Cosa pensiamo, dopo aver scoperto di aspettare un bel bimbo? La prima domanda che viene spontanea, istintivamente, è sapere se sia Femmina o Maschio. Iniziamo a fantasticare sul sesso del nascituro,”Somiglierà a me o al papà?” “Se sarà una femmina la chiameremo così, se sarà un maschietto invece così…” Insomma, dopo la sorpresa iniziale della gravidanza, sapere se avremo una dolce principessina o un “valoroso” principe al nostro fianco, è quello che (quasi) ogni genitore – mamme per prime – sognano di sapere subito! Solitamente per sapere se avremo una Femmina o un Maschio, bisogna aspettare i primi 3/4 mesi di gestazione, quando l’apparato genitale del feto è completo ma, non sempre si può sapere con esatta certezza. Quante volte è capitato che, in vista della fatidica ecografia che ci avrebbe svelato il sesso del bimbo, quest’ultimo si sia messo di spalle o con le gambette incrociate, e dunque difficile stabilirne il sesso? Sarà capitato a molte di voi. Il bimbo inizia a farci i dispetti! Ma scherzi a parte, può esistere un modo sicuro che ci possa permettere di scoprire con largo anticipo se il nostro futuro pargoletto sarà una lei o un lui? La scienza, in questo, ci è venuta incontro e sì, esiste il modo! Volete sapere qual è? Basta leggere di seguito e scoprirlo
Sapere se dovremmo comprare un fiocco rosa o un fiocco azzurro può non volerci molto. Infatti, se prima si doveva aspettare almeno gli inizi del secondo trimestre di gravidanza, ora la scienza ha fatto passi da gigante. Infatti basterebbero solo 8 settimane di gestazione per scoprilo! Ma prima di parlare di questo e di quale siano le metodologie e i test su basi biologiche usate per capire il sesso del nascituro, è meglio fare un passo indietro e spiegare quando e come si forma l’apparato genitale del nostro piccolo feto.
Forse non tutti sanno che il sesso del feto si determina da subito, in pratica al momento del concepimento, quando avviene la fecondazione dell’ovulo femminile da parte dello spermatozoo maschile. A “decidere” se sarà concepito un maschietto o una femminuccia è il papà, in quanto è il tipo di cromosoma dello spermatozoo a determinare il sesso del feto. Sia la cellula sessuale femminile sia quella maschile sono dotate, infatti, di 23 cromosomi che, unendosi, formano il Dna (cioè il patrimonio genetico) del bimbo e ne stabiliscono non solo i caratteri (come altezza, forma del viso, colore degli occhi), ma anche il sesso. Dei 23 cromosomi, 22 racchiudono le informazioni per lo sviluppo corporeo, mentre la ventitreesima coppia contiene le sequenze geniche per lo sviluppo degli organi sessuali interni ed esterni. Questi due cromosomi sessuali, designati con le lettere X o Y, sono dunque determinanti per il sesso dell’individuo. In una femmina, tale coppia è costituita da due cromosomi relativamente grandi, detti X, mentre nel maschio ritroviamo un cromosoma X affiancato ad un altro, molto più piccolo e asimmetrico, detto Y.
Le cellule sessuali (ovulo nella femmina e spermatozoi nell’uomo) possiedono solamente metà del corredo cromosomico, quindi 23 cromosomi singoli, a causa della divisione meiotica che si verifica durante la loro formazione. Grazie a tale divisione, quando l’ovulo e lo spermatozoo si uniscono, la cellula risultante, detta zigote, contiene un corredo completo di 46 cromosomi (23 coppie). Durante la riproduzione dei gameti, la distribuzione dei singoli cromosomi è CASUALE: la madre, essendo dotata della coppia XX, trasmetterà sempre e comunque il cromosoma X, mentre il padre (XY) produrrà spermatozoi Y e spermatozoi X.
In pratica, ogni cellula somatica femminile contiene 2 cromosomi X, mentre ogni gamete femminile (ovulo) ne contiene uno solo. Nel padre, tutte le cellule somatiche sono caratterizzate da un cromosoma X e da un cromosoma Y, mentre le cellule sessuali possono contenere o un cromosoma X o un cromosoma Y. Quando un ovulo, col suo cromosoma X, si fonde con uno spermatozoo dotato del cromosoma Y, nascerà un maschio; quando invece un ovulo si fonde con uno spermatozoo contenente un altro cromosoma X, il nascituro sarà di sesso femminile.
In altre parole, durante il concepimento la presenza o l’assenza del cromosoma Y nello spermatozoo paterno determina se lo sviluppo fetale procederà, rispettivamente, verso la linea maschile o quella femminile. Il sesso del nascituro, dunque, dipende esclusivamente dal contributo genetico del padre. Molto discussa è invece la questione relativa al fatto se si possa influenzare o meno il sesso del feto attraverso una dieta particolare.
All’inizio della gravidanza, è difficile stabilire il sesso del nascituro poiché nell’embrione non sono ancora riconoscibili differenze sostanziali tra i due sessi. E’ molto probabile che una femminuccia sia facilmente scambiata per un maschietto, poiché il clitoride nelle prime fasi della gravidanza somiglia molto all’organo genitale maschile, è infatti allungato e, dunque, facilmente scambiabile con l’organo genitale maschile. Ecco perché si aspettano che passino le prime otto settimane d’attesa. Solo alla 7ª settimana l’embrione si inizia a sviluppare in senso femminile. Intorno alla 12ª settimana di gravidanza, invece, si completa la differenziazione degli apparati genitali maschile e femminile. Da questo momento, attraverso la villocentesi (che può essere anticipata anche alla 9° settimana di gestazione), l’amniocentesi e l’ecografia sarà possibile sapere se nascerà un maschietto o una femminuccia.
Basta più aspettare i primi mesi, da qualche anno un nuovo test – lo screening prenatale non invasivo basato sul DNA (Non Invasive Prenatal Testing, NIPT) – permette di saperlo già a 8 settimane di gestazione. Il test analizza, con un semplice prelievo del sangue, i frammenti di DNA fetale che circolano liberi nel sangue materno. Il test non diagnostico, ma di screening, è per ora usato, più che per la determinazione del sesso del feto, per analizzare la probabilità che sia affetto dalle più comuni anomalie di numero dei cromosomi non sessuali, come la trisomia 21 (sindrome di Down). E’ un test molto rapido, indolore e praticato sempre di più nei laboratori di analisi. Ora il test è diventato ancora più immediato: basta una goccia di sangue prelevata dalla punta delle dita della madre per determinare il genere del nascituro. I ricercatori del Sabin Laboratory, azienda brasiliana specializzata in diagnostica medica, hanno dimostrato che una puntura superficiale come quella della penna pungi-dito usata per misurare la glicemia è sufficiente per stabilire il sesso del feto con un’accuratezza del 100%: il test è stato effettuato su 100 donne all’ottava settimana di gravidanza.
Ma come funziona questo Test non invasivo? In pratica nella goccia di sangue prelevata si effettua la ricerca del cromosoma Y, presente solo nel DNA maschile. Quando è presente, il feto è maschio, quando è assente si è in attesa di una femmina. Ora il team di scienziati sta già verificando se la stessa rapida procedura possa valere per escludere anche la sindrome di Down. Il test servirà non solo a placare la curiosità dei futuri genitori ma, più che altro, per monitorare le gravidanze a rischio di malattie genetiche strettamente legate al sesso di appartenenza: per esempio, solo i maschi ereditano la distrofia di Duchenne da una madre portatrice sana. Tuttavia, un NIPT semplificato potrebbe favorire i casi di aborto selettivo in base al genere del bambino, già diffusi in alcuni Paesi del mondo (come India e Cina). Sapere precocemente se si aspetta una bambina rischia di rendere la pratica più comune.
Un’altro studio scientifico ma che si basa più sul calcolo probabilistico viene dal Canada. Secondo questo studio canadese del 2007, ad esempio, è sufficiente determinare in che posizione si impianta il feto: la ricerca, condotta dal dottor Saad Ramzi Ismail su 5.376 donne in un arco di 10 anni, ha stabilito che nel 97% dei casi se l’impianto avviene sulla parte destra dell’utero si tratta di un maschio, mentre le femmine si impiantano sulla sinistra.
Altri studi, hanno dimostrato che in primavera nascono più femmine, mentre negli anni più caldi vengono al mondo più maschi; e ancora, che nei Paesi più vicini all’equatore nascono più femmine mentre i rapporti si invertono man mano che si sale verso i Poli; che gli uomini di colore diventano più facilmente padri di una femmina mentre gli asiatici hanno più probabilità di concepire un maschio; che i forti fumatori mettono al mondo più femmine. E, infine, che tra maratoneti, piloti di caccia, astronauti, contadini che usano pesticidi, carpentieri navali e lavoratori esposti ai metalli pesanti nascono più femmine, così come più femmine nascono nei periodi di crisi economica o di carestia e tra le madri che prima della gravidanza sono state vittime di eventi traumatici.
In definitiva, secondo lo studio, il tratto comune di tutte queste ricerche è che, mentre normalmente il tasso di natalità è di 100 femmine ogni 125 maschi, in presenza di condizioni ambientali difficili le proporzioni cambiano a favore del sesso debole: pochi soldi, poco cibo, stress e inquinamento (oltre a far diminuire il tasso generale di fertilità, che viene quindi compromesso) portano il rapporto a 100 femminucce ogni 105 maschi. La spiegazione è che il “sesso debole” è in realtà molto meno fragile quando si tratta di adattarsi a condizioni di vita difficili: le femmine, infatti, al momento del parto pesano mediamente 100 grammi meno dei maschi, e necessitano di meno nutrienti per restare in vita e per crescere in salute.
I vecchi miti sul sesso del nascituro sono duri a morire: nonostante numerose ricerche abbiano smentito le superstizioni, ancor oggi nelle credenze popolari resistono molti dei “metodi divinatori” utilizzati per indovinare se il bebè sarà un maschietto o una femminuccia. Dalla salute della pelle all’umore, dal colore dei capelli ai pendoli e al calendario cinese: la storia e le tradizioni sono piene di aneddoti e strane credenze su come scoprire il sesso del bebè.
Secondo queste credenze, ad esempio, se la pancia ha una forma appuntita si tratta di un maschio mentre è una femmina se risulta più arrotondata; fiocco azzurro se il pancione è basso e fiocco rosa se è alto; il nascituro è un maschietto anche se aumenta la peluria sul corpo della mamma mentre non c’è alcuna variazione se è una femminuccia; è femmina se durante il sonno si sognano maschi e viceversa. E ancora, il fiocco sarà azzurro se la mamma ha i piedi più freddi e rosa se non c’è stata variazione; maschio se la pelle è liscia e femmina se vengono i brufoli, maschietto se si dorme sul fianco sinistro e femminuccia se sul destro, maschio se il seno sinistro è più piccolo del destro e femmina in caso contrario… Insomma, tutto e il contrario di tutto.
Le differenze tra aspettare un maschietto o una femminuccia si manifesterebbero anche nello stato di salute, nell’insorgenza dei piccoli disturbi tipici della gravidanza e nell’aspetto fisico della futura mamma. Ad esempio:
Anche le voglie tipiche della gravidanza, quelle che vi fanno desiderare prepotentemente del cioccolato in piena notte o pop corno a colazione potrebbero essere il segnale distintivo di un maschio o di una femmina:
Anche il gioco del famoso pendolo viene usato da generazioni che predire il sesso del nascituro: potete utilizzare una fede nuziale come pendolo dopo averla appesa ad una catenina e farla muovere sulla pancia:
Infine occhio a quando sentite i primi movimenti del feto nel pancione: se li avvertite molto presto si dice che aspettiate un maschio; se li sentite dopo un certo tempo potreste aspettare una bambina.
E le fasi lunari? Alcuni credono che le fasi lunari possano influire sulle probabilità di concepire un maschio o una femmina. In particolare se il concepimento è avvenuto durante la luna crescente maggiori saranno le probabilità di avere una femmina, mentre al contrario se il concepimento ha avuto luogo durante la luna calante sarebbero più alte le probabilità di avere un maschio.
Le ricerche scientifiche hanno messo in luce alcune differenze fra gli spermatozoi Y e X; i primi (maschili) sarebbero più piccoli e veloci, ma poco resistenti, mentre i secondi (femminili) risulterebbero più lenti, ma più forti e longevi. In base a tale premessa, alcuni accorgimenti potrebbero offrire una maggiore probabilità di concepire un figlio di un determinato sesso.
In particolare, per favorire il concepimento di un maschietto, sarebbe utile:
Viceversa, il concepimento di una femminuccia sarebbe favorito dal:
Pur basandosi su un presupposto scientifico, tali tecniche mancano comunque di conferme scientifiche relative alla reale efficacia. Ma, si sa, provare non fa mai male!
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