Giochi Olimpici, il Decreto Cio è realtà. L’autonomia del Coni è salva, questo significa anche partecipazione alle prossime Olimpiadi senza impedimenti. Cosa sarebbe potuto accadere in caso di sospensione del Coni.
L’Italia avrebbe potuto arrivare a Tokyo 2021 senza la propria bandiera. Questo è quanto emerso ieri nel corso della crisi di Governo che include diversi aspetti fra cui quelli legati allo sport. Nello specifico, era scaduto il termine per rendere operativa la riforma pro Coni necessaria per far partecipare il nostro Paese ai Giochi Olimpici.
Il Comitato Olimpico Internazionale ha pronto, quindi, il documento di sospensione del Coni: carteggio che potrebbe impedire la partecipazione alla nostra compagine. Scenario evitabile attraverso la presentazione di un Decreto sul tema prima dell’inizio delle Olimpiadi. La situazione, senza alcun precedente riscontrabile, sembrava essere piuttosto preoccupante.
Stamattina, fra le altre cose, il Consiglio dei Ministri ha approvato un Decreto Legge sull’autonomia del Coni. Giovanni Malagò, primo rappresentante del Comitato, ha informato direttamente per telefono il numero uno dello sport mondiale Thomas Bach: “La legge è ok, l’autonomia è salva”. “Sono molto felice”, la risposta di Bach. Un sospiro di sollievo lo tirano anche gli atleti italiani a un passo dall’incidente diplomatico: il rischio, infatti, era quello di incappare nella medesima sorte toccata a Bielorussia di Lukashenko e la Russia (ridimensionata dagli scandali del doping). Sembrerebbe essere tutto rientrato dopo qualche ora di tensione. Epilogo positivo anche in ottica Milano-Cortina, sede dei Giochi Olimpici invernali nel 2026. L’eventuale sospensione del Coni avrebbe potuto bloccare i finanziamenti da parte del Cio.
Una serie di reazioni a catena che hanno portato a pensare a scenari tutt’altro che rosei, più di un personaggio pubblico si è mobilitato – non solo sul Web – per evitare il peggio: tutto risolto, dunque. Almeno a livello sportivo, perché la contesa sul piano politico comincia adesso. Nel frattempo l’Italia dovrà scegliere un portabandiera prima del 23 luglio. Un’altra formalità da adempiere, senza fretta ma nemmeno con troppa calma. Prendersela comoda, come abbiamo visto, non sempre aiuta.