Avere un figlio è un desiderio di molte donne e non necessariamente si manifesta a 20 o a 30 anni.
Negli ultimi decenni è aumentata la tendenza che vede al centro quella definita come una maternità tardiva, tanto che se fino a non molto tempo fa affrontare una gravidanza a 40 anni era considerato qualcosa di inusuale e per alcune persone persino “contro natura”, oggi non lo è più: è un fenomeno sempre più comune.
I motivi sono diversi e legati, non poco, alla concezione che ruota intorno al femminile e a come viverlo. Prima di pensare di avere un figlio, le donne valutano più che mai una soddisfazione personale che vede l’impatto della vita lavorativa e di quella privata. Per non parlare dei costi legati all’arrivo di un bambino, particolarmente importanti e non facili da sostenere.
Allo stesso tempo bisogna fare i conti con il declino del sistema riproduttivo, il quale inizia a partire dai 35 anni. Solo il 5% dei parti che avvengono dai 40 anni si verifica con il sistema naturale, a fronte di un maggior numero di cesarei e di neonati prematuri.
Più si aspetta più aumentano i rischi, per la madre come per il nascituro. Riguardano patologie quali diabete gestazionale, ipertensione e altre complicazioni.
La buona notizia è che la scienza e la medicina hanno fatto passi da gigante, dando un valido supporto alle donne per affrontare la maternità quando davvero si sentono pronte.
In questo articolo ci soffermiamo sulla scelta, personale e intima, di avere un figlio a 40 anni, analizzando i pro e i contro, per affrontare con consapevolezza un momento della vita capace di cambiarne il corso per sempre.
Avere un figlio a 40 anni: le motivazioni e cosa cambia
I motivi per cui si può decidere di pensare a una gravidanza non prima dei 40 anni sono diversi da donna a donna. Ecco i più comuni:
- I quaranta sono visti a livello sociale e lavorativo un po’ come i nuovi 30. È a questa età che si ha maggiore probabilità di raggiungere una soddisfazione a livello personale e lavorativo.
- Superiore stabilità economica e disponibilità a fare scelte più impattanti a livello duraturo, come quella di avere un figlio.
- Molte coppie si sentono di aver raggiunto una maggiore solidità nella loro relazione, pronte a un passo ulteriore.
- La coppia si trova a un bivio: ogni anno che passa dopo i 40 può portare a impedire di non poter avere un figlio.
Ci sono due aspetti principali, sostanzialmente, nell’avere un figlio a 40 anni. Da un lato la donna che si sente più realizzata a livello personale e ha avuto modo di togliersi più di una soddisfazione: è generalmente meglio preparata a livello umano, economico, relazionale, emozionale e affettivo a dedicarsi a un altro essere umano senza rinunciare alla soddisfazione del sé. Dall’altro ha un corpo che porta a pensare “o ci provo adesso o mai più”.
Elementi che vanno, in realtà, di pari passo e che portano a vedere l’arrivo di una gravidanza come qualcosa da affrontare in maniera responsabile, nell’ottica del benessere del bambino senza rinunciare al proprio.
40 anni: pro e contro di avere un bambino
I motivi a favore di una gravindanza a 40 anni risiedono, sostanzialmente, nella maturità raggiunta non solo dalla donna ma anche dalla coppia che va ad accogliere il nascituro, il cui arrivo richiede di investire un numero importante di energie.
Infatti, per via di questo avvenimento così vitale, molte donne riscoprono una particolare energia, gioia ed entusiasmo: ecco da dove trovano il piglio giusto per un impegno quale la maternità.
È anche vero che più passa il tempo, più è difficile andare incontro a una gestazione. La medicina, tuttavia, mette oggi a disposizione varie tecniche che permettono di non rinunciare al sogno di diventare genitori, a cominciare da quelle della PMA, la Procreazione Medica Assistita, diventata legale anche in Italia con l’ausilio dei migliori standard tecnologici.
Per concludere, avere una gravidanza a 40 anni è qualcosa che nasce spesso da una profonda riflessione ed è un’esperienza affascinante per le donne che si sentono pronte ad accogliere l’arrivo di un figlio nella propria vita a tale età. Qualcosa verso cui la scienza offre un supporto sempre più valido e che non è più tabù.