Il green job non soffre la crisi – Gli ultimi dati Unioncamere-Movimprese sulla dinamica settoriale mostrano un forte dinamismo nel settore energetico, in controtendenza a quanto accade in altri settori.
E’ stato evidenziato infatti che il tasso di sviluppo delle imprese è del 16,8% su base annua e complessivamente nell’ultimo anno il numero di imprese del settore è cresciuto di 700 unità.
Per green job si intende qualsiasi lavoro o attività che contribuisca al risparmio energetico, riferito al settore delle rinnovabili o che abbia a che fare con la tutela del territorio e della biodiversità, quindi possiamo dire che esistono vari lavori di questo genere ed è comprensibile la loro crescita, anche perché riescono a dare nuova linfa all’economia.
In cima ai termini percentuali si colloca il settore dell’edilizia e delle costruzioni, poi a ruota nel settore manifatturiero, dando la possibilità ai lavoratori di contratti a tempo indeterminato in misura maggiore rispetto a quelli impegnati in mansioni di altro tipo.
Le professioni più richieste dunque sono l’auditor esperto in emissioni di gas serra in atmosfera, il tecnico superiore per industrializzazione, qualità e sostenibilità dell’industria del mobile, lo statistico ambientale, l’operatore marketing, il risk manager ambientale, l’ingegnere dell’emergenza, il progettista di architetture sostenibili e l’esperto del ciclo di vita dei prodotti industriali.
Purtroppo però le imprese stesse segnalano difficoltà a reperire il 30,3% dei green jobs, ossia le figure riconducibili alla green economy, lasciando insoddisfatto circa il 20% di fabbisogno in entrata, a causa di un’inadeguata preparazione dei candidati, anche per l’impossibilità di poter acquisire le competenze sul campo.
Per fortuna l’offerta formativa si sta adeguando, attivando circa 193 corsi di laurea, molto più di una speranza per un paese geograficamente fortunato e con forte potenzialità in relazione al fotovoltaico e l’eolico.
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