Ogni giorno si consumano delle tragedie nel Belpaese con vittime che nella maggior parte dei casi sono delle donne. Fatti di cronaca con violenze domestiche ma anche omicidi. Tra questi casi spunta una vicenda misteriosa a Rovigo, seguita anche dal programma “Chi l’ha Visto”, dove sul Delta del Po, nel Rodigno, negli ultimi quattro mesi sono rinvenuti dei resti umani.
Sul caso la Procura di Rovigo ha aperto un fascicolo per omicidio volontario e ciò induce a pensare che sia l’ombra di un serial killer.
I ritrovamenti a Rovigo
In base alla ricostruzione dei fatti, l’ultimo ritrovamento è avvenuto lunedì scorso, mentre un operario che stava effettuando lavori di drenaggio nel canale del Po di Levante, nei pressi di Loreo, ha tirato fuori un furgoncino Fiat Scudo che risulta rubato nel 2012 e dentro al furgone sono stati trovati dei frammenti di ossa di una bacino che appartengono probabilmente ad una donna di corporatura robusto oppure ad un uomo piuttosto minuto. Secondo le ipotesi degli investigatori, i resti umani potrebbero essere stati trasportati dalla corrente del fiume per incagliarsi nei rottami del furgone. Tuttavia, all’interno del veicolo sono stati trovati degli indumenti femminili, tra i quali un maglioncino e un lembo di camicia, per cui si attende l’esame del Dna, che sarà condotto dai medici legali dell’ospedale di Adria, per stabilire se vi sia un collegamento tra i vestiti e i resti umani.
In tal caso, se l’esame stabilisce una corrispondenza, verrà confermata l’ipotesi che il mezzo rubato potrebbe essere stato inabissato dall’assassino, per nascondere il massacro. Tuttavia il mistero si infittisce in quanto, dalle indagini, emergerebbe che il furgone fosse sul fondale del fiume da molto più tempo delle ossa.
Precedentemente nel mese di dicembre, sempre nelle acque del Delta, all’altezza di Porto Levante, è stata ritrovata la gambe di una giovane donna europea di circa 25 anni e nel mese di febbraio, è stata individuata una seconda gamba in una spiaggi a Porto Tolle. In base all’autopsia, pare che le gambe, che appartengono alla stessa donna, siano state staccate dal bacino con la lama di un grosso coltello. Adesso si attende l’esito dell’autopsia sui nuovi resti ritrovati per capire se le parti rinvenute appartengano alla stessa donna e in caso contrario accertare se i corpi siano stati fatti a pezzi dallo stesso serial killer.
Ad avvallare la seconda tesi, ovvero che vi siano due corpi, anche i tempi di decomposizione dei resti, per cui si fa strada che vi siano ben due vittime, finite nelle mani di un serial killer. Fin ad oggi, dalle banche dati sulle donne scomparse non è emerso ancora il profilo di compatibilità con i resti ritrovati.