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“Il prete bello”: parrocchiana innamorata di un sacerdote lo trascina in tribunale

Sembra una storia tratta dal romanzo “Il prete bello” di Goffredo Parise, un best seller del Secondo Dopoguerra, pubblicato nel 1954 e che narrava le vicende, viste dallo sguardo di un bambino, di un prete dalle piacevoli sembianze, e seduttore delle zitelle del quartiere.

In realtà capita molto spesso soprattutto nei piccoli paesi che le parrocchiane, assidue frequentatrici della Chiesa, superino il confine che le separa dal sacerdote, proiettando in lui molte speranze e desideri. In alcuni casi, le storie sono a liete fino e sboccia un amore. In altri casi, per dogma, il sacerdote di certo non viola il voto e ciò potrebbe far scaturire un desiderio di vendetta da parte della parrocchiana ferita nei suoi sentimenti.

Questo potrebbe essere il caso registrato nel piccolo paese di Milì San Pietro, in provincia di Messina, dove una donna single di 47 anni si è infatuata di un sacerdote veneto di 53 anni, che però ad un certo punto ha interrotto la love story e lei, presa dall’ira avrebbe raccontato tutta la storia ad un quotidiano locale per poi denunciare il parroco.

La vicenda risalirebbe all’estate dello scorso anno quando la donna in cerca di conforto spirituale ha iniziato ad incontrare il parroco della chiesa di San Pietro apostolo. Ma secondo le indiscrezioni, trapelate dai fedeli, il rapporto si sarebbe trasformato in qualcosa di più, tanto che il prete avrebbe poi deciso di troncare la relazione e fu poi trasferito a Malfa, un piccolo Comune sull’isola di Salina.

Ma la love story interrotta ha provocato una guerra di esposti che presto dovrebbe approdare in tribunale. Secondo quanto riporta il Secolo XIX,  la donna, che si sarebbe avvalsa di un legale, avrebbe presentato delle prove, tra cui delle email scambiate con il parroco e due registrazioni audio.

Un caso simile è esploso lo scorso settembre a Taormina, dove un parroco venne accusato di avere una relazione con una giovane. Il sacerdote costretto alle dimissioni per il tam tam che si era venuto a creare consegnò le chiavi della chiesa e replicò di andarsene a testa alta sostenendo che “la comunità dei fedeli è spaccata per cui preferisco sacrificarmi io pur di tenerla unita” e sottolineando che “quella ragazza è la fidanzata di mio nipote e ha 25 anni. Io ne ho 60 ed è una cosa ridicola attribuirmela come amante”. Oppure a San Dalmazzo, vicino Cuneo, il parroco Don Claudio Cavallo si era innamorato e lasciò i voti per andare a vivere con la compagna in dolce attesa. Dopo aver fatto il missionario per dieci anni in Africa, Cavallo aveva commentato che sperava di poter “fare ancora qualcosa per la Chiesa” nonostante il cambio di vita. La vicenda di San Dalmazzo, come sottolinea in un bel articolo di Repubblica, è stata però un successo per quanto riguarda il dialogo tre il parroco e i suoi superiori, andando oltre l’ipocrisia, la discriminazione e i pettegolezzi.

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