Il terzo fiore del dottor Bach per curare l’ipercriticità
Il fiore Beech proviene dal faggio, un albero praticamente perfetto: non ha nodi e può essere lucidato a meraviglia, le foglie sono eleganti, pieghettate, di un verde intenso. Tuttavia, la tendenza al perfezionismo può a volte trasformarsi in un atteggiamento critico o intollerante, come quello che caratterizza il soggetto Beech.
La persona eccessivamente critica vede gli errori negli altri allo scopo di proteggersi, poiché l’intolleranza viene scelta come mezzo di difesa contro la propria insicurezza. Al di là della perfezione apparente del faggio, questo albero in realtà è debole, ha radici poco profonde, tanto che può essere danneggiato dai venti tempestosi; ecco dunque una conferma al fatto che, in fondo, l’albero stesso è “insicuro” alla stessa maniera della persona che ha bisogno del rimedio.
Parola di Bach: “Per coloro che sentono il bisogno di vedere più bontà e più bellezza in tutto quanto li circonda, e, sebbene molte cose appaiono sbagliate, riescono a cogliere quello che c’è di buono in esse. Questo, al fine di essere più tolleranti, più comprensivi e più miti nei confronti di ogni creatura e dei modi in essa sta lavorando per arrivare alla sua perfezione finale”.
L’individuo Beech è intollerante, ipercritico nei confronti degli altri, capta ogni singolo errore di ognuno, restandone profondamente infastidito. E’ avaro dei propri sentimenti, soffre sentendo di non essere più capace di aprirsi in un sorriso, e non sa più cosa fare. Vorrebbe vedere intorno a sé più bellezza e bontà, quindi punta alla perfezione.
Utile anche per le intolleranze alimentari, allergie, disturbi digestivi, insufficienza epatica, ulcera peptica gastrica duodenale, stipsi. Emorroidi, capillari, vene varicose, arteriosclerosi. Rigidità articolare, dolori articolari e reumatici, al petto, al collo, alla nuca, alla mandibola, alle braccia, alla parte superiore del torace. Rigidità e tensione al petto.
fonte: floriterapia.com