L’Italia sta affrontando una vera e propria crisi demografica, con il tasso di natalità in calo da anni. Questo fenomeno non è solo il riflesso di scelte individuali o socioeconomiche, ma è anche influenzato da problemi di fertilità che colpiscono una crescente percentuale della popolazione. Secondo i dati recenti, l’infertilità è una sfida in aumento che sta limitando le possibilità di crescita demografica nel Paese.
Per risolvere questo problema, la soluzione principale è ricorrere a un centro per la fecondazione assistita che abbia una lunga esperienza nel trattamento dell’infertilità, con uno staff medico altamente qualificato e che abbia le più avanzate strumentazioni disponibili per la PMA.
Inoltre, sarebbero opportuno delle politiche di sostegno sociale ed economico per consentire alle coppie maggiori possibilità di curare l’infertilità.
Negli ultimi decenni, l’Italia ha visto un continuo calo delle nascite, un trend che si è intensificato ulteriormente negli ultimi anni. Il tasso di natalità nel 2023 ha raggiunto un nuovo record negativo, registrando solo 379.000 nascite, la cifra più bassa degli ultimi 13 anni. Questo dato riflette sia le scelte di vita delle nuove generazioni, che tendono a posticipare la formazione di una famiglia, sia l’aumento dei problemi di fertilità, soprattutto per le donne che scelgono di avere figli in età più avanzata. Inoltre, l’infertilità sta diventando una problematica significativa: si stima che circa il 15% delle coppie italiane abbia difficoltà a concepire, un numero destinato a crescere, in mancanza di interventi mirati.
Tra le cause principali di infertilità in Italia, l’età avanzata gioca un ruolo fondamentale. La tendenza a ritardare la maternità, unita a uno stile di vita sempre più stressante e a fattori ambientali e genetici, rende più complesso il concepimento. Per le donne, infatti, la fertilità inizia a diminuire dopo i 30 anni, con un calo significativo dopo i 35. Allo stesso modo, anche la fertilità maschile è influenzata dall’età e da stili di vita non sani, come l’uso di alcol e tabacco, che possono compromettere la qualità dello sperma.
Un altro fattore da considerare è l’aumento di patologie come la sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) e l’endometriosi, condizioni che impattano fortemente sulla fertilità femminile. In aggiunta, l’inquinamento e l’esposizione a sostanze chimiche possono alterare il sistema riproduttivo, impattando significativamente sul tasso di fertilità nel nostro paese.
La fecondazione assistita rappresenta una risorsa essenziale per le coppie che desiderano avere figli ma affrontano problemi di fertilità.
Le due tecniche di PMA più utilizzate sono la FIVET e la ICSI: la FIVET è una tecnica che prevede la fecondazione all’interno di specifiche piastre da laboratorio tramite il contatto diretto di spermatozoi e ovociti, mentre la ICSI è una tecnica che consiste nella microiniezione di uno spermatozoo selezionato e preventivamente trattato all’interno del citoplasma dell’ovocita.
In Italia, la fecondazione assistita è regolamentata dalla Legge 40 e il numero di trattamenti di PMA è in costante crescita: il dato più aggiornato riporta 109.755 trattamenti effettuati in un anno.
Invertire il trend del calo delle nascite in Italia richiede una combinazione di misure sanitarie, sociali ed economiche. Di seguito alcune delle proposte più discusse per affrontare il problema: