Taylor era un ragazzo americano come tanti, e come tanti suoi connazionali aveva come sogno quello di servire la madre Patria fino in fondo. La sua tenacia e il forte amore di sua madre, Carole Adler, gli permisero di realizzare questo sogno, e ben presto Taylor divenne cadetto della polizia del Colorado.
Taylor, quando era ancora un ragazzino, stilò una lista di ‘cose da fare’ e sogni da realizzare nella sua vita. 25 punti difficili da attribuire ad un adolescente ancora in erba, eppure già da questo elenco si capiva il profondo e umile animo di questo ragazzo:
1. Arruolarmi nell’esercito e dare il massimo
2. Fare bungee jumping
3. Sposarmi
4. Avere una famiglia
5. Comprare un bulldog inglese e chiamarlo Diesel
6. Nuotare con gli squali
7. Visitare le Hawaii
8. Visitare la tribù delle mie origini (i Saquangue Lakota Oyate)
9. Salvare una vita
10. Allenare una squadra di Lacrosse
11. Diplomarmi
12. Svolgere un master part time nell’esercito
13. Trovare un lavoro
14. Comprare il mio camion personale
15. Lottare contro un alligatore
16. Incontrare la crew di “Jackass”
17. Comprare il mio quad
18. Giocare a football in un campionato minore
19. Tuffarmi dalla scogliera
20. Fare volontariato nella comunità
21. Andare in Alaska
22. Esserci per tutte le persone che ci sono state per me
23. Non essere mai arrestato
24. Andare all’Oktoberfest in Germania
25. Essere il migliore uomo, figlio, marito, soldato e amico… possibile
Riuscì nella sua breve vita a portare a termine molti di questi punti, ma un giorno tutto si spezzò.
Era un normalissimo giorno di lavoro, il 23 maggio 2015, e Taylor era in servizio sulla Colorado Highway 66 con il collega Clinton Rushing, quando alla sua pattuglia arrivò un allarme per un inseguimento di un auto, proprio su quella strada. I due stavano sistemando i segnali di stop per fermare il veicolo in fuga quando quella stessa automobile li ha travolti entrambi. Taylor sfortunatamente non ce l’ha fatta: è morto sul colpo.
Taylor lasciò ai suoi cari, e soprattutto a sua mamma, un vuoto incolmabile, che la donna decise di ‘colmare’ continuando nel tempo a mandare al numero del cellulare del figlio messaggi di amore. Ovviamente nessuno poteva risponderle, era solo un modo per la donna per sentire più vicino, almeno a parole, il figlio defunto.
Ma un giorno qualcosa accadde su quel telefono.
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