Un articolo pubblicato dalla rivista Internazionale riporta i risultati di uno studio sulla fede, condotto su novemila persone nel Regno Unito dal professor David Voas dell’università di Essex.
Secondo i dati, il 54% degli uomini inglesi, di età compresa tra i 40 e 49 anni, si dichiara ateo o agnostico, mentre la percentuale scende al 34% nelle donne.
Una differenza che è più marcata quando è stato affrontato il tema della vita dopo la morte: solo il 35% degli uomini ha sostenuto di credere in un aldilà, a fronte di un 60% di donne.
Il giornalista Gwynne Dyer ha pertanto scoperto un fenomeno di rilevanza sociologica che consiste nella differenza di genere nella credenza religiosa.
Incuriosito da questo argomento, il giornalista inglese ha poi cercato di approfondirlo, confrontato dati provenienti anche da altri paesi. E’ emerso che negli Stati Uniti, nel 2009, l’82% della popolazione non avesse mai messo in dubbio l’esistenza di Dio. Un dato in calo nel 2012, quando la percentuale è scesa al 72%. Inoltre anche in questo caso vi sarebbe una differenza tra uomo e donna: il 77% delle donne americane crede in Dio a fronte di un 65% degli uomini.
Senza considerare il tipo di fede, cattolica, ortodossa o musulmana, emerge che in Russia vi è lo stesso divario registrato in Inghilterra tra uomini e donne. In Turchia, dove il 95% della popolazione di fede musulmana, crede in Dio, non vi è differenza di genere.
In base alle diverse teorie emerse, sottolinea Dyer, tra i fattori, inciderebbe il fatto che gli uomini sono più portati a correre rischi. Tra le altre ipotesi, le donne, nella maggior parte dei casi, vivono in una posizione economica svantaggiosa per cui le donne avrebbero tendenza a proiettarsi maggiormente verso la fede. Tanto che, sottolineano gli esperti, il fatto di aver meno controllo sulla propria vita, porterebbe a riporre in Dio tutte le speranze contro le ingiustizie.