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LIBIA: Obama e le operazioni segrete della CIA

La crisi libica sempre più radicata

Mentre continuano i raid aerei sulla Libia, Gheddafi deve fare i conti con un’altro macigno: il Ministro degli Esteri libico Moussa Koussa, da sempre sostenitore del rais, ha espresso la sua volontà di non lavorare più sotto il comando del Colonnello Gheddafi.

La spiegazione è che “non vuole più rappresentare il regime di Gheddafi a livello internazionale”. Nel frattempo, Barack Obama ha telefonato al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano esprimendo “profondo apprezzamento per la promozione della pace e della stabilità in tutto il mondo e per il costante appoggio italiano alle operazioni in Libia sotto il comando della Nato”.

Obama ha riconosciuto “la competenza e la conoscenza dell’Italia della regione libica e ha ribadito la volontà di continuare con consultazioni ravvicinate tra i nostri due governi, in modo da agire per proteggere il popolo libico e far valere le risoluzioni Onu 1970 e 1973″.

Non è tutto. Lo stesso Obama, secondo Reuters, avrebbe già autorizzato, firmando un ordine segreto, operazioni di appoggio ai ribelli da parte della Cia. Operazioni che secondo il sito web del New York Times sono già iniziate “da alcune settimane”, con agenti disseminati sul territorio libico per individuare obiettivi per i raid aerei e per contatti con la ‘rivoluzione’ assieme a colleghi dell’MI6 britannico.

Il regime di Gheddafi si sta lentamente sfaldando.

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