Dio è amore, Dio è perdono, Dio è Padre-figlio e Spirito Santo, Dio è nel nostro fratello ma anche nel nostro nemico, è nel nostro familiare ma anche nello sconosciuto che ci chiede aiuto e il nostro compito è quello di tendergli la mano, di chiudere gli occhi ed abbandonarci a Lui senza remore, senza inibizioni, senza timori, come se ci buttassimo da un palazzo di oltre 100 piani con la tranquillità che ad un certo punto una soffice nuvola fosse lì, pronta a portarci in salvo ogni volta che inciampiamo o cerchiamo di scappare dalla giusta via, quella fatta su misura per noi.
Chi può amarci più di chi ci ha messo al mondo? Chi può volere il nostro bene senza secondi fini se non chi ci ha immaginati, voluti e creati con tanta cura? Chi può volere la nostra Salvezza Eterna se non chi ha mandato il proprio figlio ad espiare tutti i nostri peccati, rendendolo uomo, debole, terreno, sofferente?
La Santa Pasqua è alle porte, ed allora come non rivolgere il nostro pensiero a un Dio amorevole e premuroso che proprio in questa ricorrenza ci fece il dono più grande, Gesù morto in croce, il Suo figlio divino schiacciato dai martelli dei nostri peccati, appeso alla croce delle tentazioni alle quali non abbiamo saputo dire no, frustato dai nostri continui tradimenti.
Molti pensano a Dio come un giudice, come un severo e attento arbitro che è pronto a fischiare la fine della nostra partita al primo fallo, al primo fuori gioco, alzando subito un pesante cartellino rosso, senza concessione di appelli e ripensamenti, senza poter chiedere scusa, senza aver la possibilità di renderci conto da soli di aver sbagliato. Ma Dio non è questo, Dio è amore puro, ed in quanto tale ci ha pensati liberi di scegliere sin dal nostro primo giorno, ma questa libertà spesso la usiamo per scappare da Lui, abbracciando una vita fatta di tradimenti, piaceri terreni, avarizie e invidie, cadendo nel peccato giorno dopo giorno, scegliendo in maniera autonoma il nostro distacco da Lui. Dio ci ama ed è il primo a sperare la nostra redenzione, fino al nostro ultimo respiro Lui sarà lì, al nostro capezzale, tendendoci la Sua mano, sperando che almeno all’ultimo noi saremo pronti a stringerla per continuare insieme a Lui la vita Eterna, quella che davvero vale la pena essere vissuta.
Pochi giorni fa Papa Francesco è stato in un quartiere di Roma, Tor Bella Monaca, un luogo per alcuni versi disagiato, dove violenza e droga a volte la fanno da padrone, ma dove i cittadini hanno allo stesso tempo tanta voglia di riscatto. Francesco ha incontrato anche molti bambini in questa occasione, che gli hanno rivolto tante domande, dalle più semplici alle più complesse e profonde, e proprio una di queste ha, secondo me, bisogno di rilevanza, soprattutto in tempo di Quaresima, e che voglio mettere come conclusione di questa immagine di Dio buono, di un Dio tutto da conoscere ed amare.
Una bambina scout ha chiesto al Pontefice: “Se Dio perdona tutti, come mai esiste l’Inferno?”
Francesco risponde: “Dio perdona tutto, o no? Lui è buono… o no? Ma, voi sapete che c’era un angelo molto orgoglioso, era molto intelligente. E lui aveva invidia di Dio, voleva il posto di Dio. E Dio ha voluto perdonarlo, ma lui diceva: “Io non ho bisogno di perdono, io sono sufficiente a me stesso!” Questo è l’Inferno, dire a Dio: “Arrangiati tu, che io mi arrangio da solo”. All’Inferno non ti mandano: ci vai tu, perché tu scegli di essere lì. L’Inferno è volere allontanarsi da Dio perché io non voglio l’amore di Dio. Questo è l’Inferno. Hai capito? Il diavolo è all’Inferno perché lui non ha voluto mai un rapporto con Dio”.
Non resta che prendere queste poche parole, analizzarle, e capire che siamo solo noi gli artefici dell’andamento della nostra vita: possiamo scegliere di tendere la mano a Dio sin da subito per vivere questa vita terrena come passaggio per arrivare alla vita Eterna, fatta di luce, amore e condivisione, oppure possiamo decidere di bastare a noi stessi, di vivere la nostra vita a 100 all’ora non preoccupandoci di cosa ci sarà alla fine della strada, chiudendo gli occhi e saltando… Dio è amore, quando salterai, chiedigli di starti accanto, sarà felice e commosso nel poterti tendere la sua soffice nuvola rosa.