In occasione della IV Giornata nazionale del fiocchetto lilla dedicata ai disturbi del comportamento alimentare, neuropsichiatri dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù hanno lanciato un allarme sui disturbi alimentari che toccano sempre più le fascie più giovani.
Secondo i dati emerge che i disturbi sono sempre più frequenti intorno agli 8-9 anni: tra questi, le più diffuse sono l’anoressia e la bulimia nervosa. Si tratta di malattie che toccano nella maggior l’universo femminile e che nelle forme più gravi colpiscono rispettivamente circa lo 0,9% e l’1,5% delle donne.
Inoltre, l’anoressia e la bulimia sono le sindromi che fanno registrare il più alto tasso di mortalità. Tanto che nel caso dell’anoressia nervosa il rischio di morte è 5-10 volte maggiore di quello di persone sane della stessa età e sesso.
In occasione della Giornata nazionale fiocchetto lilla, il Centro italiano disturbi alimentari psicogeni (Cidap) ha resto noto che l’anoressia e bulimia, sono molto diffusi e che nel 2013 le ragazze anoressiche e bulimiche erano 2,2 milioni in Italia. Disturbi alimentari si che tuttavia stanno colpendo anche gli uomini per cui vi erano 75mila anoressici e 120-150mila bulimici.
“L’anoressia nervosa è caratterizzata da magrezza eccessiva determinata da un comportamento alimentare ostinatamente finalizzato al dimagrimento o al mantenimento di un peso inferiore a quello previsto per età ed altezza”, spiegano gli esperti, sottolineando che questo disturbo “si accompagna ad una distorta percezione della propria immagine corporea e a un controllo ossessivo del proprio peso e delle calorie ingerite. Questo disturbo può insorgere anche in bambine e ragazze giovanissime, in età prepuberale”.
Secondo le statistiche il “picco si raggiunge a 14-15 anni, fase dello sviluppo in cui il corpo assume una posizione centrale nella assunzione della propria identità, e intorno ai 18 anni, età in cui i giovani devono far fronte a una maggiore pressione sociale rispetto le proprie autonomie personali.
Per quanto riguarda la bulimia nervosa, “il sintomo più caratteristico è l’abbuffata, ovvero l’ingestione in un breve periodo di tempo di grandi quantità di cibo, solitamente molto calorico, accompagnato dalla sensazione di una totale perdita di controllo su ciò che si mangia”.
Gli esperti spiegano che anche in questo caso “come nell’anoressia, l’insoddisfazione per il proprio corpo è un aspetto che influenza in modo sproporzionato il livello di autostima”.
Spicca “la paura di ingrassare rispetto ai comportamenti di non controllo alimentare è molto alta e determina l’impiego di comportamenti di compenso (vomito autoindotto, uso di lassativi e diuretici, intensa attività fisica) per evitare che l’ingestione di troppe calorie causi un aumento del peso”.
Anche per la bulimia nervosa “l’età media di esordio è tra i 15-18 anni” e secondo i neuropsichiatri “l’inizio della malattia è solitamente riconducibile a una dieta dimagrante sulla quale ben presto si perde il controllo per attuare un regime di semi-digiuno. Non riuscendo a controllare in modo rigido la propria alimentazione, il bulimico innesca il circolo vizioso dieta-abbuffata-vomito-dieta che si autosostiene nel tempo”.
Sia l’anoressia che la bulimia necessitano esperti di vari settori in quanto hanno complicanze mediche sostanzialmente gravi per cui il trattamento deve essere programmato per diverso tempo e prevede interventi in combinazioni variabili: dagli psicofarmacologici, psicoterapeutici individuali o di gruppo, di terapia familiare.
Lo scorso anno l’unità operativa di neuropsichiatria infantile dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù ha visto in day hospital di valutazione 105 ragazze affette da disturbo del comportamento alimentare e ha effettuato 44 ricoveri per anoressia nervosa grave.