Le Teste Siciliane sono realizzate sempre in coppia e rappresentano un bellissimo uomo moro e una donna bianca destinati a non separarsi mai.
Nelle case siciliane, soprattutto nella zone di Caltagirone, sono presenti molto spesso dei grandi vasi decorativi dalla forma antropomorfa che rappresentano un principe arabo e una donna siciliana.
A seconda dell’ispirazione dell’artista che le realizza le Teste Siciliane possono avere connotati e colorazioni molto differenti, ma presentano dei tratti fissi che le caratterizzano da sempre.
Caratteristica principale delle due figure è che il maschio ha quasi sempre la carnagione scura, mentre la donna ha sempre la carnagione chiara. Se anche il maschio ha la pelle bianca, presenta comunque dei folti baffi e un turbante che lo indicano come Moro.
Anticamente il termine “Moro” veniva utilizzato in maniera molto generica per indicare persone africane o mediorientali dalla carnagione scura. Talvolta, per questo motivo, le Teste Siciliane sono indicate anche come Teste di Moro o Teste di Turco.
Tutte e due le figure sono riccamente adornate con gioielli, frutta e fiori e di solito le decorazioni sono coordinate tra loro. Entrambe le figure hanno inoltre una corona che li identificherebbe come Re e Regina o Principe e Principessa, ma che in realtà ha tutto un altro significato.
A rivelarlo è la straziante leggenda delle Teste Siciliane: una torbida storia di inganno, amore e vendetta.
Intorno all’anno Mille la Sicilia si trovò sotto la dominazione islamica, pertanto i suoi abitanti si abituarono ad avere a che fare con uomini e donne provenienti dall’Africa e dall’Oriente.
La storia della Teste Siciliane è ambientata proprio nel corso dei tre secoli durante i quali Mori e Siciliani vissero insieme intrecciando i loro usi, i loro costumi e le loro tradizioni.
Tutto ebbe inizio quando un principe moro si innamorò di una bellissima giovane siciliana. La ragazza, come tutte le donne di alta condizione sociale, viveva gran parte della propria vita tra le mura domestiche. La ragazza in questione però trascorreva molto tempo sul balcone a curare le proprie bellissime piante.
Un giorno, proprio mentre la ragazza si trovava sul balcone intenta a curare i suoi fiori, il principe moro la vide e si innamorò perdutamente di lei. Decise allora di sedurla e la ragazza accettò la sua corte.
I due divennero amanti e la ragazza cominciò a sognare di diventare la sposa del principe moro. Purtroppo però si scoprì che l’uomo aveva ingannato la sua bella e che nel suo paese d’origine lo attendevano mogli e figli dai quali presto sarebbe tornato.
Folle di gelosia, la ragazza decise di vendicarsi. Una notte, mentre il suo amante era addormentato dopo le fatiche dell’amore, lo uccise trafiggendogli il petto con un coltello. Decise poi di tagliargli la testa e di trasformarla in un vaso da esporre sul balcone per continuare a vedere il suo amore tutti i giorni per il resto della vita.
Nel suo macabro vaso, la giovane decise di piantare del basilico, poiché questa pianta era da sempre associata all’elevazione alla purezza. Il nome del basilico deriva infatti dalla parola greca “basileus”, cioè “Re”. Il basilico era considerato quindi una pianta nobile, esattamente come nobile la fanciulla riteneva il suo sentimento e il suo gesto. Proprio in riferimento alla “pianta regale” che veniva coltivata nel vaso originario, ancora oggi sulla testa dei due amanti è posta una corona.
I vicini di casa della giovane, ammirando il vaso dal volto umano sul suo balcone, decisero di farsi realizzare dei vasi in terracotta che ripetessero i lineamenti del Moro e, dopo aver appreso la storia, anche quelli della giovane donna che lo aveva prima amato e poi ucciso.
Secondo un’altra versione della leggenda, i due amanti erano sinceri e il loro amore era puro e corrisposto. La società dell’epoca però non poteva tollerare un matrimonio tra un moro e una donna siciliana, quindi i due amanti furono scoperti e decapitati. Le loro teste mozzate vennero esposte pubblicamente per ricordare ai cittadini a quale destino sarebbero andati incontro se avessero tentato di violare la consuetudine.
I siciliani però, commossi dal triste destino dei due amanti, decisero di tramandare la loro memoria e di fabbricare vasi a forma di volto di donna e di moro, affiancandoli sempre e non separandoli mai.
Oggi la tradizione delle teste siciliane è ancora molto viva e questi manufatti artistici vengono acquistati spessissimo, soprattutto dai turisti.
Non sappiamo quanto ci sia di vero nell’antica leggenda delle teste siciliane. Quel che è certo è che il basilico è davvero una pianta nobile e dalle grandi proprietà benefiche: un motivo in più per utilizzarlo in abbondanza soprattutto nella preparazione di saporite ricette estive.