La scuola di teatro di Proietti ha contribuito alla nascita di tantissimi attori come Enrico Brignano. “Ho insegnato i miei difetti”, diceva.
Gigi Proietti non è stato solo uno dei più grandi attori italiani, ma anche un grandissimo maestro. Generoso, altruista, con la sua scuola di teatro ha insegnato l’arte di far ridere la gente a quelli che, ancora oggi, sono tra i più grandi attori italiani. Nella sua scuola di teatro si sono formati attori come Enrico Brignano, Giorgio Tirabassi, Flavio Insinna, Francesca Reggiani, Gabriele Cirilli e così via.
Un impegno importante quello che Proietti aveva deciso di assumere che metteva a disposizione dei giovani artisti il suo talento e la sua grandissima esperienza.
La scuola di teatro di Proietti: “Ho insegnato loro tutti i miei difetti. Non c’è un mio erede”
Flavio Insinna, Chiara Noschese, figlia del celebre imitatore Alighiero Noschese, Giorgio Tirabassi, Enrico Brignano, Massimo Wertmüller, Paola Tiziana Cruciani, Rodolfo Laganà, Francesca Reggiani, Gabriele Cirilli sono solo alcuni dei nomi nati nella scuola di teatro di Gigi Proietti.
Nel 1978, insieme a Sandro Merli, assunse la direzione artistica del Teatro Brancaccio di Roma, creando un suo Laboratorio di Esercitazioni Sceniche dedicato ai giovani attori con cui, nel corso degli anni, ha portato in scena tantissime opere.
Un periodo bellissimo di cui Proietti raccontava: «”Come diceva Gassman ai giovani attori, ho insegnato loro tutti i miei difetti. Ne sono nati tanti, ma non c’è un mio erede ed è giusto che non ci sia”».
Proietti, prima dell’arrivo dei contributi regionali, come rivelò Gianni Minà, mantenne da solo la sua scuola di teatro insieme a Mario Bussolino.
Di Gigi Proietti ha parlato Enrico Brignano ai microfoni di Maurizio Costanzo per L’intervista.
“Dopo il militare, tentai di fare il laboratorio di Proietti. La prima volta non mi presero. Con Proietti c’è sempre stato un grande rapporto di stima reciproca e di affetto. Mi ripresentai al Laboratorio dopo due anni dal primo rifiuto. Lui mi prese e capì che che avevo qualcosa da raccontare. Dal 1991-1992 cominciai a lavorare con lui per dieci anni. Iniziai come attrezzista e dovevo sistemare gli oggetti di scena. Una volta dovevo riempire delle bottiglie con del thè freddo che lui avrebbe dovuto bere durante la scena. Era thè freddo, ne misi un po’ di più e si stava strozzando perchè continuava a bere pensando che prima o poi sarebbe finito e da lì capii che bisognava avere un po’ più cura. Abbiamo mantenuto dei rapporti buonissimi“, raccontava Brignano a Costanzo.
La morte di Gigi Prietti rappresenta così un duro colpo per la sua famiglia, il suo pubblico, amici e colleghi che hanno imparato dalla sua arte.