Si celebra oggi, come ogni anno il 22 maggio dal 1992, la Giornata mondiale della biodiversità, istituita dall’Onu e dedicata allo stato di salute delle specie viventi che abitano la Terra.
L’edizione 2015 è riservata alle isole e al loro patrimonio naturalistico minacciati dai cambiamenti climatici, l’inquinamento e lo sfruttamento del suolo.
L’obiettivo di Onu e Legambiente è quello di mettere in risalto i mille pericoli che minacciano specie animali e vegetali da cui dipendono 600 milioni di persone, circa un decimo della popolazione mondiale. A rischio, le barriere coralline minacciate dalla pesca non sostenibile e dal turismo, così come dall’inquinamento, disastri naturali, la riduzione delle zone umide e lo sovra sfruttamento ittico. Un pericolo per l’economia mondiale e per l’ecosistema tra flora e fauna come mammiferi, tartarughe, uccelli e pesci.
Secondo i dati, l’Italia custodisce il più grande tesoro di biodiversità in Europa di cui il 20% rischia di sparire.
Patrimonio italiano della biodiversità
L’Italia custodisce il più importante tesoro europeo sebbene rappresenti solo 1/30 del suolo del vecchio continente. Il patrimonio è di oltre il 30% di specie animali (58mila specie faunistiche di cui 55 mila di invertebrati, il 95%, 1812 di Protozoi, il 3% e 1265 di Vertebrati, il 2% ) e quasi il 50% di quelle vegetali (circa 8.000).
I parchi nazionali del Belpaese custodiscono la maggior parte degli habitat di 56 mila specie animali presenti in Italia per cui siamo il Paese europeo con più varietà di specie viventi. Una ricchezza che secondo i dati di Legambiente “oltre il 20% delle specie è a rischio estinzione” e ciò provocherà degli effetti negativi anche sulla salute e le abitudini umane.
Non a caso Coldiretti, infatti, nel secolo scorso in Italia ha spiegato che vi erano 8mila varietà di frutta mentre oggi si arriva a poco meno di 2.000 e di queste ben 1.500 sono a rischio scomparsa.
La biodiversità globale
Sul piano globale, l’80% della diversità biologica terrestre del pianeta è custodito nelle foreste, cruciali per 1,6 miliardi di persone e per la regolazione del clima globale e dei cicli biogeochimici globali, nonché per la stabilizzazione e l’arricchimento del suolo, risorse primarie come il legno e la sicurezza alimentare per le popolazioni in via di sviluppo.
Secondo gli esperti “una specie su sei di animali e piante rischia di estinguersi entro il 2100”. Effetti che si ripercuotano anche sull’economia, per cui l’Ocse stima danni economici per la perdita della biodiversità tra i 2mila e i 5mila miliardi di dollari per anno, superiore alla ricchezza prodotta dalla stragrande maggioranza delle nazioni della Terra.