Susanna Tamaro nasce a Trieste, il 12 dicembre del 1957 in una famiglia cui membro è anche il celebre scrittore Italo Svevo, creatore di Zeno e del famoso romanzo che porta nel titolo questo nome. La piccola Susanna deve sin da subito fare i conti con una situazione molto difficile, sulla quale tornerà in futuro nelle sue stesse opere, traendo linfa creativa e drammatica per i suoi romanzi. Quando è ancora molto piccola, i suoi genitori si separano poco dopo la sua nascita, e lei viene affidata alla nonna materna, la quale si prende cura della bambina e dei suoi due fratelli: il più grande Stefano e il più piccolo Lorenzo.
Nel 1976, la giovane Susanna consegue il diploma magistrale a Trieste, nell’ambito elle lettere e dei classici della grande letteratura. Grazie all’alto profitto scolastico, si guadagna il biglietto per il trasferimento a Roma, dove frequenta, grazie alla borsa di studio, il Centro Sperimentale di Cinematografia romano. Con la letteratura, il cinema ricopre un ruolo importante tra i suoi interessi. Il diploma in regia, con il cortometraggio d’animazione dal titolo “L’origine del giorno e della notte” arriva dopo quasi un anno. Nell’estate del 1977 comincia a collaborare in qualità di aiuto-regista e assistente con Salvatore Samperi, il quale proprio in quell’anno è a Trieste per girare il film “Ernesto”, tratto dall’omonimo libro di Umberto Saba. Il sodalizio dura ancora qualche anno e nel 1979 Susanna è ancora una volta il suo assistente nel noto film “Liquirizia”, nel quale compare anche come attrice. Da questo momento comincia anche la sua attività di autrice e redattrice per la televisione, soprattutto all’interno dei contenitori culturali, perlopiù documentari.
Intanto però la Tamaro scrive. E nel 1981 mette il punto al suo primo vero romanzo dal titolo “Illmitz”, rimasto inedito. Il dattiloscritto riceve l’apprezzamento di Claudio Magris, ma le case editrici si rifiutano di pubblicarlo. Gli anni ’80 sono importanti per la futura autrice soprattutto per la sua carriera televisiva: la collaborazione con la Rai si fa sempre più frequente, nonostante la neonata Rai 3 rispedisca al mittente la sua candidatura a tempo pieno, in quanto il diploma del Centro Sperimentale non le viene riconosciuto come laurea. Sarà il 1989 a segnare l’inizio della sua a lungo sognata carriera di scrittrice. La casa editrice Marsilio lancia sul mercato una collana di giovani scrittori inediti tra cui ci sarà anche “La testa fra le nuvole di Tamaro. Nello stesso periodo, causa anche le condizioni ambientali della città di Roma, ove risiede, si ammala di bronchite asmatica per cui si trasferisce da un’amica in Umbria dove, innamoratasi a prima vista di questa regione italiana, risiederà per molti anni, acquistando anche un casale nei pressi di Porano.
L’anno dopo il suo esordio, Marsilio decide di pubblicare anche il suo secondo romanzo, dal titolo “Per voce sola”, che passa completamente inosservato, nonostante le attenzioni che riceve da Federico Fellini e Alberto Moravia. Nel 1991 scrive “Cuore di ciccia”, per Mondadori, affacciandosi anche alla letteratura per ragazzi. Dopo questa pubblicazione, Susanna Tamaro si prende tre anni di silenzio, i quali le servono per portare a compimento quello che sarà il suo capolavoro, dopo uno strenuo lavoro di ricerca sulla scrittura e, soprattutto, all’interno di se stessa e del proprio passato. L’esito della pausa di riflessione è “Va dove ti porta il cuore”, pubblicato nel 1994, romanzo dal tono sentimentale per giunta accolto con freddezza e circospezione da parte della critica letteraria. Il libro, edito da Baldini e Castoldi, vende oltre 14 milioni di copie in tutto il mondo, diventando un vero e proprio “caso” letterario.
Nel 1996, la regista Cristina Comencini realizza il film dal romanzo, il quale riporta il medesimo titolo. Gli interpreti principali sono Virna Lisi, Margherita Buy e Massimo Ghini che ottiene il successo. Nel 1998, l’autrice triestina pubblica “Cara Matildha – Non vedo l’ora che l’uomo cammini”, edito dalle Edizioni Paoline, una collezione dei suoi migliori interventi per il giornale “Famiglia Cristiana”, con cui collabora dal 1996. Le sue parole salgono anche sul palco del Festival di Sanremo, nel 1997, quando un suo brano partecipa al concorso canoro: la canzone è interpretata da Tosca e musicata da Ron. Sempre nel 1997, pubblica “Anima Mundi”, altro romanzo che vende molte copie ma che non riesce a bissare il successo del precedente libro.
Il 23 settembre del 1998 muore il padre di Susanna Tamaro, Giovanni, nella città di Roma. La causa della morte è emorragia interna ed è la Procura a renderla ufficiale, tramite un comunicato, smentendo così le false notizie trapelate su alcuni giornali, incentrate sulla mai provata storia di un omicidio avvenuto nel monolocale della scrittrice. Dal 2000 la Tamaro si lega alla casa editrice Rizzoli, alla quale cede in parte i diritti di tutte le sue opere precedenti, compreso “Va’ dove ti porta il cuore”. Il 16 ottobre dello stesso anno, nasce la Fondazione Tamaro, impegnata nella solidarietà e nel volontariato.
Dal 2001 al 2003 pubblica alcune raccolte di racconti, come “Raccontami”e l’interessante “Fuori”, la quale raggruppa alcune storie di immigrati ai margini della società. È del 2005 il suo esordio nel cinema, con la realizzazione, autoprodotta, del film “Nel mio amore”, tratto dal suo racconto “L’inferno non esiste”. L’anno dopo scrive per il teatro, con la cantautrice Grazia Di Michele e la scrittrice Sandra Cisnereos. Il 27 settembre del 2006 viene pubblicato il seguito di “Va’ dove ti porta il cuore”, che si intitola “Ascolta la mia voce”. I diritti del libro vengono venduti in più di 12 paesi e il romanzo si rivela un successo internazionale, forte anche di alcune prese di posizione di cui si fa portavoce il libro, frutto delle idee da sempre sostenute dalla scrittrice di Trieste. Nel 2008 esce il romanzo “Luisito – Una storia d’amore”.L’ultimo libro della scrittrice triestina è di quest’anno e s’intitola“Per sempre,.
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