in virtù dello strettissimo rapporto padre – figlio che Renato e Giuseppe costruirono fin dai tempi dell’infanzia del bambino.
Pino è anche stato chiamato più volte a presenziare a celebrazioni ed eventi che hanno ricordato Renato Carosone nel corso degli anni, come quando intervenne all’inaugurazione, a Napoli, del largo Renato Carosone ricordando i tempi in cui, durante le feste di Natale, la famiglia Carusone (il nome anagrafico era infatti con la U e non con la O) accoglieva un’altra leggenda della musica italiana: Sergio Bruni.
“Io mi ricordo, quando stavo a Napoli, ero un ragazzino, Sergio Bruni veniva da Milano da mio padre e mangiavamo gli spaghetti insieme. Quindi il fatto di saperli così vicini, sono sicuro che anche loro saranno felici di tutto questo. Quindi vi ringrazio, e tenetevi questo posto stretto perché è un posto meraviglioso (con riferimento a Largo Renato Carosone, n.d.r.)” disse Pino Carusone alla presenza del Sindaco di Napoli Luigi De Magistris e a una piccola folla che si era radunata per l’inaugurazione dello spazio urbano dedicato al cantante.
Era stato proprio Bruni a incidere una delle interpretazioni più famose e magistrali di Maruzzella, il primo grande successo di Renato Carosone, composto in onore dell’amatissima moglie Lita.
In concomitanza con l’uscita di Carosello Carosone, il film che sarà trasmesso stasera sulla prima rete RAI, Pino ha anche voluto fare una dichiarazione importantissima in merito alle sue vere origini.
L’uomo ha dichiarato pubblicamente per la prima volta di non essere figlio naturale di Carosone, ma solo della moglie di lui, Lita. In un’epoca in cui essere una ragazza madre era uno scandalo e sposarla uno scandalo ancora maggiore, Renato decise di adottare il bambino e di registrare la sua nascita in Italia con il cognome Carusone un anno e mezzo dopo il matrimonio con Lita, al fine di regalare al bambino (che amava davvero come un figlio proprio) una famiglia normale e soprattutto un futuro senza il marchio dell’essere “figlio di N.N.”.