Ormai è veccia di anni, ma periodicamente si ripresenta. Parliamo della bufala dei contatori dell’energia elettrica truccati o difettosi. La notizia da CheDonna.it.
Risale addirittura al 2013 ma di tanto in tanto, come ogni bufala acchiappa click, torna fuori, pubblicata da qualche blog e sito web senza fare alcuna verifica. Stiamo parlando della bufala dei contatoti dell’energia elettrica difettosi o addirittura truccati, quelli che segnerebbero più di quanto effettivamente consumato perché fabbricati in Cina.
Alcune associazioni hanno perfino deciso di intraprendere una class action, di cui però non si conosce l’esito, e chiedere un rimborso ad Enel e agli altri fornitori di energia elettrica per il presunto denaro in più pagato con le bollette della luce, per colpa di contatori difettosi.
Il tutto è nato a causa dell’errata grafia del marchio CE, quello che indica sui prodotti la certificazione dell’Unione europea (ancora con il vecchio nome di Comunità Europea, di cui CE è la sigla). Alcuni hanno sollevato il dubbio di non conformità del contatore per via della grafia errata e hanno sostenuto che in questi casi CE non indicasse Comunità Europea, ma China Export, quindi che il contatore non fosse omologato, fosse difettoso e facesse spendere di più.
Molto siti web hanno riportato in tono allarmistico la vicenda, e continuano a farlo anche in questi giorni, sollecitando i consumatori a chiedere un rimborso e ad unirsi alla class action lanciata da Coidici, che però nel frattempo ha chiuso le adesioni, come si può leggere a questa pagina.
Alcuni privati cittadini hanno provato a fare dei controlli dei propri consumi di energia elettrica con un misuratore di consumi collegato agli elettrodomestici di casa e hanno verificato che i consumi così misurati erano congrui a quelli che risultavano in bolletta. Ha fatto così, ad esempio, l’autore del sito web “Bufale un tanto al chilo“, che ha spiegato il caso in un articolo risalente al 26 ottobre del 2013.
L’anno scorso di questi tempi, la questione dei contatori Enel contraffatti si è ripresentata e “Bufale un tanto al chilo” ha nuovamente affrontato il caso, riportando anche la risposta di Enel che era stata pubblicata dal quotidiano TermoliOnline, sempre nel 2013.